Andammo al reparto dov’era ricoverata Delia,ma nella sua stanza non vi era nessuno,solo un lettino con il lenzuolo rivolto verso il pavimento.
“ho un brutto presentimento” esclamò Alex.
“ragazzi che ci fate qui?” domandò Alessandra sbucando dalle nostre spalle. “Camilla..non pensavo volessi tornare in ospedale!!”
“infatti non è così! Eravamo venuti per Delia,dobbiamo dirle una cosa che sicuramente la salverà da questa situazione!”
Lei abbassò lo sguardo.
“Delia è morta! Il suo cuore ha smesso di battere due ore fa!”
Quando sentì la parola “morte” collegata al suo nome il mio cervello entrò in uno stato di confusione e sconforto. Il cuore mi si strinse al petto e si formò un grosso nodo in gola.
“NO! NON CI CREDO! NO NON PUO’ ESSERE!” urlò Alex con le lacrime che gli scendevano velocemente sul viso. “E’ COLPA MIA! ODDIO” e si mise le mani nei capelli “HO COMMESSO UN OMICIDIO!”
Crollò sulle ginocchia,sbattendo i pugni per terra.
Iniziai a piangere.Mi sedetti sul lettino,poggiando la testa sul cuscino. Era ancora impregnato del suo profumo: il “Lady Million”. Il mio preferito.
“mi dispiace ragazzi! Posso fare qualcosa per voi?” domandò preoccupata Alessandra.
Scossi la testa. Mi guardò preoccupata.
“camilla…per qualsiasi cosa chiamami!” socchiuse la porta,andandosene.
“NON SONO RIUSCITO A DIRGLIELO! FANCULO!” prese un quaderno e lo buttò per terra,con rabbia.
“PERCHE’ SI E’ RIDOTTA COSI’? PERCHE’? LA MIA VITA NON HA PIU’ SENSO SENZA DI LEI!”
Per te cretino. Pensai. Odiavo lui e anche Delia. Però era un sentimento strano,mai provato prima. Come se ormai tutto ciò si era trasformato in un’abitudine. Il dolore faceva parte della mia vita,non vi era modo di mollarlo,dimenticarlo o scacciarlo. Ad un tratto queste emozioni furono sostituite da un enorme senso di colpa. Non dovevo andarmene dall’ospedale. Ero stata un’egoista.
Asciugai le lacrime,tirai su con il naso e respirai profondo.
“io…vado via!” esclamai esausta. Odiavo me stessa.
Mi guardò con gli occhi rossi e gonfi pieni di lacrime e rimorso.
“cazzo!” disse “ non ci sono riuscito! No!” e diede un pugno contro il muro. “vado…a vederla! Ci sentiamo Camilla!”
Acconsentì. Avevo bisogno di un abbraccio,parole di conforto del tipo “andrà tutto bene”, “si sistemerà tutto”, “è solo uno scherzo”, “sei forte”, “tranquilla,ci sono io!”,ma ormai era troppo tardi per chiamare Matteo.
Stranamente il mio cuore,mi ordinò un’altra persona. Rimasi incredula dal pensiero che formulai mentre scendevo le scale,tal punto che mi fermai.
Volevo mia madre.
Riandai ai piani superiori fino al suo reparto e quando la vidi provai un’enorme senso di gioia,mischiato a solitudine.
Non sopportavo il fatto di vederla attaccata a mille macchinari,vestita della solita vestaglia dell’ospedale e quel viso pallido che si confondeva con il colore del cuscino,illuminata da una leggera luce,proveniente dalla lampada sul comodino.
Mi buttai sul suo letto abbracciandola forte. Presi le sue braccia,avvolgendole sulla mia schiena. Gli raccontai tutto quello che era successo: Delia,il suicidio,Andrea,Matteo,Clara,mia zia che si stava sposando,della nonna,insomma qualsiasi particolare.
Avevo letto su un libro che anche se una persona è in coma riesce a vedere e sentire tutto.
Speravo solo che alla fine di quel fiume di parole,proprio come nei film,lei si svegliasse. Ma non fu così. Però mi sentì,così infinitamente bene,come se mi fossi liberata di un enorme peso.
“dai…Camilla,andiamo!” era Alessandra,che fu obbligata a trascinarmi.
“come facevi a sapere che ero lì?”
“istinto!” le sue mani,calde e profumate mi sfiorarono il viso,per asciugarmi le lacrime.
“vai da Matteo,l’ho chiamato io!”
Gli sorrisi. “grazie Ale!”
Matteo mi venne a prendere poco dopo,in uno stato di completa preoccupazione per me.
Le sue braccia sul mio corpo erano un qualcosa di magico. Trasmettevano protezione,coraggio e tanta forza. I suoi occhi erano la speranza e il suo profumo,bhè,era semplicemente uno dei motivi per cui vivevo.
“piccola mia!” sussurrò,mentre ero distesa sul divano. Mandai un messaggio a mia zia,dicendole che non sarei tornata a casa.
*angolo scrittrice*
ecco un altro capitolo! spero vi piaccia! lo so vi ho fatto aspettare molto e mi scuso per ciò! cosa ne dite di questo colpo di scena? povera Delia.Ma a volte nella vita si perde e si vince. un bacione :* commentate,scrivetemi,votate! mi raccomando <3
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l'essenza di vivere
General FictionCamilla, una ragazza di 17 anni che si trova a lottare quasi sempre tra il dolore e la voglia di ricominciare da zero. Le viene tolto tutto. Il suo adorato fratello e il padre morti in un incidente stradale, insieme alla madre che si trova in uno s...