Un ragazzo,con i capelli ricci neri entrò poggiando i gomiti sulla ringhiera del balcone,accendendosi una sigaretta. Forse era mio coetaneo. Indossava uno smoking firmato “Armani” con un orologio stupendo al polso.
“perché sei qui? Le nipoti solitamente stanno con la sposa!” esclamò,guardando l’orizzonte.
“ dici a me?” domandai,ingenuamente.
“vedi altre ragazze?” e sorrise.
“non proprio…scusa” abbassai lo sguardo. Forse avevo ancora gli occhi pieni di lacrime e chissà anche il trucco sbavato. Cercai di non far notare niente.
“vuoi?” disse ponendomi una sigaretta dal pacchetto.
Mi alzai andando verso di lui.
Non so perché ma l’accettai.
“fumi?”
“ogni tanto!” mentì.
Non avevo la più pallida idea,né di come si tenesse una sigaretta e né di come si fumasse. Lo guardai per un paio di secondi,cercando di captare qualche informazione. Me l’accese.
Ispirai. Troppo.
E una nube di fumo,mista a tosse uscì dalla mia bocca,facendo un’amara figura.
“ogni tanto..è?” ironizzò,ripetendo le mie parole,scoppiando a ridere.
“si…” risposi,scuotendo la testa.
Il mio corpo si rilassò lievemente e la nicotina fece effetto.
“perché piangevi?”
Lo guardai,sorpresa dalla sua domanda. I suoi occhi color nocciola,leggermente a mandorla si incrociarono con i miei. Il suo viso sembrava uno di quei miti greci che vidi con mia madre quando ero molto piccola,nella casa al mare.
“non è vero!” arrossì.
“bhè,calma! Sembrava!Ho chiesto! Stavi lì con le mani sul viso,singhiozzando! Io lo chiamo pianto,tu?”
“è una storia troppo lunga da spiegare…anzi forse non c’è nessuna storia!” sussurrai la parte finale.
“problemi con il ragazzo è?” nelle sue parole,si spense lentamente l’ironia.
“..più o meno! ”
“lo sai che chi è molto vago è una persona che tende ad essere insicura?”
“sei uno psicologo,per caso?”
“no,ma mi piacerebbe diventarlo!”
“ah ecco..ora si capisce tutto!”
“e tu saresti un’ottima paziente da utilizzare!”
“è un’offesa?”
Gli feci andare il fumo di traverso.
“assolutamente no! Nel senso che sei un tipo interessante,con molta esperienza alle spalle!”
“pensala come ti pare!” dissi secca.
“che caratterino!...comunque mi chiamo Berry!” e mi pose la mano.
“Camilla!”
Grazie a lui,riuscì a non pensare a Matteo e ciò migliorò di gran lunga la serata. Parlammo di molte cose. Aveva diciannove anni e a settembre avrebbe iniziato l'università di psicologia. Avevamo in comune moltissime cose,più di quante ne avessi con Matteo.
Ad un tratto mentre stavamo ridendo,per una battuta del suo professore di arte,vedo uscire due ragazzi,mano nella mano.
Mi feci improvvisamente seria,e lui lo notò.
“Cami,hai visto un fantasma?”
“no…qualcosa di molto peggio!”
*angolo scrittrice*
questo matrimonio,si sta rivelando una vera impresa! ma che cavolo succede?"
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l'essenza di vivere
General FictionCamilla, una ragazza di 17 anni che si trova a lottare quasi sempre tra il dolore e la voglia di ricominciare da zero. Le viene tolto tutto. Il suo adorato fratello e il padre morti in un incidente stradale, insieme alla madre che si trova in uno s...