go on and on

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Le settimane passavano velocemente,la scuola diventava sempre più impegnativa e di conseguenza anche i problemi,che non riuscivo mai a risolvere. Si accumulavano,diventando sempre più grandi e gravi.

Mia nonna ultimamente non stava molto bene,diciamo da Ottobre,dove iniziò ad accusare parecchi dolori al petto e allo stomaco.

Il suo corpo si stava disgregando lentamente.

 La sua vita era finita,insieme alle giornate diventate solo ospedale,ricoveri, chiesa e quando usciva,se riusciva a camminare,andava al cimitero portando sempre grandi mazzi di fiori.

Io non avevo mai trovato il coraggio di andare in quel luogo pieno di tombe,ero ancora troppo debole per superare il fatto,che una parte della mia famiglia si trovavano sotto i miei piedi ed io ero sopra di loro vivente.E tutto ciò mi metteva solo un grande senso di colpa.

Alessandra dopo essersi scusata della sceneggiata che mi fece il giorno prima di cominciare la scuola,dicendo che avrebbe dovuto mantenere la calma,spiegarmi meglio le cose,e tranquillizzarmi,iniziò ad aggiornarmi  su qualsiasi miglioramento di mia madre,anche se c’erano solo peggioramenti.

Mia zia! Punto cruciale della mia esistenza. Mi  stava rendendo la vita quasi impossibile,da quando capì che Paolo aveva qualche pensiero strano su di me. Io e lui non potevamo stare da soli che subito iniziava a farmi complimenti,carezze strane,baci sulla guancia troppo lunghi e strette ai fianchi parecchio imbarazzanti.Lei alla fine non era tanto orribile come persona,ma quando si trattava del suo fidanzato mi distruggeva come un bicchiere di plastica pressato.

Mi privava di molte cose.Non mi fece neanche festeggiare il mio 17° compleanno,rinchiudendomi in casa.

Con Andrea e Clara tutto era tornato normale.Passavo la maggior parte del mio tempo con loro e riuscivano sempre a rendermi felice e a farmi dimenticare tutti i pensieri negativi che affollavano la mia mente giorno e notte.

Dicembre.

Questo era il mese scritto in rosso sul foglio,sotto a quello che avevo appena strappato.Fuori pioveva. Quel tempo metteva solo depressione e troppa voglia di pensare a cose che non accadranno mai.

 Stavo distesa sul letto,ripassando  Anatomia,la mia materia preferita,con una cioccolata calda in mano e la testa di Andrea poggiata sulle mie gambe.

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