“CAMILLA,DAI,APRI GLI OCCHI!”
Mi svegliai aprendoli energicamente,quasi spaventata per tutti gli schiaffi che stavo ricevendo e le percussioni ricevute sul mio corpo.
Non riuscivo a respirare,molto bene e avevo un forte dolore al petto
“forza Paolo! Prendila! Vado ad accendere la macchina!” gli ordinò.
Entrambi erano molto preoccupati. I suoni e i movimenti erano rallentati e tutto intorno a me sembrava girare vorticosamente.
***
Mia zia guidava mentre io stavo con la testa poggiata alle gambe di mio zio,che mi teneva sotto controllo,cercando di non farmi addormentare.
*****
Riaprì gli occhi. Il rumore delle ruote di una barella e Alessandra al mio fianco che mi stringeva la mano,mi fece intuire di trovarmi in ospedale.
Non riuscivo a capire le sue parole,nonostante sembravano esser molto chiare..
La luce bianca dei neon,diventò di un nero catrame.
Sentì una punta d’ago,infilarsi nel braccio sinistro e poi persi i sensi.
****
“buongiorno…” sussurrò mia zia sorridendo. “sono le 11:0” disse picchiettando con l’unghia sul vetro dell’orologio che aveva al polso.
Cercai di sedermi sul letto,un po’ a fatica,dovuto alle braccia indolenzite.
“che è successo..?”
“erano circa le 10:00 di sera,ed io e Paolo eravamo rientrati a casa,quando sono salita in camera tua per vedere se eri tornata. Mi sono avvicinata. Ed eri completamente sudata e avevi la febbre a 40.8! dopodiché siamo venuti qui in ospedale,dove ti hanno aiutato. Ora hai 38.8,è ancora molto alta,ma tranquilla è solo una forma influenzale!”
Mi sentivo debole,stanca ed ogni movimento poteva esser paragonato ad una scalata in montagna.
Entrò un infermiera,molto giovane.
“hey Camilla!” disse cordialmente “come stai?” domandò cambiandomi una sacca che si trovava al lato del lettino,collegata al mio braccio.
“ho un po’ di nausea, mi fa male la testa e il corpo!”
Rise
“sono seria è!” esclamai.
“lo so! Allora dovremmo aumentare la dose!” sussurrò scrivendo su una cartellina.
Annuì.
“mi raccomando non ti sforzare e bevi molta acqua!” sorrise e andò via.
****
Uscii dall’ospedale il 17 Giugno.
Mia zia e Paolo mi lasciarono poco prima di arrivare a casa,perché dovevano andare al lavoro. Così presi la valigia,li salutai ringraziandoli e lentamente mi avviai verso casa.
Appena girai l’angolo,vidi una figura vicino la porta,seduta sulla scalinata. Mi avvicinai cautamente.
Era Matteo.
Feci un sospiro di sollievo e con fare abbastanza minaccioso,lo raggiunsi.
“oddio Camilla! Cavolo! Ti ho chiamato mille volte! Perché mi stai ignorando?” disse tutto un fiato mentre inserivo le chiavi nella serratura,ignorandolo completamente. Entrai poggiando la valigia all’angolo e andai a versarmi un bicchiere di tè al limone. Poggiai la schiena al bancone della cucina guardandolo.
“io ho promesso!” disse.
Annuì
“non posso perderti! Jolie mi ha detto che stavi in ospedale! Hai tentato il suicidio nuovamente?”
Strinsi forte il bicchiere,diventato freddo come i miei occhi.
“ no! Ho avuto solo un po’ di influenza!”
Si scompigliò i capelli. Segno che era molto agitato e aveva qualcosa da dirmi.
“perché sei qui?” domandai,sedendomi.
“perché volevo chiederti scusa…”
“nel momento del bisogno non ci sei stato Matteo!” sbattei il bicchiere sul tavolo,scatenando in lui una forte agitazione. “ma che cavolo hai in testa? Ma non vedi come mi stai trattando? Dove stavi il giorno del funerale? E i giorni che sono stata in ospedale? E tutto questo tempo? Stai scherzando spero!”
“vuoi la verità?”
“non chiedo altro!” esclamai confusa.
“ mi serviva del tempo!”
“per cosa?” agevolai.
“so che sai cosa c’è stato tra me e Chloe quindi evito i particolari,inoltre ti ho visto fuggire dal matrimonio,quando mi hai visto baciarmi con lei.”
Ingoiai a fatica.
“me ne sono andata perché mi fai schifo!” e strinsi forte i denti.
“devi..capire”
“ah io?”
“c’è no..”
“Matteo,senti! Se non ero il tipo adatto a te,potevi dirmelo sin dall’inizio che non mi sarei illusa per ottenere, cosa? Il nulla. Anzi no,una grandissima presa per il culo”
“lei vuole tornare con me!” esclamò dopo qualche secondo.
Abbassai lo sguardo.
“bene..”
“E’ tornata…!Ti prego! Non voglio perderti!”
“sarà inevitabile,questo lo sai vero?”
“mi lascerei con lei,per non perdere te!” rispose.
Scossi la testa.
In un lampo mi ricordai le parole che mi sussurrò Matteo,quando stavamo sul ponte,dove tentai il suicidio e alle promesse che mi disse in ospedale.“ Qualunque cosa succederà io ci sarò. Lo giuro”
“ a che pensi?” chiese,capendo.
“a quella notte!” avevo le lacrime agli occhi.
Si inumidì le labbra,pieno di rimorsi e sensi di colpa. Si passò una mano sul viso. Era impacciato,frenetico e agitato. I suoi occhi si riempirono di lacrime.
Abbassò la testa e andò via sbattendo la porta.
Da quel giorno non lo vidi più,sembrava esser scomparso nel nulla. O almeno credevo.
*angolo scrittrice*
capitolo :********* che ne pensate?
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l'essenza di vivere
General FictionCamilla, una ragazza di 17 anni che si trova a lottare quasi sempre tra il dolore e la voglia di ricominciare da zero. Le viene tolto tutto. Il suo adorato fratello e il padre morti in un incidente stradale, insieme alla madre che si trova in uno s...