-Capitolo 15-

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Tornai su in camera, con passi asettici e fiacchi, vedendo Joy canticchiare. L'euforia dipinta sul mio volto di prima era scomparsa. Ma era inutile restare in casa a fasciarmi la testa. Era inutile pensarci. Dio! Mi sembrava surreale. Un sogno a ripetizione che non finiva mai. Viveva nei miei sogni e fuori da quelli. Mi passai una mano sul collo, sentendo le vene pompare, ed i battiti non decelerare neanche un secondo.
Svago, lo esigevo. Da quando avevo avuto l'incidente, non ero più me stessa. Giravo intorno ad un'asse, e rimanevo lì ferma.

"Ehi. Hai visto un fantasma?" Ritornai al presente, con la voce esile di Joy, che posò dolcemente le scarpe con il tacco nero a terra.

Guardai un punto non definito della stanza, portandomi entrambe le mani tra i capelli, per tirarli indietro.
"No...nulla. Sarà un po' di stanchezza. Ma verrò si" terminai facendo oscillare la testa, con un sorriso docile, vedendola battere le mani con un'applauso vigoroso, prima di passarmi il vestito, ancora appeso sulla gruccia.

Ripensavo alla sua voce rauca e sicura. E non dovevo.
Acciuffai il vestito, quasi strappandolo dalle mani di Joy, che divennero burro improvvisamente.
Mi avviai in bagno, richiudendo la porta e sciacquandomi, prima di infilarmi il vestito nero di velluto riccio. Solo delle spalle sottili a reggere il profondo scollo, che metteva in mostra il mio seno rotondo e sodo.
Mi sistemai le decoltè, allargandole appena per far passare il tallone, reggendomi con una mano alle piastrelle azzurre, e mi guardai allo specchio.

Mi sciolsi la coda, smuovendo la testa, per lasciar ricadere i miei capelli lisci, lungo le spalle che sembravano pervase da un lieve solletico.
Sentii il cigolio della porta aprirsi e Joy apparire, come il suo sorriso soddisfatto.
"Stai benissimo così" annuì sincera, come se neanche lei ci credesse che potevo apparire più femminile e sexy.

Scoppiai in una risata nel vedere il suo sguardo attonito, mentre rise anche lei.
"Passiamo al trucco...leggero prometto" aggiunse infine, vedendo il mio sguardo di disapprovazione. Ma accettai comunque alle sue mani di fata. O almeno lei le chiamava così. Non credevo fossero solo per il trucco. Ma decisi di non infierire.

"Fatto" affermò entusiasta, prendendomi il mento tra il pollice e l'indice, delicatamente per ritoccare le labbra con un pennellino fine.
"Perfetta" aggiunse, squadrandomi meglio, per poi afferrare lo specchio rotondo, riposto sopra il marmo.

Me lo parò davanti, centrando il mio viso. Guardai le mie palpebre, socchiudendone una appena. Un ombretto oro, padroneggiava, ed una sottile linea di eye-liner allungata. Un leggero tocco di blush rosa sulle guance, ed un rossetto rosso vermiglio, a contornare le mie labbra piene.
Le scoccai tra loro, come se fosse la prima volta che mi vedessi le labbra. Erano decisamente più vistose.
Sgranai più volte gli occhi, rimanendo a fissare il riflesso di una nuova me. Mi passai una mano, in modo leggero sulla guancia. Quasi stentavo a riconoscermi. Era una fata o forse una maga.
"Joy...mi piace" sollevai gli occhi lucidi su i suoi, dove un brillio soave, passò per le sue iridi.

"Dai, andiamo" proclamò smorzando il momento di dolcezza, tendendomi la mano per farmi alzare dal panchetto salmone.

La guida fu tranquilla. Strano per una spericolata come Joy. Avrebbe dovuto partecipare a gare clandestine, constatando che bucava tutti gli Stop, e non rispettava mai il limite di velocità. Sopratutto le frenate brusche ai semafori Rossi, con il rischio di ritrovarti un bernoccolo, o un airbag, esploso in pieno viso.
Parcheggiò in uno spiazzato ghiaioso, notando da lontano il locale. Luci luminescenti e dai colori sgargianti, si riverberavano all'esterno del locale, riproducendosi sull'asfalto, per confondersi con i lampioni e con i fari delle macchine.

-Rewinding of me- Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora