Quando tornammo a casa mi chiusi in me stessa. Diedi colpa al filetto, che mi avesse fatto male allo stomaco. In realtà non volevo sentirmi ancora più sporca di ciò che mi sentivo. Stare a letto con Simon dopo aver fatto la depravata con uno sconosciuto. Eppure per qualche strano motivo lui non era così. Lo sentivo così vicino al mio essere interiore, come nessuno.
Mi girai dalla parte opposta del letto, cercando di chiudere gli occhi. Coprendomi meglio con la coperta soffice. Rimasi un po' immobile ed assorta nei miei mille pensieri fissando le pareti candide, dove i ricami della tenda, proiettavano la luce dei lampioni che si manifestava in quegli intarsi, riproducendoli.La mattina mi svegliai, trovando un vassoio adagiato sulla parte destra del letto, con varie pietanze. Un succo di arancia, dei pancake con sciroppo d'acero , dei waffle, e frutta mista. Tra cui le more. Le mie preferite. Notai un bigliettino e spiegazzai le lenzuola calde, per allungare la mano a prenderlo.
Lo aprii, leggendo il messaggio dolce di Simon.-Buongiorno amore mio, spero che la colazione sia di tuo gradimento. Starò via un giorno. Tornerò in tempo per la cena di galà.
Ripiegai il biglietto, prendendomi le caviglie con le mani. Ripensavo ancora a lui, a cosa ci facesse lì o se davvero mi ero immaginata tutto. Forse stavo davvero impazzendo sul serio. Forse era il mio subconscio a volerlo ovunque io andassi. Ad esigere i suoi occhi gelidi, su di me.
Mi alzai, scuotendo la testa per lasciare simili eresie fuori dal mio corpo, e far scorrere solo l'acqua tiepida.
Mi vestii come il mio solito, con una camicetta bianca ed una gonna nera attillata, avviandomi a lavoro.
Salutai Carrie la ragazza addetta alla reception a prenotare appuntamenti, e Jonathan il nostro capo, che era sempre fuori per lavoro. Si fidava di noi. Ultimamente L'azienda non andava bene come prima, ma riuscivamo ad avere un buon profitto, tutto sommato.Aprii la porta dell'ufficio con un cigolio debole, vedendo Joy seduta sulla poltrona in pelle nera, le gambe accavallate ed una lima sulla mano sinistra, per limarsi le unghie della destra.
"Buongiorno" proclamai raggiante, vedendola sobbalzare dalla sedia, portandosi la mano in cui teneva la lima sul cuore."Un altro infarto e ci rimango secca. Ho ancora tanto da dire e ancor di più da dare. Non privarmi di questa gioia" rivelò sarcastica, innalzando un sopracciglio maliziosa.
"Joy, possibile che oltre al sesso per te non conti nient'altro?" La ripresi seria, avviandomi verso la scrivania bianca, e lasciando cadere la borsa dalla spalla, svogliatamente.
Si raddrizzò sulla poltrona, movimentandosi le onde morbide corvino, fissandomi.
"Certo che si. Il cibo, il bere...perché subito dopo avviene l'atto sessuale. In cui ti senti appagata ed è lì che rimangi per prendere altre energie che hai consumato. Come pensi che tenga in forma il mio corpo?!" Affermò sincera e cristallina, tornando a limarsi le unghia, mentre aggiustai la pila di fogli dei progetti, con un tonfo sordo sulla scrivania."Correndo come faccio io?" Le presi un esempio, scuotendo appena la testa.
Posò la lima, tornando a cliccare sul computer.
"Mia cara, a te serve la corsa per sfogarti. Simon non è in grado. Te l'ho sempre detto. E te lo ricorderò anche la mattina del tuo matrimonio. Finché non varcherai la navata" rintuzzò goliardica, mentre mi spostai i capelli con un gesto della mano, esasperata.M'infilai gli occhiali da riposo, ritornando a lavorare senza badare alle solite espressioni scurrili di Joy. Poiché se le avessi detto ciò che era successo, si sarebbe complimentata. Mi sentivo ancora tremendamente male. Avvertivo un nodo allo stomaco, difficile da sciogliere. Si era arrugginito e coagulato con l'altro pezzo di corda, divenendo una cosa sola.
Mi morsi il labbro colpevole ed assorta nei miei pensieri.
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-Rewinding of me-
Mystery / ThrillerKristal Evans, una ragazza da un passato turbolento, nero. Strappata dalla sua famiglia, addestrata per essere frutto di uomini ricchi. Hope Weston, una ragazza che si sta per sposare, un lavoro come arredatrice. Ha tutto ciò che sogna. Un segno de...