-Capitolo 74-

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Erano passate due settimane.
Due nei quali accompagnavo Jhonny a scuola, e le maestre mi facevano i complimenti per avere un nipote così attento ad ogni lezione.
Ci fermavamo a mangiare il gelato dopo scuola, ed ogni volta lo aspettavo seduta sulla panchina, a dei giardini in cui giocava con il suo migliore amico Benjamin.

Mi portavo il libro di Jane Austen, orgoglio e pregiudizio. Nonostante lo sapessi a memoria, era l'unica cosa che mi aiutava a pensare meno ad Alan, anche se la notte da sola, i suoi occhi tornavano per tormentarmi e farmi fare sogni impuri, in cui le sue labbra carnose percorrevano il mio corpo, e si fermavano sulla mia intimità, inchiodandomi ai suoi occhi per mostrarmi come sapeva darmi piacere e portarmi nella dimensione della lussuria.

O ricordavo noi da ragazzi. Quando provai a sottrargli il blocco da disegno, provando a fargli un ritratto che sembrò uno scarabocchio. Le sue prese in giro, ed io mettevo il broncio e le braccia conserte. Ma i suoi baci sulle mie labbra, ed i suoi - è lo scarabocchio più bello del mondo- mi facevano fare mille capriole al cuore.
Come una ginnasta, che faceva volteggiare in aria il nastro di seta con l'asta, così faceva il mio cuore in sua presenza.

Avevo conosciuto per caso, il padre di Benjamin. Si chiamava Calvin.
Si era messo a sedere una settimana fa accanto a me, aspettando suo figlio che scambiava figurine con Jhonny.
Io ero persa a leggere un capitolo del libro, quando sentii la sua voce.

"Orgoglio e pregiudizio. Una romantica" sembrò un'accusa, più che una constatazione su ciò che stavo leggendo.

Mi accigliai sul suo tono da sbruffone, richiudendo il libro con un tonfo sordo, per girarmi a guardarlo. Non doveva avere più di trentacinque anni.
Gli occhi verdi ed i capelli biondi cenere tirati all'indietro.
Indossava un giubbotto di pelle ed una maglia aderente bianca che mostrava il suo fisico delineato, come i jeans slavati che attorniavano bene le sue gambe toniche.

"Qualcosa contro le romantiche?" Gli domandai burbera, vedendolo scoppiare a ridere in modo cristallino, portando un braccio sul poggia schiena di legno della panchina.

"Assolutamente. Dico solo che non si vedono tutti i giorni ragazze che leggono questo genere di libri. Magari preferiscono andare a giro per le vetrine. O in cerca di uomini" innalzò le spalle incurante, guardando suo figlio e poi me, regalandomi un sorriso vero.

"Magari mi piace differenziarmi dalle donne che frequenti" lo rimbeccai saccente, mentre si morse il labbro sottile.

"Magari..." sussurrò roco, per allungare una mano verso di me.
"Sono Calvin, il padre di Benjamin. Jhonny è tuo figlio?" Chiese curioso, innalzando un sopracciglio chiaro e delineato, e portai i miei occhi verso Jhonny che sorrideva e scherzava, sentendo un sorriso nascermi sul volto.

"No" scossi la testa debolmente, per fare ritorno su i suoi verdi e calmi.
"Mia sorella è morta, dandolo alla luce" gli comunicai con una bile in gola, tentando di non piangere.
Quando sentii la sua mano posarsi sulla mia che tenevo sul libro fermo in mezzo alle ginocchia, e sussultai appena.

"Mi dispiace..." affermò carezzevole, aspettando il mio nome.

"Kristal, kristal evans" mi presentai, vedendolo sussurrare il mio nome ed annuire.

"Mi piace" mi comunicò cristallino, sorridendomi, e con lui anche io.

"Anche a me, il tuo" aggiunsi ridendo.

Da quella settimana ci davamo appuntamento sempre lì. Mi aveva chiesto di uscire, ma non era il tempo, il luogo, il momento.
Amavo Alan ed uscire con Calvin sarebbe stato come uscire di nuovo con Simon. Inutile. Il mio cuore aveva un solo spazio, e se voleva Alan lo avrebbe riempito, aspettando i miei tempi.
Non volevo distrazioni, ed a lui andava bene. Era diventato un amico, come Kevin. Mi mancavano lui e Joy ancor di più.
Ma sapevo che chiamandoli avrebbero ceduto alle richieste di Alan di dirgli dove fossi. Ed io volevo aspettare per accertarmi che lui sapesse dove trovarmi.

Non avevo ancora digerito il fatto della memoria.
Dorothy mi aveva spiegato che Alan non aveva potuto impedire il matrimonio, perché Miranda gli aveva fatto un incantesimo.
Ed io credevo che stesse con Vanessa, che in realtà era rimasta incinta da un uomo del locale, che le aveva regalato un anello, rubato.
Sembrava una favola grottesca. Ed invece io aspettavo di vivere la mia favola da regina.

Mi aveva ripetuto più volte che lo aveva fatto perché credeva che fosse il modo migliore per me. Che sapeva che lo avrei odiato.
Come puoi odiare qualcosa che ami più della tua vita?
Ero delusa, amareggiata, ma nonostante ogni cosa, io ero sua con il cuore e con l'anima.

Dorothy veniva a fare spese con me, era come una seconda mamma.
Quando andavamo a fare la spesa, lei si occupava di riempire il carrello di ogni schifezza che io e Jhonny chiedevamo, ed il spingevo il carrello con Jhonny dentro.
Mi aveva presentato la sua ragazzina.
Bionda e con due occhi azzurri sfavillanti.
Erano così belli quando si prendevano timidamente per mano e si isolavano.

L'amore puro ed innocente. Quello che provavo io per Alan era così.

Ed ora mancava una settimana, una per sapere, una per comprendere, una per spazzare via tutto e ricominciare.

-Rewinding of me- Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora