-Capitolo 48-

2.7K 179 153
                                    


Il viaggio in macchina stava divenendo estenuante, esasperante. Sentivo quel macigno che comprimeva il petto, quasi a non farmi respirare più. Sentivo la carenza d'aria, come se mi fosse stato negato respirare, ed inalare solamente, senza poter rigettare. Aumentava la frustrazione, come aumentava il mio ritmo cardiaco.

Tenevo lo sguardo fisso sul finestrino al mio lato, il tragitto del ritorno era più breve, o forse era solo il fatto che stavo lasciando quel posto che mi aveva lasciato tanto nel cuore. Avevo trovato il sentimento tanto ambito, ma non avevo risolto il mistero.
Nessuna parola usciva dalle nostre labbra, solo il rumore del vento fresco e degli uccellini che cinguettavano leggiadri. Sentivo i brividi di freddo percorrermi il corpo, parandomi appena con le mani, come per placare quel senso di freddo, ma non c'era rimedio, lo sentivo vibrare fin sotto pelle.

Avevo la busta con il barattolo, tra le gambe, che ogni tanto si spostava e veniva sballottato, come me, che nonostante avessi una cintura di sicurezza, non avevo arma di difesa, non avevo armi per abbattere questo sentimento che nutrivo per lui.
Mi girai appena con la coda dell'occhio, notandolo tenere saldamente una mano sul volante, dove le nocche erano talmente bianche da divenire pallide, e una sul cambio, quasi a volerlo spezzare. Lo sguardo rigido e glaciale, la mascella tesa.
Sospirai debolmente quasi per paura di farmi udire, riportando l'attenzione al vetro freddo come lui.

Rimanemmo così per tutto il percorso che mi stava consumando, e la voglia di dire anche una sola parola futile, nasceva e moriva nello stesso istante.
Finché non sentii la macchina rallentare a poco a poco, e fermarsi. Talmente persa in un mondo di pensieri, da non essermi accorta che eravamo ad un isolato da casa.
"Sei arrivata" affermò sprezzante, quasi volesse allontanarmi il più in fretta possibile da lui.
Esalai un respiro, portando le mani sulla busta, per poi girarmi verso di lui, che manteneva il suo sguardo in avanti.

"Solo questo hai da dirmi?" Domandai con la bile in gola, e reprimendo qualsiasi singulto che il mio corpo involontariamente voleva far partire.

Ticchettò ritmicamente i polpastrelli sul volante, senza mai incrociare i miei occhi che supplicavano per vedere meglio la sfumatura delle sue iridi magnetiche.
"Ti ho riportata a casa, cos'altro vuoi che ti dica? Cosa vuoi che ti dica?" Ridomandò con più enfasi, accentuando il "cosa vuoi" come se fosse stato esasperato dal mio rimanere lì su quel sedile scomodo.
Mi sganciai la cintura di fretta, tirando su con il naso, ma in modo fievole, impercettibile.

"Non lo so. Non sono contati niente questi giorni per te? Mi hai bacia..." non mi lasciò terminare il mio sproloquio, che si voltò con una tale irruenza, da farmi raggelare il sangue nelle vene. Vedevo i suoi occhi ora, fiamme dentro ad un ghiaccio impossibile da scalfire, mi guardava con una tale intensità ma leggevo solo conflitto e combutta. Demoni che portavamo avanti senza ucciderli.

"Ti ho baciata, ed è stato un'errore madornale, un'errore..." si bloccò un attimo, come il mio respiro ed il mio cuore che decelerava, com'è stato messo in gatta buia, e gli occhi pungere.
Si fece più vicino al mio viso, che sembrava una scultura immobile, incapace di ribellarsi a lui.
Era sempre più vicino, quasi da toccarmi la punta del naso, le sue labbra mi chiamavano a se, mi attraevano, mentre le mie si dischiusero come telecomandate dall'impulso del suo corpo. Si prostrò più in avanti, allungando un braccio, mentre tentavo di schiacciare la mia schiena al sedile, ma con la trepidazione nel cuore.
"Che rifarei" parlò alla fine, con tono intrigante, che avvolgeva e portava in posti sperduti. Fin quando non sentii il rumore secco dello sportello aprirsi al mio lato, voltando lo sguardo e vedendo la sua mano che rilasciava la leva, come ad invitarmi a scendere.
"Vai" ribatté di nuovo con il suo tono duro, e nell'esatto momento che mi voltai per vedere i suoi occhi cosa mi dicessero, si era già voltato verso la strada, impaziente.

-Rewinding of me- Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora