-Capitolo 34-

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La fiamma della candela, sembrava non volerci abbandonare, restando viva in mezzo ai nostri corpi, divisi dal tavolo rotondo.
Assunsi una posizione, più confortevole, accavallando in maniera elegante le gambe. Anche se i suoi occhi torbidi non potevano vedermi le cosce, lì sentivo lo stesso addosso al mio corpo, proprio sul punto debole della mia intimità pulsante.
Mi schiarii la voce, come se niente mi avesse turbata, come se il suo sguardo felino non mi facesse provare scosse. Ed invece andavo in cortocircuito.

"Vediamo...di te so che conosci Simon per avergli fatto vincere una causa, sei un avvocato, ti chiami Alan, e ti piace andare nei nightclub. Oltre ad avere una devozione per lo stalkeraggio" lo schernii scherzosamente, vedendolo abbassare appena il mento, con un sorriso impertinente stampato sul volto, passandosi una mano tra i capelli nero inchiostro.

"Un'analisi approfondita, signorina Weston" mi riprese con il mio stesso tono sarcastico, ma la sua voce rauca era qualcosa d'illegale per le mie orecchie. Abusava dei miei timpani, e neanche se ne rendeva conto. O magari si, e la faccenda di vedermi completamente intimidita, lo eccitava tanto quanto eccitava me.

Mi portai una ciocca dietro l'orecchio, finendo con i polpastrelli a solleticarmi il collo nudo, lentamente, vedendolo seguire il mio gesto. Le sue iridi divennero più scure, quasi divorandomi, finché non tornò più serio. Almeno avremmo giocato ad armi pari.
"Perché un uomo come te, è solo? Voglio dire, senza nessun legame" specificai meglio, usando un tono limpido. Si passò la lingua sul labbro inferiore, prendendo un sorso di vino bianco frizzantino al palato, prima di rispondere.

"Come me...cioè come?" Chiese suadente, innalzando un sopracciglio incuriosito, lisciandosi il mento tra il pollice e l'indice, dove aleggiava un po' di ricrescita. Quanto bastava per farlo sembrare ancor più eccitante se possibile.

Mi sentii avvampare, e le guance tirare lievemente, ed ero sicura di aver scalato una delle tante tonalità del rosso. Potevo dare colpa al vino, peccato che il mio bicchiere fosse ancora mezzo pieno.
Alzai l'indice, ed inizia a girarlo lentamente, lungo il perimetro tondo del bicchiere di cristallo, come a temporeggiare.
Lo guardai da sotto le ciglia, ricoperte di mascara, cercando di sembrare più sensuale. Volevo sedurlo? Cavolo! Lo volevo da impazzire, e non era per niente normale.
"Affascinante, sicuro di sé, misterioso" sussurrai con un tono più basso, piegando appena la testa di lato.

"Hmm. Quindi mi trovi affascinante. Interessante" replicò divertito, dalla mia provocazione. Ma il calore che si espanse verso il basso ventre, mi dava la conferma che il mio corpo era in ebollizione, e non divertito.

"Rispondi" lo incitai più risoluta, ma mantenendo il tono basso. I nostri sguardi s'incrociarono, illuminati dalla candela, che si rifletteva nelle nostre pupille affamate.
Stava salendo la temperatura, e mi sentivo accaldata, fin troppo, vedendo i suoi avambracci fasciati in quella camicia aderente.

"Non amo le relazioni. O almeno non ho trovato una ragazza che abbia saputo tenermi per le palle" spiegò con un tono profondo, come se volesse penetrarmi dentro con ogni singola sillaba. Come a volermi trascinare e rivelare ben altro. Serrai d'istinto, ancor di più, le cosce accavallate, avvertendo quanto il tessuto di pizzo fosse stato madido. Oddio...oddio, signore oddio. Stava prendendo una brutta piega la situazione. Molto brutta. Pericolosa, rischiosa. Ed io non amavo il pericolo. Tenevo la vita programmata come se avessi avuto delle puntine da appendere, ad ogni passo che facevo, per non perdere il filo.

Prese la bottiglia di vino, tenuta in fresco dentro ad un secchiello pieno di ghiaccio. poggiò la mano sul canovaccio, e ne versò un po' nel calice, con una precisione inaudita, facendo fare mezzo giro alla bottiglia, ritirandola su, senza far colare neanche una gocciolina dal collo di essa.
Deglutii il calice di vino, sentendo sollievo alla gola arsa, cercando di distogliere il suo sguardo penetrante, dove il mio era attratto, come un magnete masochista.
"Saresti all'altezza Hope?" Domandò intrigante e netto, senza giri di parole, vedendolo prendere un sorso di vino ed il suo pomo d'Adamo salire e scendere, lentamente, incantandomi. Vedevo le sue dita squadrate sullo stelo del calice, e ciò bastava per ricordarmi della precisione con il quale mi toccava.

-Rewinding of me- Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora