-Capitolo 30-

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Ero tornata nel bar quel pomeriggio, mentre Joy era seduta sulla panca, e sopra un tavolino di legno trovai poggiate due tazze di caffè fumanti, con doppia panna e dei biscotti.
Mi aveva rivelato che per pura casualità aveva incontrato David. La provocava sempre, lo sapevo, e mentre raccontava gesticolando e facendo smorfie disgustate, sapevo che celava la dura verità. Gli piaceva da matti.
Forse era giunta l'ora che anch'io ammettessi a me stessa, che Alan mi trasportava nel suo mistero, e tutto ciò mi attraeva particolarmente.
Mi aveva chiesto il motivo per il quale sembravo appena atterrata sulla terra. Ed in realtà non c'era niente da raccontare. Almeno
niente che fosse normale. Perciò mentii di nuovo. Mentire a lei. Unica amica che avevo. Certe cose è meglio tenerle per noi stessi.

Tornai a casa, e come al solito, Simon mi richiamò per dirmi come andava. Passeggiavo per la cucina, con il telefono, mentre Miranda mi lanciava occhiate dietro le spalle. Potevo sentire i suoi occhi bruciarmi.
Perciò ogni tanto alzavo la voce su frasi del tipo -spero torni presto Simon. Mi manchi- ed il mio tono convinceva. Di questo passo l'Oscar era assicurato.
Ma ero stufa di essere la Hope che doveva attenersi ad un programma di vita. Stufa di essere una pedina, che ubbidiva e basta. Ero una donna, intelligente, indipendente. Le dovevo tutto, ma ad ogni cosa vi era un limite. E lei lo aveva superato. Se voleva la guerra, l'avrebbe avuta. Ma da brava nuora, sorridevo. I sorrisi di Giuda che aleggiavano nello spazio
della cucina, mentre la carne sotto i denti diveniva cemento.

Ripulii tutto in religioso silenzio, poggiando i piatti nella stoviglie, finché non tornai su.
Mi rannicchiai nella mia fedele nicchia, prendendo Orgoglio e Pregiudizio dallo scaffale. Mi sedetti sul cuscino sotto morbido, portandomi le ginocchia vicino al petto, dove poggiai in mezzo il libro.
Lo aprii accuratamente, dove avevo lasciato una piuma grigio perla, come segna libro, spiegando bene quelle pagine cartacee, che profumavano.
Voltai un attimo lo sguardo perso e confuso verso la finestra bianca, poggiando lateralmente la testa, contro il vetro fresco.
Mi soffermai ad ammirare il crepuscolo, con le sue venature arancio, di varie tonalità, e come sfondo una distesa blu intenso. Blu come divenivano i suoi occhi di ghiaccio, quando erano infiammati di lussuria.
Scossi la testa come a rinsavire da pensieri su di lui. Dovevo smetterla di tormentarmi.
Tornai a fissare il libro, concentrandomi tra le righe. Finché la stanchezza non si fece largo dentro di me, portandomi con se.

Una luce potente e calda, si scagliò contro la mia guancia destra, facendomi emettere un miagolio infastidito e distorcere il naso. Finché a poco, non aprii le palpebre, scalciando con i piedi nel vuoto e nella piena sonnolenza.
Mi ripresi in un balzo, tastando con il braccio sinistro nel vuoto, appurandomi che mi ero addormentata sulla nicchia, con ancora il libro aperto sulle mie gambe indolenzite.
Scossi la testa avvilita, e dai sogni irrequieti che ormai impegnavano le mie ore di sonno, toccandomi con la mano, la guancia accaldata è sicuramente rossa.

Mi lavai di fretta, e scesi giù. Appena svoltai l'angolo della cucina, vidi Miranda girata di spalle, con il cellulare all'orecchio.
Forse avrei dovuto lasciar perdere, fare la mia sacrosanta colazione, ed andare a lavorare. Ma qualcosa dentro di me, diceva di prestare attenzione.
Prima che si girasse, passando la mano sul tavolo, come ad eliminare polvere invisibile, mi spiaccicai con la schiena contro al muro.

-Lo sai bene...
Attimo di silenzio. Era al telefono con Simon? Con qualche tenore che cantava nel coro con lei?!?

-Si...ma...
-Lasciami parlare per diamine. Non era ciò che dovevi fare.
-Non è una minaccia, è un avvertimento. Sapevi fin dall'inizio che sarebbe stato così. Smettila...

Non feci in tempo a sentire altro, il cuore pompava più del dovuto e la curiosità era tanta. poiché per sbaglio mi scivolarono i fogli della cartellina, come se il mio corpo avesse reagito da solo, emettendo un tonfo sordo a terra.
Socchiusi le palpebre, mordendomi l'interno guancia, mentre vidi la sagoma di Miranda fare capolino dalla soglia della cucina.

-Rewinding of me- Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora