-Capitolo 57-

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Eravamo rimasti in quel piccolo spazio di paradiso magico, a coccolarci, mentre ero poggiata sul suo petto ed i miei capelli a solleticargli l'incavo del collo, mentre i miei polpastrelli ancora febbricitanti, disegnavano dei cerchi intorno alle sue piccole aureole di un rosa carne più scuro.
Una leggera peluria a far da scena, lungo tutta la linea verticale del suo corpo, che si andava ad armonizzare con la peluria del suo pube.
Gettai un'occhiata fugace al suo membro rilassato, avvertendo ancora una contrazione forte al basso ventre, che si tese, ricordando la scena di poco prima. Era stato ancora più intenso della notte prima. Era stata pura magia che vibrava nell'aria, rendendo partecipe ogni mio organo, se non quello più importante, che ora batteva un ritmo regolare che si adeguava al suo.
"Ti sei addormentata? O stai semplicemente ammirando il mio cazzo?" Si fece teneramente beffa di me, con la sua voce dolce ma rauca, che mi portò a sospirare e tingere le guance di un rosso vino.

Mi schiarii la voce, contraendo appena le labbra tra loro, per cacciare fuori una voce quantomeno convincente. Beh non avevo molte scusanti, l'appetito non mi mancava.
Mia cara Hope stai diventando una vera pervetita!
Mi ricordò la mia vocina, e potevo solo darle maledettamente ragione. Lui mi spingeva ad essere tale, e non me ne vergognavo.
"Io...io no, stavo solo...mi stavo rilassando ecco" apostrofai in mia difesa, riuscendoci talmente male, da poter sentire la sua risata rimbalzare dallo sterno e fuoriuscire dalle sue labbra, sembrando quasi una canzone, talmente era limpida.

Finché non sentii la sua mano premuta sul mio fianco, rafforzare la presa e girarmi in uno scatto repentino, distendendomi supina.
Spalancai le labbra per lo stupore, risalendo con lo sguardo su i suoi occhi dai bagliori argento e ghiaccio del tutto sciolto, non più quello freddo che incuteva timore ed eccitamento. Questo sembrava solo trasmettermi fiducia, promessa, amore, qualcosa che mi trascinava a maggior ragione dentro il sentimento che ormai era palese per tutti. Ero innamorata del mio mistero.
"Sei una piccola bugiarda" soffiò mellifluo e sarcastico, avvicinandosi alle mie labbra che meccanicamente si dischiusero e si protesero leggermente in avanti, avvertendo sempre quel senso di aridità, e quel fremito di libellule che volavano leggiadre nel mio centro pulsante.

"Forse! Ma...tu stai decisamente guardando in modo sfacciato i miei seni" ribattei nel suo stesso tono, per avere almeno una piccola rivincita che pareva succulenta, per rendermi vittoriosa, ed innalzai un sopracciglio a mo' di sfida.

Sentii la sua mano ruvida, scendere verso il mio fondoschiena, fino ad arrivare con i polpastrelli ad accarezzarmi la spaccatura delle natiche, facendo sorgere il suo sorrisetto laterale e sfrontato.
"Almeno io lo ammetto. Adoro vedere i tuoi seni premuti contro la stoffa del lenzuolo, mi eccita in una maniera incredibile" rivelò più intriso di passione e roco, dividendo la distanza dei nostri volti, fino a far combaciare le nostre bocche ancora assetate ed affamate, facendoci sfuggire un ansimo che restava dentro di noi cesellato.
"Vado a farmi una doccia. Tu fai ciò che ti senti" mi confidò amorevolmente, dandomi un ultimo bacio a stampo, dove chiusi gli occhi assuefatta, assaporando il suo sapore mistico, prima di sentire il materasso rilassarsi appena, e la visuale dei suoi glutei scolpiti, a farmi trasognare come una ragazzina alla prima cotta adolescenziale.

Mi issai dal letto, ancora intorpidita ma estremamente rilassata, sentendo lo stomaco emettere dei brusii. La fame iniziava a farsi sentire.
Mi avvicinai al comò intarsiato, frugando dentro la borsa alla ricerca del cellulare.
Misi a fuoco la vista, sul display luminoso, notando quattro chiamate da Simon ed un suo messaggio. Sentii una fitta schiantarsi sul mio stomaco, come ad essere stato scaraventato un masso sopra, azzerando la salivazione scarsa di per se.
Innalzai l'indice tremolante, per sbloccare lo schermo, e visualizzare il messaggio.

Da Simon
-Potevi almeno avvertirmi che non saresti tornata. Fortuna che c'è ancora chi risponde al cellulare ed ha tolto la mia preoccupazione. Ti ho lasciata spaesata ieri e non trovarti in casa mi ha fatto sorgere paure, su cosa ti poteva essere successo.
Ogni tanto sentilo questo diamine di telefono.

-Rewinding of me- Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora