Per tutta la notte non avevo chiuso occhio. Avevo ancora impressa l'espressione solenne di Vanessa, nel disintegrare l'ultimo pezzo di me, con le sue parole che mi causavano una disfunsione degli organi.Come di consuetudine, prima del gran giorno, Simon dormì a casa sua, mentre io andai da Joy, che mi cedette il suo letto caldo e morbido, lasciandomi piangere in silenzio, e cullarmi da sola, carezzandomi le braccia fredde come marmo.
Il buio proteggeva il mio volto arrossato, e l'alba si elevò troppo presto, donando luce a quell'oscurità che infestava il mio cuore.
Gettai un'occhiata all'abito candido, rilegato nel nylon trasparente, appeso alla gruccia, sul pomello bianco dell'armadio.
L'anta fatta in specchio nel mezzo, rispecchiava la mia figura a sedere, poggiata con la schiena contro la testata in ferro battuto beige, e le mie mani che stringevano le lenzuola di lino color panna con delle rose disegnate lucide in rilievo, volendole tenere come arma di difesa.
Non puntai mai lo sguardo sul mio volto, avrei trovato frustrazione, tristezza, ansia, afflizione, arresa.
Si perché oggi mi sarei arresa e mi sarei concessa in sposa a Simon.Mi passai tre dita sudaticce, sotto la rima cigliare, vestendomi di un sorriso tessuto come le perle che riempivano il corsetto.
Finché non sentii il cigolio tenue della porta aprirsi, e la voce squillante di Joy cantare il motivetto."Tanti auguri a te, tanti auguri..."si fermò sulla soglia, con un muffin sul piattino ed una mano a parare la fiamma della candeline rosa, scrutando il mio volto.
"Tanti auguri zombie, tanti auguri a te" terminò goliardica, facendomi nascere la prima risata cristallina della giornata, mentre mi sventolai una mano davanti agli occhi. Lacrime di gioia e di dolore volevano scorrere insieme, ma si fermarono appannando appena la mia vista, facendola tornare lentamente normale."Grazie Joy" proclamai serena, vedendola avviarsi verso di me, e mettersi a sedere sul letto, guardandomi e facendomi cenno con la testa piegata di lato, dove i capelli neri le ricaddero sulla spalla sinistra, di spegnere la candelina.
Corrucciai le labbra in una smorfia, ma la sua espressione era un chiaro segnale di obbligo, perciò inalai più ossigeno possibile, e soffiai la negatività che spense la fiammella vivace, mentre poggiò il piatto sul letto, battendomi le mani entusiasta.
"Dopo tutto è sempre anche il giorno del tuo compleanno bella addormentata" affermò tranquilla e di un'energia che scacciava via ogni tristezza possibile, per alleggerire il mio cuore, scrollando le spalle in maniera altezzosa.
Afferrai il piatto, sentendo un certo languorino solleticarmi il palato, e azionare le mie papille gustative che avrebbero gioito di quel muffin cosparso di glassa al cioccolato. Ma appena presi il piatto, mi schiaffò debolmente la mano.
"Ferma lì" mi ammonì quasi con tono severo, mentre sgranai gli occhi lamentandomi con un verso.
"Prima serve una foto per Instagram" bofonchiò solenne, e mi passai una mano sulla fronte accaldata in maniera esasperata. Non sarebbe mai cambiata ed io l'adoravo esattamente così.
"Direi che di prima mattina, struccata e spettinata, potrei passare per uno spaventapasseri. Di conseguenza avresti pochissimi cuori" la redarguì bonariamente, ma la vidi fare spallucce, come se la cosa non la toccasse.
"Correrò il rischio" ribatté non curante, portandosi il telefono davanti al viso e scattarmi una foto, con il dolce in mano ed un sorriso genuino finalmente, ad incorniciare il mio volto ovale.
Terminammo di mangiare il dolce, facendo a metà, e combattendo con le forchettine per l'ultimo pezzetto che ovviamente andò alla festeggiata, per iniziare a prepararci.
Non avevo chiamato nessuna estetista, poiché voleva occuparsi Joy di trucco e parrucco, e se c'era una persona a cui potevo affidare tutto di me, era proprio lei.
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-Rewinding of me-
Mystery / ThrillerKristal Evans, una ragazza da un passato turbolento, nero. Strappata dalla sua famiglia, addestrata per essere frutto di uomini ricchi. Hope Weston, una ragazza che si sta per sposare, un lavoro come arredatrice. Ha tutto ciò che sogna. Un segno de...