-Capitolo 2-

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Tornai a casa, parcheggiando l'Audi, grigia metallizzata, dinanzi all'entrata del garage dal bandone bordeaux.

Aprii il cancelletto in ferro battuto, per salire gli scalini in cotto, e aprire la porta di legno di casa.
Sentii un'odore speziato, assalire le mie narici, e spargersi tra le mura bianche, di casa. Probabile che Miranda, stesse cucinando per stasera.
Mi sfilai il cappotto, appendendolo dietro al gancio della porta, e lasciai cadere dalle spalle svogliatamente la borsa, sul divano blu in tessuto.

Andai verso la cucina, trovando Miranda girata di spalle, con un tubetto di spezie tra le mani.
"Sembra buono" proclamai cristallina. Si girò sobbalzando e portandosi una mano sul cuore come ad averla spaventata.
"Scusa Miranda. Pensavo ti fossi accorta del mio arrivo" aggiunsi pacata e dispiaciuta, facendole intendere dello scatto della serratura e del rumore dei tacchi sul parquet rovere.

"Tranquilla mia cara. Ero intenta a preparare il pollo al curry" affermò soave e docile. Aveva sempre quella grazia nel dire le cose. Si aggiustò la pezza che teneva fermi i suoi capelli ricci, posando il tubetto nell'anta della cucina marrone intarsiata, dai pomelli dorati.

"Direi che finisco e possiamo andare a vedere le bomboniere" si rigirò verso di me, che presi del succo di pompelmo dal frigo, versandomene un po' nel bicchiere di vetro. Annuii, prendendone una sorsata che mi alleviò un po' di bruciore che avevo alla gola. Forse una frescata.

Andai al piano di sopra, salendo le scale di legno lucido per avanzare verso la mia camera. Quella che ormai condividevo con Simon.
Aprii le ante dell'armadio a specchio, ispezionando i vestiti, ed optai per uno turchese. Ero agitata e non sapevo neanche io perché. Forse mi sentivo oppressa dai preparativi del matrimonio, forse non ero pronta per quel passo. Ma che diavolo mi saltava in mente? Ero pronta...prontissima!

Aprii il rubinetto, riempiendo la vasca e spruzzandoci all'interno di quell'acqua cristallina, del bagnoschiuma alla pesca. Guardai il bagnoschiuma divenire un soffice ammasso di schiuma, e piccole bolle limpide, si elevarono in aria come spinte da una gravità superiore.
Mi sfilai la gonna e mi slacciai la camicetta bianca, come la biancheria. Poggiando tutto dentro il cesto in vimini ed infilarmi in vasca, reggendomi al bordo per non scivolare.
Sentii il marmo freddo al contatto con la mia pelle accaldata. Ma ci abituiamo a tutto. Anche questa frase faceva la sua comparsa magica. Pensieri incogniti che si formavano dentro. Si tessevano tra loro ma non portavano a niente. Se non a l'immenso vuoto. Cercavo di scavare come una gru su quel terreno fertile.

Chiusi gli occhi, portandomi le ginocchia al petto e poggiare le braccia stese su di esse.
Era l'unico momento in cui mi rilassavo, a parte la corsa mattutina. Lo sciabordare dolce dell'acqua mi aiutava a pensare. Mi rinsaviva dall'intorpidimento, e diveniva sempre più calda.

"Cara, sei pronta?" Udii la voce di Miranda al piano di sotto, e staccai l'interruttore dei pensieri, che non sfociavano in niente. Annegavano in quell'acqua ora un po' meno limpida, e non tornavano a galla per farsi acciuffare.

"Arrivo" alzai la voce per farmi sentire, alzandomi. Sentii una lieve pelle d'oca colpirmi appena. Allungai il braccio verso il telo affisso sul riscaldamento, e lo avvolsi attorno al mio corpo esile. Non ero magrissima. Potevo dire di avere le curve al posto giusto, e la corsa aiutava a mantenermi in perfetta forma. Anche se non ci badavo più di tanto. Amavo mangiare, ma puntualmente ogni volta che uscivo con Simon, mi dovevo restringere e stare seduta in maniera scomoda, in posti che non erano per me. Odiavo i ristoranti di lusso, lo sfarzo, la gente che ti squadrava. Amavo la tranquillità, la natura. Tutto ciò che inebriava i mie sensi e mi accendeva come lucciole notturne. Lì era il mio posto. Persa ad ammirare una distesa di stelle e non riconoscerle. Ma unire quei puntini come le pagine dei giornali che vendevano dal giornalaio, e poter immaginare qualsiasi cosa. Il volto di una donna, una macchina, due bambine che si tenevano la mano. Queste erano le immagini che prettamente riuscivo a notare, collegandoli.

-Rewinding of me- Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora