-Capitolo 51-

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Mi preparai, contando le gocce dello scroscio proveniente dalla doccia, come sola distrazione, per non riempirmi la testa del suo pensiero. Dovevo bloccare quelle immagini. Non pensarci. E l'unica cosa era questa.
Joy mi aveva già mandato ripetuti messaggi su whatsapp, di quanto era felice di fare un'uscita a quattro, e di quanto meno era felice di vedermi spenta, senza più quella luce che mi regalava il solo ricordarmi i suoi occhi che avrei rivisto. Mentre ora...ora sapevo bene che non li avrei rivisti.

Mi misi un tubino nero semplice, ed un paio di decoltè aperte davanti, del medesimo colore.
Mi raccolsi i capelli in uno chignon basso, e due orecchini a perla, a dare luce al mio volto. Se non altro, era pura impressione. Come tutto. Niente è come sembra.

Mi sedetti sul letto, allungando il braccio per prendere quel barattolo che faceva male, ma mi riempiva al tempo stesso. Lo girai tra le mani, strofinando i palmi sul vetro, e tentando di rivedere il suo ghiaccio argenteo, attraverso quello strato, dove alcune lucciole, rabbuiate, emanavano già il loro candore splendente.
Finché non sentii la maniglia del bagno, abbassarsi con uno stridulo, e riposai di fretta il barattolo con un tonfo sordo, sul comodino.
Vidi la sagoma di Simon materializzarsi, frizionandosi con un asciugamano, i capelli castani ed un sorriso rivolto verso di me.

"Noto che sei già pronta" mi fece osservare, ciò che già sapevo, lanciando uno sguardo al mio tubino, con un cenno di apprezzamento con la testa.
"Dammi un attimo. Mi preparo e usciamo" aggiunse, ricevendo solo da me un cenno di assenso. Sembrava che ogni volta non avessi nulla da dire. Sembrava che forse non riuscivo a sostenere il suo sguardo, per essere andata alla deriva, con chi mi aveva lasciato da sola in mezzo ad un mare sconosciuto, e abbandonato in quelle acque gelide come i suoi occhi. Ma non era così. Non mi sentivo in colpa. Non mi logoravo dentro per ciò che era successo. Lo avrei rifatto altre mille volte. In altre mille vite. Ma ciò che mi faceva male, era non poter vedere lui, e lasciare che la mia vita scivolasse addosso a me, come questo tubino, un po' stretto, un po' scomodo, ma non avevo di meglio e mi accontentavo.

Sentii una vibrazione del cellulare, e sussultai senza volere, facendo scricchiolare le molle del letto, mentre Simon era intento ad agganciarsi i bottoni perlati della camicia di lino celeste.
Lo guardai un attimo, per poi direzionare il mio sguardo verso l'iPhone, e prenderlo con mani tremanti.
Poteva essere lui? Magari mi cercava per una spiegazione di una sua dannata assenza?
Ma ogni mia domanda, veniva spazzata via, quando accesi il display e mi resi conto che era solo Joy.

Da Joy
-Vi aspettiamo al locale.-

"Chi è?" Guizzai lo sguardo frastornato. Poiché ero rimasta a fissare il telefono come inebetita, verso Simon che nel mentre si era finito di preparare, cospargendo un po' di gel su i capelli, e guardandosi allo specchio, con le mani su quei ciuffi per armonizzarli tra loro.

"Joy. Ci aspetta al locale" affermai semplicemente, senza aver altro da aggiungere.

Aprì la porta, come per invitarmi ad alzarmi dal letto che sembrava così comodo, da non voler abbandonare un porto sicuro. Ma a fatica, decisi di alzarmi e mi lisciai il vestito, per sentirlo solleticarmi le ginocchia, ed afferrai la pochette, adagiata sul comò di legno intarsiato, prima di uscire dalla porta, e sentire Simon richiuderla alle mie spalle. Quando mi prese per l'avambraccio, prima che potessi scendere il primo scalino, facendomi fare un mezzo giro verso di lui, che si avvicinò al mio volto, lasciandomi un bacio casto sulle labbra.
"Sei bellissima vestita così" soffiò roco quelle parole, che mi fecero sorridere appena, ma forse ormai ero abituata a fare solo sorrisi.

Mi staccai dolcemente, per scendere le scale, con i tacchi e la suola delle sue scarpe di vernice riecheggiare, trovando sulla soglia della porta, una Miranda che stava appena entrando, sfilandosi il trench di dosso.
Ingoiai un magone senza volere, sentendo la trachea restringersi ed in un attimo i suoi occhi, arpionarsi ai miei, così scuri da non riuscire a vedere il motivo di tutto quell'astio, finché non li guizzò gioiosi verso Simon.
Brutta serpe!

-Rewinding of me- Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora