-Capitolo 25-

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Pov.alan

Sentii il suo battito irregolare, ed il suo fiato caldo, dissolversi nell'aria in sospiri deboli e pieni di voglia.
La stessa che avevo io, di sentirla di nuovo ansimare.
Come se quel legame non si fosse mai spezzato tra di noi.

"Vorrei ribellarmi. Ma...ma no...non ci...riesco" balbettò sommessa ed affranta, sentendo lo scatto delle manette, che la tenevano ferma, sulle sbarre in ferro battuto della testata.
Ed i suoi occhi azzurri, gridavano suppliche esasperate. Sapevo che il suo cuore scalpitava, e le sue labbra che ora s'inumidì volevano di più. Ciò che ancora non potevo darle.
Le portai l'indice sulle sue labbra dischiuse e morbide, vedendola scivolare lo sguardo sul mio dito, e chiudere appena le palpebre.
Finché non aprì le labbra, leccando con la lingua il mio dito, come se fosse stata la cosa più prelibata del mondo, portandoselo dentro la bocca per succhiarlo avidamente, mugugnando e rilasciandolo piano. Gustandosi tutto, facendomi salire la voglia prepotente di averla e possederla.

Riaprì le palpebre, e mi guardò con sguardo famelico da sotto le lunghe ciglia adornate da mascara, mentre mi morsi il labbro ed allontanai il dito dalle sue labbra calde e vogliose, per privarla di quei pochi indumenti che facevano da barriera. Che nascondevano quel poco, ma di quel poco ne esigevo per avere tutto.
Passai le mani sotto la sua schiena, per sganciare il corpetto, e come se lo sapesse, si sollevò appena, quanto le fosse possibile, sentendo il rumore metallico delle manette, strusciare sull'aste di ferro.
Portai il viso vicino al suo, vedendola abbassare appena lo sguardo e mordersi quel dannato labbro. Mi fermai un attimo, vedendola destabilizzata, finché non portai il pollice sul suo labbro, fermando l'assalto dei suoi denti.
La sentii sospirare eccitata ed esasperata, mentre con la punta del naso disegnai il contorno del suo viso aggraziato. Dei suoi zigomi pronunciati, fino ad appoggiare il labbro superiore sul suo lobo che andava in fiamme. Come a voler avere una conferma, di tralice potei notare le sue gambe stringersi, per un'improvvisa vampata. Ed un sorriso di soddisfazione venne naturale.
"Fai la brava piccola" le intimai rauco, ed un altro sospiro arrivò al ritmo del suo cuore, annuendo debolmente con la testa, per farmi finire di sganciarle il bustino.

Glielo tolsi irruente, come se non aspettassi altro che vedere i suoi seni fuoriuscire, e gustarmi quei capezzoli turgidi che mi chiamavano volenterosi di essere leccati.
Mi allontanai appena, prendendola per le gambe, portandola a sbattere la schiena contro il letto dove le molle cigolarono, e le manette strusciarono violente.
I suoi occhi erano un mare in tempesta, bisognosi di esplodere in un'orgasmo che le avrei procurato. Cazzo! Avevo una fottuta voglia di sentirla ansimare e dimenarsi sotto di me.
Non ribatté, come se la sua lingua fosse stata inghiottita ed avesse perso l'uso della parola, lasciandosi completamente alla mia mercé.
Ed ero compiaciuto, eccitato, elettrizzato dall'effetto che il mio sguardo aveva sul suo corpo febbricitante.
Con l'indice ed il medio tracciai la linea tra i suoi seni, quella piccola spaccatura che li divideva, sentendola fremere senza smettere di guardarmi. Come a voler mantenere quella connessione. E la musica del locale arrivava ovattata alle nostre orecchie.

Scesi più giù, verso il suo basso ventre, afferrando con le mani i lembi del perizoma, sfilandoglieli in un colpo solo, lasciandolo perso da qualche parte, disteso al suolo a giacere.
Sentii le sue gambe molli, e mi avvicinai alla sua intimità. Il suo odore che mi dava alla testa da sempre. Sapeva di donna e di bambina al tempo stesso. Avevo capito che aveva avvertito il mio alito caldo vicino alle sue labbra bollenti, mentre si passò la lingua sulle sue labbra aride.
Le accarezzai con una mano le caviglie, salendo fino al polpaccio e sempre più su fino all'interno del ginocchio, tracciando con l'indice dei cerchi, sapendo che era la sua parte sensibile. E sentire un suo ansimo debole mi fotteva completamente.
Le lanciai un sorrisetto incurvato all'insù, mentre scesi con il viso verso il suo interno coscia, per lasciarle un bacio umido, ed un altro piccolo ansimo arrivare. Finché con la lingua non tracciai il percorso fino all'inguine, gustandomi il sapore salino della sua pelle diafana.
Mi abbassai di più con il corpo, sentendo il membro pulsare dentro ai pantaloni, con la voglia di uscirlo e scoparla come non mai, in ogni modo, in ogni posizione che mi avrebbe offerto. Ma non ora, non così.
Rimasi affascinato a vedere dal basso i suoi seni rotondi e sodi, oscillare ogni tanto, ed i suoi capezzoli indurirsi sempre di più.
Scesi con la lingua fino alle sue pieghe calde ad accoglienti, che non chiedevano altro che attenzioni.
Assaporai il suo gusto, sentendo le manette sbattere contro l'inferriata, e dimenarsi, quando con la lingua picchiettai il suo clitoride, e le divaricai di più le gambe, gemendo dentro di lei. I suoi ansimi trattenuti, che minacciavano di uscire prepotenti dalle sue labbra prive di salivazione.
Inarcò la schiena, spalancando le labbra che emettevano dolci ansimi.
"A...a...Alan" invocò il mio nome con voce calda ed intensa, intrisa di eccitazione, e solo il sentirla sussurrare il mio nome vogliosa, mi spinse maggiormente a penetrarla in un colpo solo con la lingua, disegnando dei cerchi per gustarmi ogni sfaccettatura del suo sapore dentro le sue pareti vaginali, che si stringevano intorno a me.

-Rewinding of me- Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora