grocery madness

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Ci sono due tipi di persone: quelle che si rilassano andando a fare la spesa e quelle che comprano le cose online. Poi ci sono io, che vengo trascinata a forza da mia mamma a fare la spesa con lei e il mio fratellino. E cosa c'è di meglio di un supermercato? Un discount chiaramente. E meglio di un discount? Un discount nel periodo natalizio. Eccole lì. Le armate di anziane.  Le vedo già alle porte, a fare a gomitate tra le corsie , carrellate sugli stinchi e i cosi dove si infilano le monete (termini molto tecnici ovvio) sparati tra le costole. Lotte all'ultimo respiro per le arance e i pomodori. Vogliamo parlare della calca alle bilance che neanche ad un concerto di Beyoncé? Dopo essermi fatta largo tra due signore anziane che litigano per l'ultimo pacco di sfoglie scontate "Maurizio diglielo tu che mi servono per il pranzo di Natale!" "Alberto dille che mi servono per il cenone!" Guardo i poveretti con un'espressione dispiaciuta e raggiungo un punto di vuoto. Tiro un sospiro di sollievo e mi appoggio sul carrello riflettendo se dimezzare la lista in modo da fare più veloce oppure gettare un pó di cose a caso nel carrello quando mia mamma mi raggiunge con il mio fratellino per mano , costringendomi a darle la lista e distruggendo il mio piano di salvezza. "Ho dimenticato lo zucchero! Puoi andare a prenderlo tu?" La guardo boccheggiando "non. . Non avrai intenzione di farmi attraversare quell'inferno con il carrello di nuovo!" Gemo con fare drammatico , lei scuote la testa e risponde "no no tranquilla lasciami il carrello" non me lo faccio ripetere 2 volte e schizzo alla ricerca dello zucchero nelle corsie precedenti. Attraverso un paio di corsie, recupero lo zucchero e mi avvio verso la corsia dove ho lasciato mia mamma. Sono nella corsia di fronte, perciò non mi resta che attraversare il fiume in piena che divide le due corsie, faccio passare un pó di persone e poi decido di tentare la sorte. Sono a metà strada , ho le spalle tese e trattengo con tutte le forze le parolacce che minacciano di uscire dalle mie labbra ogni volta che qualcuno mi dà una spallata, quando un paio di braccia calde mi avvolgono. Per un attimo rimango spiazzata. Poi riconosco la familiarità delle sue braccia, il suo profumo e la sua risata. Le mie spalle si sciolgono subito e scoppio a ridere anche io. Cerco di ricambiare l'abbraccio, perciò allungandomi un pó deposito lo zucchero da qualche parte (se tutto va bene qualche carrello) in modo da avere le braccia libere e poterlo abbracciare bene. "Sembravi così sperduta che non ho resistito! La mia bimba sperduta !". Io arrossisco e nascondo il viso nel suo petto, passando le braccia all'interno del giubbotto aperto e circondandogli i fianchi. Come facevamo sempre in classe. "Il mio Peter pan!" Rispondo con gioia. Ci guardiamo negli occhi e io mi perdo nel mare azzurro che sono i suoi quando qualcuno mi tira una gomitata. Le mie spalle si fanno tese, un lampo mi illumina gli occhi ed inizia a formarsi il mio sorrisetto storto che vuol dire "ora sono cazzi amari". Lui se ne accorge e mi stringe al suo petto tenendomi una mano sulla testa in modo che non mi possa girare e mi trascina via. Io decido di fargli un succhiotto sulla pelle della clavicola scoperta dalla maglia larga. Lui emette un gemito roco di sorpresa , già, conosco anche io i suoi punti sensibili, e mi libera dalla sua stretta. Ci allontaniamo di un passo e ci guardiamo con aria di sfida. Poi scoppiamo a ridere appoggiandoci fronte contro fronte , "mi sei mancata Wendy" io sorrido "mi sei mancato Peter. " . Poi lui mi bacia dolcemente tenendomi per la vita, ed è come se il tempo si fermasse,come se non ci fosse più nessuno. Solo noi. Nella nostra bolla, nella nostra Isola che non c'è. Interrompiamo il bacio e parliamo per qualche minuto. Dopodiché ci salutiamo con la promessa di rivederci presto, e magari non in un supermercato. Mi bacia di nuovo e poi ci separiamo. Sono al settimo cielo, mi dirigo verso mia mamma toccandomi le labbra con le dita, ancora incredula, con ancora il suo sapore sulle mie labbra. Mia mamma mi Guarda malissimo e mi dice "quanto ci hai messo? Ma cosa stavi facendo? " io faccio un sorriso ebete ed inizio "non ci crederai mai. . . " ma lei mi interrompe subito "e lo zucchero?". Una sensazione gelida mi ricopre completamente, merda. Lei senza proferire parola mi indica la corsia, io emetto un lamento di disperazione e mi avvio trascinando i piedi a terra sussurrando tra me e me "maledetta spesa. Maledetto zucchero. Mai più. Mai più. ".

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Una piccola storia ispirata da una brutta giornata al supermercato 😧😧
Non è molto lunga ma spero vi piaccia ❤

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