different together - part 2 (him)

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Mi massaggio le tempie cercando di concentrarmi su qualsiasi cosa che non sia le urla dei miei cosiddetti amici, sono piuttosto certo che a fine serata non sentirò più niente, come anche sono piuttosto certo che non tornerò molto lucido: se non ti ubriachi sei fuori dal giro, sei debole.  Di finire la pizza non se ne parla ci sono più sputi sopra che condimento , a quanto pare ho scelto il posto sbagliato dove sedermi. Alzo lo sguardo e vedo lei : i capelli scuri che le ricadono davanti al viso, gli occhi castani dal taglio orientale sono scuri, hanno sempre un'ombra che impedisce di vedere le sue emozioni. Non sembra felice neanche lei di essere qui. La sua amica le poggia una mano sulla spalla e le sussurra qualcosa all'orecchio, un boato di risate si riversa intorno a me, non sento neanche cosa dicono e sinceramente mi interessa gran poco . Lei riprende a giocherellare con il contenuto del suo piatto, le spalle incurvate ed un braccio attorno al suo petto , come se volesse proteggersi da sola. Lei fa così. Si chiude in sé stessa e non permette a nessuno di avvicinarsi, è così forte perché conta solo su sé stessa ma lo vedo nei suoi sorrisi tristi che ha bisogno di qualcuno che allunghi una mano verso di lei . È così piccola e fragile, è la prima volta che la vedo con un vestito, di solito indossa maglie di 3 taglie più grandi , e quando la vedo con quelle maglie vorrei tanto stringerla tra le braccia e accarezzare i suoi fianchi morbidi, quando si morde il labbro in quel modo vorrei spingerla contro il muro fregandomene di tutti e baciarla , vorrei assaporare il suo profumo e arrotolare tra le dita i suoi capelli.. sono perso tra i miei pensieri quando mi accorgo che i suoi occhi sono fissi sui miei, colgo il suo nome vicino a me, dietro di lei vedo un ragazzo con una bacinella piena d'acqua , apro la bocca per avvertirla ma non faccio in tempo. L'acqua la travolge completamente, lei boccheggia, i vestiti zuppi si incollano al corpo sottolineando il fisico morbido ma asciutto, una fitta di gelosia mi pervade. . Lei è roba mia . Ma la gelosia viene subito sostituita dal dolore e dalla rabbia, il muro che si era costruita è crollato , ora nei suoi occhi leggo dolore, imbarazzo e rabbia, abbassa lo sguardo e stringe i pugni, le lacrime le rigano le guance, come faccio a sapere che sono lacrime e non acqua? Non lo so. Ma sento che io e lei siamo più connessi di quello che sembra , perciò la fitta di dolore che sento al petto mi dice che lo sono. Mi alzo facendo cadere la sedia, lei spinge il ragazzo e inizia a correre, le risate riempiono il patio, la sua amica la chiama ma lei non si volta nemmeno. Mi avvio per seguirla, questa sera non ho intenzione di stare a guardare. Adesso basta. Questo non sono io! Non posso perderla. Mi avvicino al ragazzo con il secchio in mano, lui ride fiero e alza la mano verso di me aspettandosi che io gli batta il 5, invece decido di tirargli un pugno in faccia. Il suono dell'impatto del mio pugno sulla sua mascella mi dà una meravigliosa sensazione di soddisfazione e la carica ideale per andare a fare quello che è giusto: prendermi  quella ragazza . Le urla e le risate scoppiano dietro di me mentre mi allontano di corsa per trovarla . Dove potrebbe essere? Dopo averci pensato un pó mi ricordo di averla vista spesso al parco poco distante con le cuffie, di solito si siede sotto al grande salice piangente con un libro in mano , deve essere sicuramente lì. Penso che sia il posto che la rispecchia di più, una pianta meravigliosa e unica, quasi fatata , che però invece che ergersi fiera come dovrebbe si richiude su sé stessa per proteggersi dagli altri. Le foglie scricchiolano sotto i miei passi , la vedo: è accovaciata con la testa sulle ginocchia e le braccia intorno alle gambe. Non alza nemmeno lo sguardo quando sposto i rami "lascia stare . . Torna a goderti la festa... non sarei dovuta venire a prescindere. . Io non sono come loro . . Non posso fare parte di quel mondo, è troppo complicato. . Vai. . . Non ne valgo la pena" dice lei , è la prima volta che la sento così: la voce completamente prosciugata da ogni emozione. Una fitta di dolore mi trapassa il cuore, la guardo : è lì seduta tremante con la schiena appoggiata al tronco , i capelli scuri con le punte arricciate , ancora  qualche piccola goccia d'acqua che le imperla la pelle... sembra così fragile, vorrei solo tenerla tra le braccia e dirle che andrà tutto bene, ma non posso farlo perché so che lei non lo accetterebbe mai. . Penserà che sia solo uno scherzo. Mi passo le mani tra i capelli e decido di smettere di pensare ai "se" e ai "ma "  . . " e chi lo ha detto che non ne vali la pena?" Dico con sicurezza, quando lei sobbalza e alza lo sguardo verso di me la mia sicurezza inizia a cedere, nei suoi occhi vedo confusione e poi più niente. Il muro si è rialzato. Lei si volta "tutti a quanto pare... " , "io no. " dico fermamente. Lei fa una risata amara scuotendo la testa "credici" ribadisce con freddezza. Una fitta mi colpisce di nuovo. . .è quello che temevo. Ma non posso rinunciare, non voglio  rinunciare. Ho bisogno di guardarla negli occhi, di leggere le sue emozioni e capire se lo pensa sul serio. . Perché so che c'è di più. Io e lei siamo connessi , non può essere solo una mia sensazione. Le prendo il mento con pollice e indice e la costringo a girare il viso verso di me, i suoi occhi nei miei . . Tutto sembra così giusto. Ho paura che mi odi perché non sono mai intervenuto, ho paura che mi detesti perché non ho mai allungato una mano verso di lei, e ora vengo qui a fare tutto il romantico? Il paladino della giustizia? Forse è troppo tardi . Il suo respiro caldo sulle mie labbra mi fa perdere un battito e tutto sembra perfetto. Poi lo vedo, i suoi occhi tornano offuscati. La sua barriera si rialza e il gelo prende il controllo della sua voce. E dalle sue labbra esce esattamente quello che mi spaventava di più, più del rifiuto: l'odio. "Allora perché non hai fatto nulla? Perché non fai mai niente quando ridono di me? Perché quando sono da sola in un angolo non vieni da me?" , le parole sono lame affilate che mi colpiscono, la cosa che fa più male è che è la verità. Non sono certo meglio degli altri. Non rispondo perché non posso difendermi, volto la testa dall'altra parte perché non riesco a vedere le lacrime che le rigano le guance, non riesco a sopportare l'idea che sia colpa mia. Le sue parole escono come un fiume in piena ed io sto per esserne travolto.  "Non sono abbastanza? Non sono degna di essere almeno tua amica? Io la povera sfigata, la strana? Ti rovinerei l'immagine! Allora vattene adesso, non farti vedere con me, potrebbero fraintendere, potrebbero credere che te ne freghi qualcosa di me!" Le sue ultime parole escono quasi come un urlo affondando profondamente dentro di me. È questo che le ho fatto provare fino ad adesso? Sono stato talmente egoista da pensare solo ad essere parte del gruppo, sono stato così debole da non riuscire a camminare da solo sulle mie gambe... ed ora eccomi qui, a farla stare ancora peggio. Mi odio. Mi odio perché l'ho persa e non ho mai avuto nemmeno la possibilità di averla. Se solo avessi avuto il coraggio di allungare la mano io... mi rialzo di scatto , la vedo tremare leggermente, ora che ho tolto la mia maschera e sono solo io la guardo con maggior attenzione, mi tolgo la felpa e gliela lancio , poi mi volto. Non so se sono pronto a fare vedere cosa c'è sotto la mia maschera. Stringo i pugni e cerco di farmi coraggio, alzo lo sguardo verso il cielo scuro punteggiato di stelle , quelle stelle che lei ama così tanto. Poi lascio che sia il mio cuore a parlare : ""A me non interessa niente? Quante volte mi sono maledetto per averti lasciata da sola? Quante volte volevo prendermi a calci per non aver allungato una mano ad accarezzarti i capelli quando ti accovacciavi sul banco distrutta? Quante volte avrei voluto seguirti quando andavi in bagno a piangere per nascondere le tue lacrime ? Quante volte avrei voluto prenderti per mano quando fuori da scuola guardavi i gruppetti felici di amiche? Dio se avrei voluto farlo! Ma tu non te ne sei mai accorta. Mi sarebbe bastato un solo sguardo in quei momenti, un cenno, invece tu ti chiudevi dietro al tuo muro, bloccavi tutti dando per scontato che tutti ti avrebbero ferito", le parole escono come un fiume in piena, tutte le emozioni che ho tenuto rinchiuso per paura del giudizio di qualcuno ora stanno uscendo libere , stavolta non ho intenzione di tornare indietro ... ho già perso abbastanza. Mi passo furiosamente le mani tra i capelli, e continuo con il mio sfogo  "e mi sono odiato. Mi sono odiato perché non avevo il coraggio di fregarmene , prendere a calci il muro che ti eri costruita per portarti fuori da lì, e invece? Stavo lì come un imbecille incapace di fare qualsiasi cosa. È che sono debole! Ecco cos'è!" . L'ho detto. Ora lo sa. Ora capirà chi sono veramente , capirà che non sono il ragazzo perfetto che adorano tutti, capirà che sono un imbecille che non ha il coraggio di salvare la ragazza che ama dai suoi demoni. "NO! Non è vero! Non dire così!" Dice lei disperata  afferrandomi la mano , mi volto  verso di lei, non riesco a crederci che dopo tutto quello che ho detto lei si preoccupi per me e non mi odi. . Ma devo continuare. Voglio che capisca chi sono veramente. Voglio che sappia che sono serio e che sto dicendo la verità. Voglio che capisca che é il mio cuore a parlare e non qualche trucco architettato da qualcuno per prenderla in giro. Perciò faccio un sorriso amaro e riprendo "Invece è vero. Sono debole perché avevo bisogno di loro, sono debole perché ho messo da parte chi ero davvero, ho scelto la strada più facile per essere accettato. Io odio le feste, odio bere fino a vomitare e sopratutto odio l'ideale di ragazza che hanno loro: tutto corpo e niente cervello. Odio essere sempre vestito alla moda, odio dover passare per stupido e rischiare l'anno perché "non sarai mica un secchione?". Odio doverlo fare perché non sono come loro, perché sono diverso. " alla parola diverso vedo i suoi occhi spalancarsi e capisco di aver fatto breccia in lei . Forse ora mi crede sul serio . . . Mi volto per prendere un pó di coraggio, lei è in ginocchio davanti a me, tra le mani la mia felpa, i capelli che le coprono   il viso , quante volte l'ho vista così ? Chiusa in sé stessa , il viso coperto come se si vergognasse. E quante volte avrei voluto scostare dolcemente i capelli dal suo viso in modo da poterla vedere in tutta  la sua bellezza, finalmente oggi ho il coraggio di farlo.  Sussurro poi  " e poi sei arrivata tu e hai sconvolto il piccolo mondo perfetto che mi ero creato. ", nei suoi occhi vedo un'onda di delusione "scusa. .." sussurra lei mordendosi il labbro, non ci posso credere! La guardo con gli occhi sgranati e poi scoppio a ridere! Come può anche solo pensare che gliene faccio una colpa? È da venti minuti che dico quanto odi me stesso e quanto sia solo colpa mia e lei si scusa per cosa? Per avermi reso la vita migliore? Per avermi dato il coraggio di gettare la mia maschera? "solo tu potresti scusarti per una cosa del genere! Te ne sono grato invece. È questo che amo di te, amo la dolcezza che ti porti dentro, il modo in cui aiuti gli altri senza farti notare nonostante il modo in cui ti trattino, amo come rimani te stessa senza cambiare per piacere agli altri, il modo in cui eviti di fare un casino in classe e tieni le tue emozioni per te, amo quando nei temi ti illumini e scrivi con il sorriso perché scrivere è parte di te , amo il modo in cui ti arricci i capelli con le dita quando ti perdi a guardare il cielo. Adoro quando sei sovrapensiero e ti disegni mille stelle e lune sulle braccia. . Devo continuare ?" Sussurro con un sorriso furbo, la mia prima confessione.  La guardo: gli occhi lucidi, i capelli scompigliati, le labbra rosse dove i suoi denti hanno stretto la pelle tenera, le guance diventano rosate, dio se è bellissima! "n-no. . Hai r-reso il concetto " balbetta lei coprendosi il viso con le mani. Il mio cuore si agita nel mio petto e il sorriso fa capolino sulle mie labbra, poi le sposto le mani dal viso : ho bisogno di vederla. "non coprirti , sei bellissima. Sopratutto quando arrossisci così." Non mi stancherò mai di dirglielo. Lei si morde il labbro e un meraviglioso sorriso fa capolino sul suo viso , non riesco a credere che sia per me. . ." È il primo vero sorriso che vedo" dico felice, poi penso un attimo e un'idea mi balena nella mente  "vediamo se riesco a fartene fare un altro!", conosco il posto perfetto .  Mi alzo, poi tenendola per le mani la aiuto ad alzarsi,  recupero  la felpa avvolgendola  sulle sue spalle e saltello euforico  "vieni! Devo farti vedere una cosa! " dico  con fare concitato. Dovrei essere ancora in tempo, senza mai separare le nostre mani la guido  fuori dal salice e la porto verso la cima della collina, così non è divertente però perciò mi  fermo ,  le chiudo gli occhi con le mani e le sussurro all'orecchio "mi raccomando, non si sbircia!" , i suoi capelli mi solleticano il viso e il suo profumo mi avvolge mentre arranchiamo verso la cima della collina, le mie gambe sono troppo lunghe e sempre un passo avanti perciò devo stare attento a non farla cadere, lei è appoggiata al mio petto, sembra così piccola , e non riesco a credere che si fidi di me.  "dove mi stai portando?" Dice ridendo mentre la sorreggo per non farla cadere, dio la sua risata. . Non l'avevo mai sentita. È una musica meravigliosa e ora che l'ho assaporata so che non riuscirei a vivere senza, rido anch'io mentre viro di scatto per evitare un avvallamento che ci farebbe finire a terra  "è una sorpresa! Ora vedrai!" Dico a corto di fiato. Un'altra scossa di euforia mi pervade quando raggiungiamo il posto. "3. . 2 .. . 1 .. ora!" Dico togliendo le mani dal suo viso e lasciando che ammiri lo spettacolo: un meraviglioso  ciliegio svetta in tutta la sua maestosità , migliaia di fiori rosa adornano ogni ramo facendolo sembrare quasi un dipinto, la guardo mentre si guarda attorno estasiata, gli occhi che brillano, i capelli che ondeggiano sinuosamente mossi dalla brezza leggera, lei ora è in punta di piedi e sfiora delicatamente i fiori dei rami più bassi. È bellissima. Sembra una fata ... poi si volta verso di me e dice  "non mi ero mai accorta che ci fosse, troppo impegnata a non alzare mai la testa, sentendomi sempre troppo inferiore mi fermavo a vedere ciò che pensavo di meritare" le sue parole mi colpiscono, la brezza riprende a soffiare , piccoli fiori si sono posati sui suoi capelli , il tessuto leggero della gonna che ondeggia piano mosso dal vento, sono senza parole. Sento le mie guance scaldarsi leggermente. Non posso crederci, sto arrossendo. Solo lei può farmi questo effetto. Mi schiarisco leggermente la gola , cercando di fare uscire le parole incantate dalla sua immagine ,  "tu meriti molto di più. Devi solo imparare ad alzare la testa , a non avere paura di guardare negli occhi la gente. A volte leggere le emozioni nei loro occhi sarà un'arma molto più efficace. " sussurro, e in quel momento non capisco se lo sto dicendo solo a lei o anche al me stesso che ho tenuto da parte per tutto questo tempo. Un'altra folata di vento passa tra di noi , questa volta la vedo. Riesco a vederla perché il muro non c'è più, c'è solo lei . Le guance rosee, le labbra rosse così invitanti, le lunghe ciglia che incorniciano i suoi meravigliosi occhi , la mia salvezza. Ora sono davvero me stesso. E tutto grazie a lei . "Grazie " sussurro piano , talmente piano che non penso l'abbia sentito nemmeno lei, lo lascio al vento, che lo trasporti con sé e che lo faccia sapere a tutto il mondo. Poi non resisto più. Come una calamita sono attirato da lei. Le nostre labbra si scontrano ed è tutto così giusto. Le sue mani si aggrappano alle mie spalle , il suo corpo morbido sul mio, sembra fatta apposta per stare tra le mie braccia, le labbra morbide che si muovono sulle mie, le mie mani che passano tra i suoi capelli morbidi, onde delicate che mi scorrono tra le dita. Le nostre labbra si separano, non senza un grande sforzo , e la guardo , dio quant'é bella , le guance rosse e le labbra gonfie per il bacio, gli occhi finalmente liberi dal dolore, le tolgo delicatamente un fiore dai capelli e le mie labbra si muovono da sole : "ti amo " sussurro , lei sorride e in quel momento capisco che quel sorriso sarà la mia ragione di vita, poi le parole che sognavo da così tanto tempo "ti amo". . La stringo tra le mie braccia  baciandole la fronte,  Poi decidiamo di stenderci sull'erba morbida, abbracciati sotto le stelle per la prima volta è esattamente come lo avevo immaginato. Lei prende  la mia mano e fa scivolare le sue dita tra le mie unendo  le nostre mani , ed è tutto così giusto, come pezzi di puzzle che si sono trovati finalmente.  Poi si volta verso di me, sorride e dice  "posso farti una domanda?" Io  annuisco curioso , "che ne dici sei siamo diversi insieme?" , io ridacchio, è unica! Poi porto  la sua mano alla mia bocca lasciandoci un dolce bacio "dico che è un'ottima idea" sussurro , le nostre labbra si ricongiungono ancora una volta. Questa volta non la perderò. 

☆☆☆☆☆☆☆
Ladra-di-emozioni

Ecco qui la seconda e ultima parte del capitolo "different together ", perdonate il ritardo ma tra lavoro e telefono che gioca brutti scherzi ho dovuto rimandare il capitolo ❤ questo capitolo è dal punto di vista di lui 😍 lo spunto della storia è stato dato da Ladra-di-emozioni , vi consiglio di andare a leggere le sue storie ❤ non trovavo un'immagine che riuscisse ad ispirarmi e ho deciso di disegnarla io (vi prego siate clementi 😂😂 ) se riesco a trovarne una più bella sostituiró quel obbrobrio 😆😊
Alla prossima ❤

---- foto cambiata fortunatamente 😂😊

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