elevator

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Belle le gite, fantastiche oserei dire, meno fantastico quando i prof scelgono gli hotel più catapecchie che esistano. Penso che vadano a cercare su internet “baracche per classi casiniste, meno si spende e peggio si mangia meglio è. “. Sbuffo trascinando la mia valigia pesante, vorrei incolpare anche di quello gli insegnanti ma in realtà è solo colpa mia, troppo indecisa per non prendere almeno 3 cambi e 4 paia di scarpe (mettendo sempre le solite poi tra l’altro.) . Entriamo nella lobby dell’albergo e aspettiamo che ci vengano consegnate le chiavi delle camere, ci comunicano il piano e ci indicano l’ascensore. Un piccolo cubo in cui ci stanno si e no 4 persone senza valige, precisiamo, ci guardiamo intorno, valutiamo le scale anche se dobbiamo andare al sesto piano ma di scale non c’è nemmeno l’ombra, spaesati chiediamo informazioni, dove sono le scale? Ci sono solo quelle antincendio esterne ma quando apri la porta al piano suona l’allarme. Benissimo. Siamo 3 classi, dopo 12 ore in pulmann vogliamo solo appoggiare zaini e valige e farci una doccia, perciò come una massa di buoi tutti carichiamo l’ascensore, io riesco a sgusciare dentro usando la valigia come “ariete sfondatore” e con me altre 5 persone. In totale siamo in 6, ricordatevi di aggiungere anche le valige e il fatto che andiamo tutti allo stesso piano. Dopo i primi momenti di adrenalina prendo un respiro profondo e valuto la mia situazione: sono sul fondo dell’ascensore, incastrata tra due ragazzi e un borsone. Decido perciò di cercare di spostarmi un po' ma qualcuno avendo avuto la mia stessa idea mi travolge da dietro spingendomi contro un ragazzo. “ehi, so che non riesci a scollarti da me, ma proprio cadermi in braccio?”, un ragazzo che conosco molto bene. Il mio cuore perde un battito, ridacchio nascondendo il viso sul suo petto in modo che non veda le mie guance roventi e sussurro “ehh… lo sai come vanno le cose” , lui mi circonda la vita con un braccio e mi fa girare in modo che io sia appoggiata alla parete dell’ascensore, “ci sono troppi ragazzi che ti stanno addosso e mi dà fastidio”, io sbuffo scuotendo la testa “ e perché?” dico con un sorrisetto furbo, lui si avvicina ancora di più passando le sue labbra sul mio collo “ perché sei mia..” io scuoto la testa alzando gli occhi al cielo, dobbiamo andare al sesto piano e questo rottame va lentissimo e si ferma ad ogni cavolo di piano. Decido di stare al gioco, appoggio le mani sulle sue spalle “ahn si, e da quando?” lui posa una mano sul muro dietro di me “da sempre, lo sai” , io inizio a giocare con i suoi capelli “mmmh, no…non lo so…fammi vedere”, il suo sorriso si allarga, l’ascensore sobbalza e noi siamo ancora più schiacciati l’uno contro l’altra, questo coso arrugginito non so neanche se arriverà al sesto piano di questo passo, il suo corpo preme sul mio, il mio cuore batte all’impazzata , i suoi occhi verdi percorrono il mio corpo sul suo e poi fanno su e giù dai miei occhi alle mie labbra, in quel momento per me esiste solo lui, è come se fossimo in una bolla tutta nostra, lui si lecca le labbra. Io mordo le mie, le sue mani circondano la mia vita mentre una risale sulla schiena l’altra stringe il mio fianco, appoggio la mano sul suo petto,  sento il frullare frenetico del suo cuore, ci avviciniamo sempre di più, il suo profumo mi avvolge, le sue labbra sono a pochi millimetri dalle mie…..l’ascensore si blocca con uno scatto e un fischio acuto si propaga nel piccolo spazio, una voce robotica invita in inglese stentato a mantenere la calma, noi ci stacchiamo di scatto guardandoci intorno come tutti gli altri, mi scosto dalla parete per cercare di capire a che piano siamo, una piccola luce rossa vista con la coda dell’occhio attira la mia attenzione: mi avvicino ad esaminare il punto dove ero appoggiata e impreco “merda!” ….. Mi sono appoggiata sul pulsante d’allarme.

-15 minuti dopo –

Dopo aver mobilitato mezzo albergo per sbloccare l’ascensore (no, ripremere il pulsante non era la soluzione perché partiva una seconda sirena più forte) siamo riusciti ad uscire da quella trappola infernale. Mi appoggio al muro in corridoio coprendomi il viso con le mani, “hey piccola!” sussurra una voce roca al mio orecchio, alzo lo sguardo e vedo lui, con i capelli ancora arruffati dalle mie mani, “hey…” sussurro, “che fai non entri?” mi chiede lui indicando la porta , io rido scuotendo la testa “ehm…la chiave è rimasta alla mia amica, dice che sono troppo sbadata per tenerla io..” lui ride di gusto “penso che abbia ragione! Che ne dici di venire in camera mia intanto…non mi ricordo..dove eravamo rimasti?” , io scoppio a ridere, poi lo attiro a me tenendolo per la maglia “mmmmh..qui mi pareva” sussurro facendo scontrare le nostre labbra. 




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Lo so che mi odiate, ma ho avuto poca ispirazione e troppe cose da fare 😂 in ogni caso ho ritrovato dei "prompt " nelle note di un vecchio cellulare pochi giorni fa, sto cercando di farli diventare nuovi capitoli e spero vi possano piacere!

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