Maiden for The Heart (8)

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---principe Paolo pov.
Con un cenno della testa ringrazio l'uomo che tira giù l'ultima mia valigia, una folata d'aria fredda mi fa alzare il bavero della giacca, mi avvio all'interno a passo svelto, il temporale sta per ricominciare e non ci tengo a prendermi un malanno. Entro nel grande atrio e mi aspetto di trovare un via vai di persone ma è tutto terribilmente vuoto, alzo le spalle, suppongo che siano tutti impegnati per la cena. Salgo le scale in fretta e mi avvio verso la camera di Arya . . Speravo mi venisse a salutare, penso con una piccola fitta al cuore , quella ragazza sta iniziando a diventare importante per me, mi sta insegnando ad apprezzare le piccole cose e a credere nelle mie scelte , ad accettare i consigli e anche le critiche perché "servono a renderti un uomo migliore" sento le sue  parole nella mia testa, il mio sorriso si allarga a pensare a lei, busso alla porta di camera sua ma non risponde nessuno, Angie di sicuro sarà impegnata con la cena, probabilmente sarà in biblioteca. Con un sorriso mi avvio verso la biblioteca, il mio cuore perde un battito mentre la sua immagine di pochi giorni fa torna nella mia mente. È con un libro in mano seduta su una poltroncina vicino alla finestra, la luce aranciata del tramonto la fa sembrare un'apparizione divina, degna di un dipinto, il vestito bianco è morbido e le lascia una spalla scoperta , la pelle sembra quasi dorata, i capelli sono sciolti in morbide onde , qualche ciuffo selvaggio incornicia il suo viso, le labbra piene sono rosse e intrappolate dalla morsa dei suoi denti, di sicuro stava leggendo uno dei suoi romanzi preferiti, quelli con gli eroi, le storie d'amore, la passione . È seduta con una spalla appoggiata al vetro, le gambe raccolte , sembra così piccola e indifesa , da abbracciare e accarezzare . . A quel pensiero il mio cuore batte più forte. Scuoto la testa, quella ragazza non sa neanche l'effetto che mi fa . A volte sembra aprirsi con me ma appena cerco di dimostrarle qualcosa in più fa un passo indietro. E la cosa mi ferisce. Non sa che a me non interessano le linee di sangue o i ruoli nella società. Se amo qualcuno lo faccio punto e basta. Mi fermo ripensando a quelle parole . .amore. Arrossico al solo pensiero. È la prima volta che ammetto a me stesso i sentimenti che provo per lei . Mentre sto per uscire mi imbatto su Angie, la saluto con un cenno senza darle troppa attenzione poi mi fermo di scatto . . Ma .. stava piangendo? Mi giro verso di lei e la chiamo "Angie?? Stai piangendo? Che è successo?" Lei si gira di scatto e poi si copre il viso con le mani lasciando liberi i singhiozzi "Arya. . Duca . . . Spagna... lui . . " balbetta tra le lacrime, il mio cuore si stringe in apprensione al suo nome,  le poggio una mano sulla spalla "Hey Hey, ti devi calmare! Così non riesco a capire. . Fai un respiro profondo così. . . " lei segue le mie indicazioni e poi inizia a parlare con voce tremante "qualche sera fa il duca ha cercato di . . Di . . Metterle le mani addosso. . Lei è riuscita a scappare e lui adesso si sta vendicando. . ." Io stringo i pugni incapace di trattenere la rabbia "quel bastardo. . Ha aspettato solo che io andassi via. . Ecco perché non è voluto venire con me . . Dov'è?" Lei si volta dall'altra parte, incapace di guardarmi negli occhi "la stanza delle torture. . ". A quelle parole il tempo sembra quasi fermarsi, i suoni sono rallentati, mi giro e inizio a correre più veloce che posso verso quella maledetta stanza, la voce di Angie alle mie spalle che mi incita di fare presto " è lì da stamattina ... la salvi la prego!!" Da stamattina? Ho il cuore in gola. . .perché non sono tornato prima. . .perché? Faccio le scale al volo, la strada non mi è mai sembrata così lunga, la risata del bastardo risuona nel corridoio , un paio di colpi, lei non emette fiato, spero di essere arrivato in tempo. Mi avvicino alla porta e provo ad aprirla ma noto che è chiusa a chiave. La rabbia mi acceca e mi scaglio contro la porta con tutte le mie forze, essa  crolla sotto il mio peso e lo spettacolo che mi ritrovo davanti mi fa ribollire il sangue nelle vene. Lei è appesa a delle catene agganciate al  soffitto , la schiena una ragnatela di segni rossi, rivoli di sangue rappreso, lividi e ferite. La pelle bianca rovinata dalle mani di quell'essere immondo. Lui ha i pantaloni slacciati e dopo un'ombra di stupore il suo viso si apre in un sorriso malefico "Hey sei arrivato giusto in tempo! Partecipi anche tu? " non ho neanche il tempo di riflettere che il mio corpo agisce in modo automatico e il mio pugno collide con la sua faccia. non riesco a controllare il mio corpo e lascio sfogare tutta la mia rabbia, mi fermo solo quando sento un gemito vicino a me, lui è steso a terra ormai svenuto , mi alzo in fretta avvolgendola nel cappotto che avevo ancora addosso e sgancio le polsiere trattenendola per i fianchi in modo che non cada. Poi la prendo in braccio tenendola stretta al petto "scusa. .scusa. . È tutta colpa mia. . " lei non risponde, le guance sono segnate dalle lacrime e un livido spicca nella guancia sinistra , trattengo a fatica un ringhio , le guardie accorse per la commozione si riversano nella stanza. Io gli indico l'uomo a terra e loro non osano chiedermi nulla sulla ragazza coperta solo dal mio cappotto. "Rinchiudetelo dove vi pare. Domani vedrò cosa fargli. " dico con stizza,  mi avvio verso la mia camera e incrocio Angie seduta sulle scale in attesa di notizie e le faccio cenno di seguirmi. La porto in camera mia poi dico ad Angie di recuperarle dei vestiti lei provvede di corsa mentre io la adagio sul letto scostandole teneramente i capelli incollati al viso. Angie ritorna con il fagotto dei vestiti poi le indico la vasca, questa è un'altra delle ragioni per cui ho deciso di portarla nella mia camera, oltre al mio istinto, la mia oltre a quella della regina è una delle poche camere con la vasca abbastanza grande da poter stendere l'intero corpo. "Ti prego di lavarla, medicare le sue ferite e prepararla per la notte, io aspetterò fuori.." dico alla giovane stringendo la mano di Arya ancora incosciente, lei annuisce appoggiandomi una mano sulla spalla "se solo fossi arrivato prima . . Se solo non fossi partito " lei scuote la testa "no. Non è colpa sua. Avrebbe trovato l'occasione lo stesso . Non può biasimarsi per qualcosa che non avrebbe potuto controllare . ." Io annuisco "grazie . . Grazie davvero" , getto un ultimo sguardo alla ragazza stesa sul mio letto poi esco chiudendo la porta alle mie spalle.

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Scusate il ritardo ma la vita è piena di imprevisti 😅 siamo quasi alla fine 😄 spero che la storia vi stia piacendo 😉💕
Al prossimo capitolo 😙

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