i will find you (part 8)

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Her:

percorro la strada a piedi nudi una bambina mi corre accanto facendomi quasi cadere, ha uno zainetto rosa e i capelli raccolti in due codine “mamma sbrigati che facciamo tardi” grida, “arrivo Mary… “ le risponde una donna sulla trentina, un brivido famigliare mi percorre la pelle e sussurro “mamma..” , la luce cambia, non è più notte ma è giorno, le spalline dello zaino scivolano dalle mie spalle fini ad ogni passo, le risistemo sbuffando, la mano di mia madre si posa sulla mia testa scivolando poi sulla guancia “mi raccomando comportati bene a scuola e fatti tanti amichetti!” io annuisco contenta poi mi giro a cercare qualcuno nella folla “non verrà vero?” sussurro cercando di non far cadere le lacrime che minacciano di uscire “tesoro … lo sai che papà è molto impegnato…” io annuisco poi metto il broncio e dico “ però non c’è mai. Me lo aveva promesso … non deve fare promesse che non sa mantenere.. cattivone. “ “lo so. Lo fa anche con me da troppo tempo ormai..”, solo ora riesco a capire il significato reale di quella frase, lo leggo nel suo sorriso tirato e nei suoi occhi gonfi e rossi, nel modo in cui le trema il labbro mentre mi lascia un bacio sulla fronte e se ne va.  DRIIN DRIIN il suono del campanello di una bicicletta mi riporta ancora sulla strada, non è più notte ma primo pomeriggio, qualcosa mi colpisce alla schiena, acqua che sgocciola dal mio corpo penetrando nei vestiti e dandomi una sensazione di gelo, “beccata! Hahaha grandeeee!” mi mordo il labbro per non gridare, le lacrime non scendono più, ci ho fatto il callo “corri a casa sfigata!” le voci si susseguono insieme alle risate, aumento il passo, scivolo e finisco a terra. Mi rialzo passandomi le mani sulle ginocchia insanguinate, piccoli vetri ancora conficcati nella pelle, le urla dei miei genitori mi rimbombano nella testa, ancora una litigata, e io sono scappata, scappata da tutto quel rumore, da tutto quel dolore. Ora sto correndo, grossi cani neri mi inseguono ringhiando, sto scappando dai miei demoni, incespico un paio di volte ma raggiungo un luogo familiare, il suono del fiume che ulula sotto di me mi dà emozioni contrastanti : paura, sollievo , rabbia. I cani avanzano piano verso di me, decido perciò di salire sul parapetto del ponte, sono in bilico e mi tremano le gambe, guardo il fiume, una massa d’acqua ruggente che mi chiama a sé, “te lo avevo promesso che sarei ritornata no?”, non ho niente da perdere e non mancherò a nessuno , ripenso a tutto il dolore che ho provato, scavo nella mia mente alla ricerca di qualcosa di positivo ma tutto ciò che avevo erano i miei sogni, ora ho solo ricordi sfocati, tutto è iniziato con un sogno e tutto finirà con un sogno. Sono cosi stanca. L’unica cosa che circola nella mia mente è il viso del ragazzo dei sogni, e allora come ultima cosa grido con tutto il fiato “JAY….JAYYYYY….JAYYYYYY” rimango per un minuto in silenzio cercando di sentire qualcosa, ho ancora il bisogno disperato di sentire la sua voce ma niente, sento solo il cupo ringhiare dei cani… o forse dell’acqua ma tanto ora che differenza fa?

Faccio un passo avanti e il buio mi avvolge.

 

 

 

 

L’acqua mi riempie i polmoni, chiudo gli occhi e ripenso al sogno in cui eravamo in gita al lago, la sua mano che cerca disperatamente di afferrare la mia …. Ma la manca.

 

 

HIM :

percorro la strada quasi volando, la luce del sottopassaggio tremola, wonderwoman mi guarda con un sorrisetto quasi sarcastico mentre le sfreccio davanti, passo una piccola zona sterrata e poi la strada si ferma, è un vicolo cieco, merda! Devo continuare a piedi, recupero il cappotto dal sedile e sfreccio per la strada, mi guardo intorno e me la immagino mentre va a scuola con le cuffiette e quel broncio che porta sempre, la immagino con lo sguardo basso troppo concentrata a dove mette i piedi perché tanto la strada la sa a memoria, un flashback mi inonda la mente, una lei ragazzina mentre torna a casa da scuola vittima di gavettoni da parte dei compagni, una fitta di dolore mi stringe il cuore, poi un’altra immagine mi fa piegare in due dal dolore lei inginocchiata a terra con pezzi di vetro conficcati nelle ginocchia le urla dei suoi genitori che riempiono l’aria, aumento il passo e riconosco il ponte una ragazza è in piedi su quella sottile striscia di cemento, è in pigiama e probabilmente starà  morendo di freddo , poi tutto si ferma “JAYYYYY” la sento gridare il mio nome ed è come se una bolla fosse scoppiata il vetro nero che ci separava cade e si rompe in mille pezzi, il rumore assordante che fa mi paralizza per un momento facendomi perdere l’udito, poi iniziano a fischiarmi le orecchie e poi più nulla. Quando riapro gli occhi la ragazza non c’è più.


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Ecco il nuovo capitolo,  perdonatemi ma ho avuto pochissimo tempo 😭 questo è il penultimo capitolo,  il prossimo sarà l'ultimo. Come andrà a finire secondo voi? Spero vi piaccia!

"immagina.."Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora