hospital room

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Non avrei dovuto mettermi queste scarpe. È l'unica cosa a cui riesco a pensare mentre cerco di ignorare lo scricchiolio plasticoso a contatto con il pavimento, mi do persino fastidio da sola, figuriamoci agli altri... "...era? Mi stai ascoltando?" , la voce della mia amica mi riporta alla realtà e mentre cerco di pensare a cosa mi abbia chiesto rispondo sicurissima "ovvio " , lei scuote la testa "non mi hai neanche sentita vero?" Io boccheggio indignata "non è vero! È colpa del rumore delle scarpe, te lo avevo detto che si sentiva un sacco, qui poi che c'è eco e... " lei mi piazza una mano sulla bocca "ti prego non voglio sentire altre stupidaggini. Ti ho chiesto se ti ricordi in che piano è ricoverato." Io sposto la sua mano liberando la mia povera bocca e rispondo sbuffando "secondo.." , mi guardo attorno, io odio gli ospedali. Siamo venuti a trovare l'imbecille del ragazzo per cui ho una "leggera" cotta, quando ho sentito che aveva avuto un incidente devo dire di aver perso almeno dieci anni di vita e di aver provato una sensazione così dolorosa che forse stava meglio lui al pronto soccorso. Ha avuto un incidente abbastanza importante che ha richiesto un paio di operazioni ed il suo ricovero, non volevo venirlo a trovare semplicemente perché mi faccio troppe seghe mentali perciò la mia amica con la scusa di "andiamo a mangiare fuori" mi ha portata qui , tipo quando porti il cane dal veterinario dicendo "andiamo al parco" . Avete presente il loro sguardo di tradimento quando vi vedono fermarvi davanti all'insegna dell'ambulatorio? Ecco, era uguale al mio quando ho visto l'ospedale davanti a me. Entriamo nell'ascensore (esatto, anche se è solo al secondo piano ed è più salutare fare le scale non ho intenzione di sentire le mie meravigliose scarpe canterine pure con l'eco delle scale ) e premiamo il pulsante, la mia amica abbassa la suoneria del telefono e mi chiede "stanza?" Oh... merda. Non ci avevo pensato ... quello mica gliel'ho chiesto.. lei si gira lentamente verso di me con uno sguardo assassino "glielo hai chiesto, vero? Vero?" Io mi schiarisco la gola e appena si aprono le porte mi fiondo fuori "NON CI POSSO CREDERE! SEI SEMPRE LA SOLITA!" io scoppio a ridere e mi riparo dietro al primo infermiere di passaggio , lei si passa una mano tra i capelli frustrata mentre io ne approfitto e chiedo al poverino che ho braccato se sa indicarmi la sua stanza. Dopo un piccolo controllo sul registro l'uomo mi indica la stanza e si allontana in fretta intimandoci di non disturbare ulteriormente i pazienti, io sbuffo con le mani sui fianchi "ulteriormente? Ma lo hai sentito? Uff che esagerato " , lei alza gli occhi al cielo "sei incorreggibile " . Io ridacchio poi iniziamo a cercare il numero della camera, io guardo quelle di destra mentre lei quelle di sinistra, dopo qualche minuto lei mi fa cenno di andare lì "eccolo" , io guardo dalla porta, il cuore che mi batte fortissimo, perché sono venuta? Ho già cambiato idea . E se non volesse vedermi? "Magari sta riposando... lasciamolo stare dai... " dico mentre mi avvio verso l'uscita, lei mi agguanta per un braccio "eh no, dopo quello che ho patito per arrivare qui? " e mi spinge dentro la camera, lo vedo, lui è seduto sul letto, un paio di pantaloni della tuta tagliati sulla gamba destra per lasciare spazio al gesso, un piccolo tubo collegato al braccio ed ad una flebo, piccole contusioni e un braccio incerottato, i capelli scompigliati e una maglietta di quelle sue preferite grandi e con i loghi delle band. È intento a leggere un fumetto perciò forse sono ancora in tempo... "toc toc", come non detto, la mia amica aveva già capito le mie intenzioni, al bussare della mia amica tutti alzano lo sguardo compreso lui , mi giro per maledirla quando mi accorgo che se l'è già filata. Maledetta .
Ancora titubante rimango sulla soglia e lo saluto con la mano, lui si apre in un sorriso gigantesco e grida il mio nome, poi di scatto si alza per venire verso di me, era una cosa che faceva sempre ai vecchi tempi in classe, quando arrivavo non mancava mai il suo abbraccio, peccato che stavolta ci fossero flebo e gamba rotta a rendere le cose più complicate "no no NO" grido allarmata lanciandomi verso di lui per prenderlo prima che crolli a terra, finiamo tutti e due sul letto , lui sopra di me ride "mi ero dimenticato della gamba!" Io scoppio a ridere a mia volta "come fai a dimenticarti di avere una gamba rotta??!" , lui scuote la testa ridendo poi mi stringe tra le braccia, "occhio alla flebo " dico cercando di mettere un po' di distanza tra di noi "fanculo la flebo...è da troppo che non ti vedo e ho bisogno di abbracciarti davvero , non quei miseri abbracci da damerini" risponde lui affondando il viso sul mio collo, io scuoto la testa ma non posso fare altro che dargli ragione , anche io ne avevo bisogno, perciò lo circondo con le braccia a mia volta ed inizo ad accarezzargli i capelli "mi hai fatto preoccupare sai?" Lui sospira sul mio collo facendomi venire i brividi "se è servito a portarti da me lo rifarei mille volte " io scuoto la testa e gli prendo il viso tra le mani in modo che mi guardi in faccia "non dirlo neanche per scherzo! Ci sono altri modi, meno pericolosi anche " lui annuisce ridendo, poi si sposta posizionandosi vicino a me, cerco di alzarmi per fargli spazio ma lui mi attira a se "ancora un pochino ti prego..." io scuoto la testa ma cedo, non riesco a stargli lontana. Siamo vicinissimi per riuscire a starci in due e siamo guancia contro guancia, come due bambini, dopo essermi fatta raccontare la dinamica del suo incidente e mentre io gli racconto come hanno reagito gli altri amici che hanno saputo mi accorgo che lui è distratto e fissa il letto vicino al suo , io alzo un sopracciglio "qualcosa non va?" Lui scuote la testa e con il mento mi indica un ragazzo e la ragazza che è venuta trovarlo, si vede che stanno insieme e si stanno scambiando tenere effusioni lui sospira poi sempre con la guancia poggiata sulla mia sussurra "mi ricordano noi una volta " il mio cuore si stringe, noi? Non siamo mai stati noi, almeno io non lo avevo mai capito. "Noi? Cos'eravamo noi?" chiedo con voce tremante fissandomi le mani , lui ridacchia "niente" e si scosta un po' da me, la ragazza si passa una mano tra i capelli ridendo, il ragazzo le accarezza la guancia con occhi pieni di amore, quante volte ho immaginato una cosa del genere con lui , vorrei tirarmi indietro come tutte le volte, lasciare sempre il discorso in sospeso per non sapere qualche scomoda verità ma ora o mai più, voglio chiarire le cose, non voglio più vivere di "se "e di "ma" perciò guardandolo negli occhi gli chiedo "e perché? " lui scuote la testa sembra quasi amareggiato, no. Col cavolo che finisce così. Io continuo "perché non mi hai mai detto nulla? Perché non hai mai chiesto? " Lui mi stringe al suo petto in modo che io non possa guardarlo in faccia e sussurra "perché devo dimenticarmi di te per poter stare con altre " una morsa mi stringe il petto, sembra impossibile che mi stia dicendo queste cose davvero, io non mi ero mai accorta di niente e ho sempre pensato di non avere possibilità perciò mi sono sempre fatta da parte prima , stringo tra le mani la sua maglietta "perché dovresti stare con altre?" Sussurro guardandolo negli occhi, lui mi guarda come se mi vedesse per la prima volta e non sa cosa dire, perciò decido di continuare e liberarmi di tutto il peso che mi porto dentro, per tutte le volte che ho messo da parte i miei sentimenti, per tutte le volte in cui la soluzione più semplice era voltarsi e allontanarsi,
"Mi hanno sempre detto che nessuno mi avrebbe mai voluta come potevo fare il primo passo?" Dico cercando di non far tremare la mia voce "una come me, con uno come te? Ti saresti solo vergognato a farti vedere con me.." la mia voce si spezza alle ultime parole e devo lottare con le lacrime che minacciano di scendere, lui mi prende il viso tra le mani "dio... sono un'idiota! Mi stai dicendo che avrei potuto chiedertelo e tu mi avresti detto di sì? Nessuno ti avrebbe mai voluta? Ma se è dalla prima che ti vengo dietro e lo sanno tutti! Una come te? Sei tu che dovresti sentirti in imbarazzo perché non sono alla tua altezza: non ero bravo a scuola , non sono mai stato abbastanza maturo, sono un cretino che si fa male anche da solo, basta vedere dove siamo ora .... e poi tutti hanno cercato di crearci opportunità per passare tempo insieme, come la tua amica CHE SO CHE È LÌ FUORI PERCHÉ È STATA LA PRIMA A FICCARE LA TESTA NELLA STANZA!" io scoppio a ridere tra le lacrime quando una voce familiare risuona dal corridoio "GUASTAFESTE! NON ROVINARMI LA COPERTURA!" . Lui mi asciuga la lacrime e mi scosta i capelli dal viso "è abbastanza per farti capire quello che provo? " io annuisco "siamo due idioti... "lui ride poi appoggia la fronte sulla mia "già, mi sa che hai ragione" sussurra sulle mie labbra, io gli sorrido e poi chiudiamo la poca distanza tra di noi con un bacio che ormai aspettavamo da troppo tempo.


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ciao a tutte! Si, sono ancora viva anche se non sembra :') questa storia arriva da un sogno che ho fatto e l'ho scritta di getto. Devo ancora finire il seguito di una vecchia storia ma in questo periodo ho avuto un lutto in famiglia e devo processare la cosa perciò faccio più fatica a scrivere. Spero che questa piccola storia vi piaccia o vi faccia almeno sorridere. :)  

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