Lunga serata

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"Angy!" Henry si avvicina da dietro e mi abbraccia.
"Hey mi sei mancato lo sai?"
"Non dirmi che sei rimasta da sola tutto il tempo." Mi rimprovera.
"Lo sai che le feste sono fatte per conoscere gente."
"In effetti no, non sono stata da sola..."
"Chi hai conosciuto???" Mi chiede sorridendo felice.
"Già lo conoscevo...."
Dal modo in cui lo dico ha già capito.
"Ah! E?"
"E.... è un bastardo, ma bacia così bene!!!" Dico quasi sognante.
"Daiii vi siete baciati?" Oddio non saltellare, penso.
"Shh Hen fermati, non facciamoci riconoscere..."
"Ok ok! Ma voglio sapere tutto pure i dettagli piccanti."
"Hooo ce ne sono eccome! Che ne dici però se ce ne andiamo dalla festa?"
"Si va bene! Tanto io ho rimediato un paio di numeri."
Così usciamo di la e ci dirigiamo verso uno di quei locali aperti tutta la notte.
Ci prendiamo un paio di birre e stiamo tutta la notte a raccontarci della serata.

Davide

Ma dove è andata? Mi hanno trattenuto troppo nella conversazione ma ho acquistato altri due clienti.
Ed ora vago per il salone alla sua ricerca.
Ho chiesto praticamente a tutti.
"Scusa" chiedo all'uomo sulla porta.
"Hai visto una ragazza con un vestito lungo azzurro? Capelli castani non molto alta?"
"Si signore è andata via circa un'ora fa con un ragazzo biondino che sembrava un pò...."
"Un pò?"
"Bè sembrava un pò gay signore, parlavano di prendersi una birra."
Sorrido perché almeno so con chi è "grazie." Ma sono furioso non smette di disubbidirmi la ragazza.
Mi metto in macchina alla sua ricerca anche se Roma è grande e sarà quasi impossibile trovarla.
Ma per come sto adesso che mi prudono le mani è meglio guidare.

************************************

5:00 am

Abbiamo passato la notte a girare per la città, ad un certo punto ho mollato le scarpe da qualche parte e me ne sono andata scalza.
Con Henry che mi sgridava e correva a recuperarle.

Stiamo parcheggiando ed io ho un sonno assurdo.
Scendo dalla macchina e ci dirigiamo verso il portone.
Io abbracciata ad Henry che quasi mi trasporta.
"Angy" si blocca.
"Mmm?"
"Emm è qui."
"Si lo so che casa è qui ho sonno apri."
"No... lui è qui."
"Chi?" Lo guardo con gli occhi un pochino più aperti.
"Cavolo ragazza sei tarda è?" Ribatte.
Stavolta apro gli occhi e guardo. Lui è li appoggiato al muro. Con le braccia incrociate e una gamba piegata con la suola che tocca il muro. Ha l'aria di non aver dormito neanche lui.
Riprendiamo a camminare.
Ci fermiamo davanti a lui, ma solo perché è davanti al portone.
"Vedo che vi siete divertiti è?" Domanda. È arrabbiato lo so, anche se non lo da a vedere, mo sto iniziando a riconoscere i suoi cambiamenti d'umore in base al timbro della voce.
"Emm è da tanto che aspetta?" Chiede Henry visibilmente imbarazzato.
"Più o meno 45 minuti."
"Vuole un caffè?" Non sa che dirgli.
" Henry! Neanche lo conosci e lo inviti ad entrare? E poi io ho sonno. Invece di aspettare qui non so cosa potevi anche andartene a casa." Dopo essermi arrabbiata con Henry adesso lo sono con lui.
"Si vero ma è il nostro capo non uno qualsiasi." Ribadisce Henry.
"Grazie per l'offerta del caffè, e per l'invito, dovremmo conoscerci meglio noi due, ma a quest'ora non voglio parlare di lavoro."
"Oh... certo, certo, prego... cioè grazie."
"Controllati ragazzo!" Sussurro scuotendo la testa.
"E per rispondere all'altra domanda, aspettavo te. Mi sembra ovvio."
"Ora Henry, mi dispiace averti dato tutto questo disturbo ma la sua vacanza è finita, Angelica verrà a casa con me."
"Cosa? Scordatelo!" Ma chi si crede di essere.
"Mmmm. Tesoro puoi venire con le buone o no. Sta a te decidere. Ma siamo tutti stanchi ed il tuo amico qui vorrà sicuramente dormire tranquillo."
"Scordatelo non ci vengo a casa con te."
"Ecco forse è il caso che vi lascio da soli a discutere...."
"Che? Mi lasci sola con lui? Sei uno stronzo se te ne vai Henry!" Sono alterata.
Lui mima uno scusa e scappa dentro al portone.
"Andiamo dai abbiamo bisogno di dormire."
"No! Non ci vengo con te." Non faccio in tempo a dirlo che mi ha caricato sulla sua spalla a sacco di patate.
"Lasciami non puoi fare sempre così!" La mia voce risulta un pochino lagnosa.
Mi mette giù finalmente.
Me lo ritrovo davanti agli occhi, cioè in realtà è davanti al petto perché è quello che vedo alla mia altezza.
Mi sento tirare i capelli per alzare lo sguardo.
"Ahi!" Cerco di staccare la sua mano dai miei capelli.
"Ferma! Subito!" Non so perché ma mi fermo.
"Sai quanto mi hai fatto preoccupare? Te ne sei andata senza dire nulla, ti ho cercato per tutta la città, finché non ho pensato che prima o poi sareste tornati!"
"Scusa." No davvero gli stai chiedendo scusa Angelica?? Ma chi si crede di essere questo qui solo perché bacia bene.... e ti piace... per non parlare di come ti ha fatto impazzire.... e si sta preoccupando.... Si ok chiedigli scusa...
"Adesso sali in macchina, ed eviti di fare altre storie ok?"
Mi esce solo un laconico " Ok..."
"Mmm, voglio sentirti dire si padrone"
" che?? Scordatelo... " e di colpo mi ritrovo con una tetta fuori dal vestito ed il mio capezzolo tra le sue dita... di nuovo.
"Ahia! Ti prego mi fai male!" Piagnucolo.
"Lo sai che sta a te farmi smettere Angelica, come sempre."
"Ahi, si padrone... contento?"
Sorride, mi lascia il capezzolo e rimette la mia tetta nel vestito.
"Ti conviene imparare ad ubbidire tesoro."
Mi apre la portiera e rassegnata salgo.

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Siamo in ascensore.
"Perché sei sempre scalza? Dove sono le tue scarpe?" Mi chiede.
"Non me lo ricordo... le ho mollate ad un certo punto..."
"Si confermo sei strana."
"Anche te non scherzi però" ribatto.
Non so come ma ci prende a ridere a tutti e due.
Entriamo in casa, siamo stanchi. Ed io voglio togliermi il vestito inizia a darmi sui nervi.
Mi spoglio solo che sotto sono completamente nuda.
Lo sento avvicinarsi da dietro si è già tolto la camicia, sento il suo calore dietro di me.
"Sei bellissima tesoro, e potrei non rispondere di me, ma abbiamo bisogno di riposare." Si gira apre un cassetto e mi da una sua maglietta.
"Tieni domani compreremo qualcosa di più adatto."
La infilo e mi butto sotto le coperte.
Mmm sono proprio come le ricordavo, morbide, comode.... sto per addormentarmi.
" ma non avevi le mie cose?" Chiedo.
"Si gli scatoloni sono di la, ma da quello che ho visto dei tuoi vestiti... credo che dovrò ricomprarti l'intero guardaroba."
Che hanno i miei vestiti? A me piacciono penso. Ma sono troppo stanca per ribattere e mi addormento con una mano sul suo petto.

Io sono (Conclusa)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora