Sara

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Il telefono continua a squillare.
Lo ignoro per la centesima volta.

Seduta vicino al finestrino, del treno che mi porterà a Genova penso a quello che ho appena fatto.
Dovrei sentirmi più libera, ed invece un senso di oppressione alimenta il mio cuore. Come può essere che già mi manca?
Dovevo andarmene però, non  può decidere così della mia vita e deve capirlo.

Chiamo Sara, neanche l'ho avvertita che andavo da lei spero non ci siano problemi.
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Davide

"Se ne è andata Matt e non risponde!!!"
"Calmati vedrai che la ritroveremo."
"Si bè non è andata da Henry... Non so dove possa essere..."

"Io te lo dicevo che non devi essere così possessivo! Se succede qualcosa a quella ragazza per colpa tua ti riterrò responsabile."

"Grazie mamma, te si che sai come confortarmi come se non mi sentissi già male di mio."

"Si sa qualcosa del fratello?"
"Sapeva dove abitava, è risalito al lavoro da una vicina, a quanto pare Angelica gli parlava."

"Vediamo di trovarla, prima del fratello."
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Angelica.

Scendo, mi dirigo verso le uscite.
Devo incontrarla vicino al giornalaio.
Spero di trovarlo.

Vedo una ragazza bionda che si sbraccia, la riconoscerei tra mille!

Già sono più felice.
"Angelica!"
"Sara!"
Ci abbracciamo strette.
"Quanto mi sei mancata..."
"Anche Te! Allora tra quanto il lieto evento?"
"Non ci sarà nessun lieto evento."
"No?"
"No. Sono libera come una farfalla... o era una libellula?"
"Ahahah sempre uguale! Stasera allora andiamo in discoteca!"
"Nooo lo sai che non mi piace!"
"Niente storie! Ci divertiamo e sopratutto ci ubriachiamo!"
"Allora siii!"

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"Ufff... di tutte le magliette che hai, sto top mi dovevi dare?"
"Zitta! Sei venuta senza valigia? È allora stasera ti addobbo io... tanto con quello che ti metti te e quando rimorchi!" Mi dice piccata la mia amica.

"Dispotica! Lo sai che diventi sempre più acida? Una vecchia zitella acida!"
"Ahaha uguale a Te!"
"Accidenti quanto mi sei mancata Sasà..." gli dico guardandola con gli occhi luccicanti.
"Anche te Sisì... però non ti azzardare a farmi piangere che ci ho messo due ore a truccarmi!"
"A mascherarti vorrai dire! Hai più cerone te in faccia di una profumeria!"

"Mica abbiamo tutte la pelle liscia come la tua"

"Seee magari... dai va andiamo prima che butto queste scarpe dalla finestra."
"Non ti azzardare le mie scarpe col tacco non si toccano!"
"Allora dovevi darmi quelle da ginnastica."
"Si certo ti ci vedo in discoteca con le scarpe da ginnastica!"

Continuiamo a punzecchiarci anche in macchina.
Capisco che la nostra complicità mi è mancata veramente tanto in questi anni.
Sembra che non ci vedevamo da ieri e non da 8 mesi.

Scendiamo dalla macchina e ci dirigiamo verso la fila di persone che aspettano per entrare in discoteca.

L'interno è quello tipico delle discoteche.
Puzza di sudore, le luci sono così basse che non vedi dove vai, se cerchi di parlare è inutile, perché non si sente una ceppa e rischi solo di diventare anche afona oltre che sorda.
Con questo credo di aver specificato bene quanto non mi piacciono le discoteche.

Ci dirigiamo verso il bancone e Sara mi presenta il suo amico Luca.
Lui lavora come barman qui e mi spiega che avremmo da bere gratis e quanto ne vogliamo.
Ecco questo si che è positivo!!!

Ci offre subito uno shot di rum e pera.
Mentre lo mando giù penso che se lui fosse stato qui non avrei potuto berlo.
È strano ma mi manca il fatto che si preoccupi così tanto da non farmi bere.

Io sono (Conclusa)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora