Gelosia

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Sono seduta alla scrivania, penso a questa notte, mi vergogno un pò di quello che ho provato.
Ammetto che mi piace essere sottomessa, in quel momento anche se suona strano mi sento libera di essere come voglio.

Immersa nei miei pensieri non sento i suoi richiami, finché non tocca la mia schiena.
"Angelica!"
"Da-davide dimmi...."
"Si può sapere a che pensavi? Sono circa 15 minuti che ti chiamo." Ecco è arrabbiato.
"Emm scusa non ti ho sentito, desideravi qualcosa?"
"Le pratiche dei Rossi. Magari dovrei comprarti le protesi acustiche per i sordi." Ok fa battute non è arrabbiato.
"Ah ah ah spiritoso! Si dammi 10 minuti e te le porto."
"Ok piccola."
"Ti ho detto 100 volte di non chiamarmi così a lavoro!" Sbuffo furiosa.
Lui si volta e mi rivolge uno dei suoi sorrisi luminosi. Ecco che mi sciolgo.

"Davide è in ufficio?"
Sento rivolgermi questa domanda dietro di me, mentre sono allo schedario intenta a prendere le cartelle.
Mi volto e vedo una tigre.
Letteralmente, cioè una donna con pantaloni attillati ed una maglietta abbinata, tutti e due tigrati.
Capelli mossi sciolti, che le ricadono sulle spalle e due tacchi a spillo vertiginosi.
Rimango basita a guardarla.
"Emm si ma in questo momento non può..."
Non mi fa finire la frase che è già entrata.
Chi cazzo è questa?
Prendo velocemente tutti i documenti ed entro.

Li fulmino con lo sguardo.
Come era il detto? Se uno sguardo potesse uccidere? Be loro adesso sarebbero cenere.

La trovo spalmata sulla scrivania che si struscia addosso a lui.
"Ti prego..." la sento quasi miagolare con la sua vocetta da stronza.

Mi schiarisco la voce.
E si voltano a guardarmi.
Tutti e due quasi sorpresi che fossi la.

Mi avvicino decisa, no bella mia dopo quello che ho passato con lui,e dopo che mi ha fatto irrimediabilmente innamorare di lui col cazzo che me lo porti via.

Rivolgo uno dei miei falsi sorrisi.
"Le pratiche che voleva signore." Rimarco il lei ed il Signore.
"Magari quando ha finito di strusciarsi addosso alle puttane, può dargli un'occhiata." Vedo lei sgranare gli occhi e lui che ha un'aria indecifrabile.
"Adesso mi scusi ma credo che mi prenderò la giornata libera. Così può scopare liberamente con la troia qui."
Richiudo la porta dietro di me e mi sbrigo ad andarmene.
Stavolta sono incazzata nera.

Davide

Sento la porta spalancarsi.
E mi ritrovo davanti Megan.
Ma come cazzo si è vestita?
"Davide, sono tornata mi sei mancato sai? Ti sono mancata?"

Sospiro.
"Megan ti avevo detto chiaramente di non tornare. Non desidero più essere il tuo Padrone, trovatene un altro."

"Oh .... ma io voglio te...." mi dice amiccante. Sai che ti ho sempre voluto, lascerei tutto per te."
"Megan.... mi dispiace ma sono sempre stato chiaro con te. Mi sono innamorato, quindi chiudiamola qui da amici."
"Ti prego...." dice biascicante.
Sentiamo un'altra presenza.
Megan sembra infastidita.
Ma Angelica sembra che abbia il fuoco negli occhi.
Mi si avvicina.
"Le pratiche che voleva signore." Mi dice in tono sprezzante.
Mmm, hai visto mai che la mia cucciola è gelosa?
E mentre lo penso, vengo colpito dalle sue parole.
"Magari quando ha finito di strusciarsi addosso alle puttane, può dargli un'occhiata."
Mi viene quasi da ridere perché in realtà è quello che ho pensato di Megan appena entrata qui, col suo modo di vestire.
Non si aspetta neanche una mia risposta.
"Adesso mi scusi ma credo che mi prenderò la giornata libera. Così può scopare liberamente con la troia qui."
Continua a parlare mentre si dirige verso la porta.
Si è gelosa. Questo mi rende felice, vuol dire che ci tiene a me.
Vengo risvegliato dai miei pensieri.
"E te permetti a quella stronza della tua segretaria di trattarmi così?"
Urla Megan.
Le faccio un gesto con la mano di tacere, e si blocca di colpo.
Prendo il telefono.
"Reception"
"Passami Paolo."
"Signore?"
"È già uscita?"
"Non l'ho vista passare signore."
"Cercala se è ancora nell'edificio riportala qui da me."
"Si signore."

"Ora a noi due."
Mi guarda con i suoi occhioni da gatta in calore.
"Come cazzo ti sei vestita? Pensavi davvero che venendo qui come una puttana io avrei cambiato idea?"
"Ma..."
"Sta zitta."
Mi alzo e mi allontano da lei.
"Mi sembra di essere stato chiaro l'ultima volta. Non volevo più vederti.
Ma te fai sempre come ti pare, perché per te è impossibile che qualcuno ti dica no."
"Davide io ... "
"Io cosa? Cos'è che non capisci del non voglio vederti più?"
"Non ce la faccio.... io non posso.... te sei il mio unico padrone."
"No tesoro, l'ho sempre saputo che non ero l'unico, ne hai altri 4, ma finché mi sei servita per distrarmi me ne sono fregato. Una vera schiava ubbidisce ad un solo padrone.
Ma ha ragione la mia segretaria sei solo una troia."
So di essere duro, ma non posso fare altro con lei o continuerà a perseguitarmi.
"Ora vattene devo sistemare le cose con lei."
"Cosa ti importa di una stupida segretaria?"
"Ahaha ancora non l'hai capito che è la donna che sposerò? Ed ha già dimostrato più palle di te, a lasciarmi qui ed andarsene."
Mi avvicino alla porta e la apro.
Lei si avvia per andarsene.
"Se cambi idea.... sai dove trovarmi."
"Non la cambierò."
Per la prima volta ero davvero sicuro.
Era lei che volevo.

Angelica

Sono uscita dalla porta di servizio.
So che se prendevo la via principale mi avrebbe sguinzagliato contro uno dei suoi tirapiedi.
Ho bisogno di sbollire la rabbia. Così vago per le vie della città senza una meta.
In poco tempo mi rendo conto che non ho un posto dove andare.
Le poche persone che un pò consideravo mie amiche e che abitavano nel mio quartiere, a poco a poco si sono sposate, e sono andate tutte a stare da altre parti.
Non ho più una casa mia dove andare, ed Henry è a lavoro.
In 4 mesi a Roma non mi sono fatta un'amica.... diciamo anche che lui mi ha dato poche possibilità.
Io poi sono pure timida e non è facile per me.
Ad un certo punto non so come mi ritrovo in Piazza della Repubblica.

Vedo un muro antico. Mi avvicino. Giusto queste erano le terme! Penso. Leggo la scritta posta in alto sopra un'entrata.
"Santa Maria degli Angeli e dei Martiri."
Entro dentro.
Una Chiesa per stare tranquilli è quello che ci vuole.

Entro e rimango estasiata.
Non è una chiesa qualunque. È.... diversa.
Mi ricordo di aver letto da qualche parte, che qui in questa chiesa, c'è la prima meridiana fatta costruire nel 1700 per avvalorare la veridicità del calendario gregoriano.

Mi aggiro per la Chiesa e la vedo, non so perché ma questa semplice  grande linea di bronzo inserita in una fascia di marmo , a sua volta contornata da una cornice gialla, mi da un'incredibile pace. Rimango a fissare la sua bellezza pensando a quanto erano bravi i maestri di un tempo. Seguo la sua linea diagonale per circa 45 metri, finché non noto il  centro del foro gnomonico che irradia un punto preciso della linea. A destra della linea sono rappresentate, con intarsi di antichi marmi policromi, i segni zodiacali delle costellazioni estive e autunnali; a sinistra quelli delle costellazioni primaverili e invernali.

Presa da tutta questa meraviglia mi dimentico del fatto che ho insultato una tizia, sono scappata e che sono pure gelosa. Mi dimentico che non ho amici, ma in realtà ne ho sempre avuti pochi. Sono sempre stata bene da sola.

Ed improvvisamente penso a quanto vorrei che Sara fosse qui.
Da quando si è trasferita a Genova  per lavoro non la vedo più.

Esco dalla Chiesa dopo aver comprato una guida della Chiesa, e mi dirigo verso il mc dall'altra parte della strada. Prendo due porzioni di patatine, me le faccio mettere in una busta insieme ad una coca piccola e mi metto a mangiarle sulle scalette davanti il cinema della piazza.

Matt

Anche questa pratica è fatta.
È l'una ed ho già fatto il giro di tre clienti per fargli firmare le nuove direttive della società.
Chiudo il portone alle mie spalle, e scorgo una persona che conosco fin troppo bene.

Tiro fuori il cellulare.
Compongo il suo numero.
"Matt."
"Ti sei perso qualcosa?" Gli dico ironico.
"Cosa?"
Sembra non capire. "O meglio qualcuna? Capelli lunghi lisci...."
"Dove è?" Chiede.
"Piazza della Repubblica."
"Che ci fa li? Ahh lascia stare fammi il favore di riportarla indietro."
"Mmm ne deduco che avete discusso?"
"Si."
"Per cosa?" Sono curioso lo so.
"Megan...."
"Ah!" Mi viene da ridere.
"Se non volesse tornare?"
"Riportamela con le buone o con le cattive."
"Perfetto."
Chiudo la conversazione, riportiamola a casa.

Io sono (Conclusa)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora