Libertà

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Davide

Accidenti è la seconda volta che evito che sbatta la testa, questa ragazza deve avere problemi di pressione.
La adagio di nuovo sul letto, mi sento meglio dopo averle detto che starà qui, non mi piaceva il fatto che non fosse al sicuro.

Squilla il telefono. -drin, drin, drin...-
Lo tiro fuori dalla tasca e rispondo, non guardo neanche chi è.
"Pronto."
"Signore, mi dispiace disturbarla ma dovrebbe venire in ufficio c'è stato un casino con delle azioni e rischiamo di perdere molti soldi dei clienti."
Strizzo gli occhi, mi massaggio con il pollice e l'indice l'attaccatura del naso.
Non si può mai stare tranquilli con questo lavoro.
"Ok arrivo il prima possibile."
Guardo Angelica non voglio lasciarla sola, ma non ho altra scelta.
Spero almeno che dorma tutto il tempo.

Esco dalla stanza, mi dirigo in sala, apro il cassetto della credenza e prendo un blocco ed una penna, le scriverò un messaggio così non si preoccupa.
"Piccola sono dovuto uscire, se non vuoi stare nella mia stanza ti capisco sentiti libera di girare per casa e scegliere quella che più ti aggrada, se hai fame il frigorifero è pieno.
Torno presto Davide."
Strappo il foglio dal blocco lo piego e ritorno in camera da letto.

Sta ancora dormendo, chiamerò un dottore non mi piace questa cosa dei continui svenimenti. Metto il foglietto sul cuscino accanto a lei, prendo la prima camicia che mi capita tra le mani e la indosso.
Ok posso anche andare non mi interessa vestirmi elegante, è domenica.

Se non risolvo subito il casino quando, il lunedì, riaprirà la borsa di Milano tutte le azioni scenderanno vertiginosamente e i miei clienti perderanno un sacco di soldi.
Mentre penso questo mi sono infilato le scarpe, preso le chiavi e la giacca, e sono uscito di casa.
Aspetto l'ascensore e già mi manca. Possibile? Che mi sta facendo quella ragazza?
" Non ci pensare adesso concentrati sul lavoro. Ecco che fai parli da Solo? Ti ha forse contagiato? Ahahah si."
Continuo ad essere divertito mentre salgo in macchina.

Angelica

Mi risveglio di soprassalto, mmm accidenti mi gira la testa.
Mi metto seduta molto cautamente.
Mi prendo la testa tra le mani.

Non è possibile una vita di sacrifici e poi arriva uno stronzo qualsiasi, ok magari non proprio qualsiasi, e la butta al cesso in due minuti.
Mi giro, vedo un foglietto ripiegato.
Lo prendo, apro e leggo.
"Piccola?!?" Esclamo.
Leggo velocemente.
Rimango un momento spaesata.
"È uscito!" Non so perché sono felice ma sento allo stesso tempo una strana sensazione, come se all'improvviso mi mancasse qualcosa.

Non perdo tempo salto giù da letto e vado alla ricerca dei miei vestiti.
Inizio ad aprire le varie stanze.
E solo ora capisco quanto sia veramente grande questa casa.

Uscita dalla camera da letto padronale  trovo altre due porte una a destra ed una a sinistra.
Apro quella a destra e trovo un'altra camera da letto. Più piccola, ma sempre ben ammobiliata i mobili sono sullo stile dell'arte povera.
Sono presenti un letto, credo che sia ad una piazza e mezzo, con la testata in ferro battuto che ha al centro delle volute a spirali. Un armadio a 4 ante in legno scuro uguale ai due comodini ai lati del letto ed al comò. Qui non ci sono poltrone. Ma una grande vetrata da sullo stesso balcone che si vede dalla stanza principale.
Richiudo la porta ed apro quella a sinistra, stesso stile, stessa disposizione dei mobili, unico cambiamento è il letto ad una sola piazza ed un solo comodino.
Vado avanti per il corridoio e trovo la sala dove ero prima, non mi ero accorta che da qui partono altri 4 corridoi.
La stanza in pratica è strana ed immensa.

Ha una forma ottagonale con degli archi su quasi ogni parete che conducono alle altre varie zone.
Il primo arco è quello da dove sono uscita io.
Il secondo è quello che conduce fuori dove è la porta.
Il terzo porta alla cucina.
Il quarto non lo so dove porta.
Prima di imboccarlo mi soffermo a guardare la stanza.

Un pianoforte a coda bianco è posto vicino ad una finestra sembra perdersi nell'immensità della stanza.
In un angolo ci sono due poltrone ed un divano, davanti al divano è un tavolino sempre bianco e incassata nel muro una televisione enorme.
Più spostato c'è uno stereo con un giradischi ed un mobile pieno zeppo di dischi, al centro c'è un'isola-bar, spostato,  davanti all'entrata della cucina, è un grande tavolo rettangolare.
Accidenti ammetto che ha buon gusto, non è uno stile unico ma un insieme di stile tra antico e moderno che non stona così come é accostato.
Mi dirigo verso il quarto arco, ci sono altre due porte.
Ne apro una e trovo il suo studio, nell'altra una palestra, e ti pareva che non aveva una palestra in casa!
Passo all'ultimo arco il quinto ci sono altre tre porte a destra è un'altra camera da letto " ma che ci fa con tutte queste camere da letto?" Come il solito penso ad alta voce "mah!".
La richiudo, al centro altra camera e trovo un bagno, enorme con quella che sembra una sauna in legno ed al centro è una vasca tonda, la fisso allibita, quanto mi piacerebbe fare un bagno qui dentro.
Scaccio subito questo pensiero torno indietro e mi dirigo verso l'ultima porta, la lavanderia.

"Finalmente! Ti pareva che non era l'ultima!" Trovo i miei vestiti lavati e stirati, mi chiedo chi sia così veloce.
Ma me ne frego, infilo la gonna lascio la camicia, e rimetto la mia camicetta, giacca, controllo c'è tutto. Almeno quello.
Mi dirigo verso l'uscita, infilo le scarpe e trattengo il respiro.
"Speriamo che non mi abbia chiuso a chiave dentro."
Spingo la maniglia ed apro, velocemente vado all'ascensore, è già aperto meno male! Salgo premo il bottone di pian terreno, le porte si chiudono.
Accidenti quanto è lento, dai, dai lo incito.

Finalmente si apre e corro fuori, corro a perdifiato, voglio allontanarmi, ho voglia di piangere di nuovo, sento il vento tra i capelli, in faccia, la pioggia, ma non piove.
Sono le mie lacrime che ricominciano a scendere inesorabili.
Corro finché non ho più fiato, finché le gambe non cedono, finché non mi trovo davanti casa di Henry.

Io sono (Conclusa)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora