Punizione

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Sonnecchio sul divano, col sottofondo delle previsioni che danno alla televisione.
Ho sonno, tanto sonno, eppure ho dormito 9 ore, ultimamente ho sempre sonno.
Ripenso alla serata, mi sono eccitata così tanto a farlo in un luogo dove potevamo essere visti.
Immagino già i titoli sul giornale.
Coppia di depravati sorpresi mentre facevano sesso a Frascati.
Fortunatamente nessuno si è accorto di nulla.
Il problema è che sono eccitata ora.
Se mi masturbo non lo verrà mai a sapere.
Chiudo gli occhi, infilo una mano nei pantaloni della tuta e mi sgrilletto il clitoride. Penso a lui, un calore risale il mio corpo, che accusa lievi tremori, penso a quanto sia eccitante disubbidirgli. Non lo verrà mai a sapere.
Sto per raggiungere l'orgasmo ed il telefono squilla. "Merda!" Esclamo ma proprio ora?
"Pronto?"
"Piccola che fai?"
"Emm... " cavolo lo sa, mi guardo intorno, possibile che abbia messo qualche telecamera?
"Angelica?" Il suo tono è sospettoso, credo, forse...
"Nulla ..." sono convincente vero? Di che ci crede.
"Mmm non mi piace quando menti lo sai. Te lo ripeto che cosa stavi facendo?"
"Io... niente." Mi alzo di scatto in cerca delle telecamere. Dove possono essere?
"Sto perdendo la pazienza schiava, ubbidisci."
"Te mi spii... "
"Ma che... ti punirò severamente stasera adesso sta a te decidere se la punizione sarà molto dolorosa o no."
"No-non ho fatto nulla... "
"Ok schiava, non dire che non ti ho avvertito."
"Emm... a-av-avevo solo un po voglia..."
"Mmm ... ti sei masturbata senza il mio permesso."
"Non sono neanche venuta!"
Sto immaginando che stia ridendo adesso, non so ma mi da questa impressione.
"Bene, a stasera." Riaggancia.
Sul serio? Riattacchi così? Ahh. Mi ributto sul divano esausta. Ed ancora eccitata, chissà che mi farà stasera.

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Sono in cucina e preparo la cicoria ripassata in padella.
Non mi è mai piaciuta la cicoria ma ultimamente invece ne ho proprio voglia, è proprio vero che quando ti invecchi i gusti cambiano.

Non lo sento arrivare, finché il suo respiro lambisce il mio collo.
"Che prepari di buono?"
"Cicoria e bistecca. Ho fatto pure la macedonia....mmmm"
Passa il suo naso sull'incavo del collo, lascia una scia umida con la lingua, facendomi rabbrividire. È incredibile come riesca a trovare sempre nuovi modi per eccitarmi senza veramente toccarmi.

Si allontana. "No continua." Il mio no continua, sembra più una supplica... accidenti Angelica abbi un pò di contegno.

"Ahahah tesoro, lo sai che sei in punizione Si?"
"Uff... non vale però!!"
Prendo i piatti che ho appena riempito di cibo e li metto a tavola.
"Sentiamo, perché non dovrebbe valere?" Chiede mentre addenta un pezzo di bistecca.
"Troppo cotta. " osserva.
"Non è troppo cotta, sei te che sei strano, al sangue non te la farò mai io, mi fa senso."
"Me la devo mangiare io mica te."
"La prossima volta te la cuoci da solo."
"Hhhh ed io che volevo lasciarti a casa a cucinare per me."
"Si certo come no, contaci proprio."
Rispondo acida.
"Fammi capire tra una settimana ci sposiamo e non cucinerai per me?"
"Certo che lo farò, così come lo farai te... se lavoriamo insieme dovremmo aiutarci."
"Mmm.... non credo di volere che fai così tardi la sera."
"Ma se finisco alle sei di lavorare!"
"Non mi sembra che queste sere abbiamo finito alle sei. Insomma se non sono le otto non si torna, con tutto quello che c'è da fare!"
"Sono periodi è normale."
"Ok... Ma sai si che voglio una famiglia dovremmo trovare un accordo."
"Per famiglia che intendi?"
"Figli."
Lo guardo a bocca aperta. Aspetta sul serio ha detto figli? Ci sposiamo adesso è già a questo pensa?? Io non so neanche se posso averne...
"Emm... abbiamo tempo per questo Vero?"
"Ti preoccupi? Mica li voglio domani."
"Hhh ok.. Ok..."
"Quindi tornando a noi... perché non dovrei punirti?"
"Perché te bari."
Lo vedo alzare un sopracciglio mentre spezza del pane.
"Che vuol dire che baro."
"Davide te mi spii, dove sono le telecamere?"
"Che telecamere?"
"Quelle con cui ha visto che mi masturbavo!"
"Ma... te... che.... ahahahaha."
"Che ti ridi?"
"Oh Angelica, non ti spio, non ne ho bisogno!"
"A no?"
"No, certo che no! Non sai mentire neanche al telefono, sono il tuo padrone lo so se disubbidisci."
"Ah!"
"Ora. Direi che per aver dubitato... Mmm... infilati sotto il tavolo e fammi un pompino."
"Cosa?"
"Muoviti." Eccola di nuovo la sua voce roca, sensuale e che non ammette repliche.
Attirata da una forza irresistibile, lentamente scosto la sedia, mi metto sotto il tavolo, gli slaccio i pantaloni e mentre lui mangia io gli do piacere. Ed eccolo lì, che sento il basso ventre contrarsi, e le mutandine bagnarsi.

Legata alla spalliera in fondo al letto, sono in piedi con il culo esposto, con solo i miei slip indosso.

"No no ti prego... scusa padrone."
"Conta schiava."
"Ti prego, ti prego..."
Non mi piacciono le frustate, non mi piace il dolore, ma non so perché ogni volta che mi punisce mi eccito ancora di più.
La prima arriva sulla mia natica sinistra.
"Ahhh. ... u-uno."
Inizio così a contare fino ad arrivare a dieci.
Dieci maledette frustate. So di essermele meritate. So di essere in fibrillazione. Ormai senza più contegno, sento scendere all'interno delle mie cosce un rigagnolo di succhi. Sono consapevole del fatto che potrei venire anche se non mi toccasse.
"La mia cagna in calore." Sussurra al mio orecchio, mentre passa il manico della frusta proprio sopra il tragitto fatto dalla mia eccitazione.
"Mmm..."
"Senti qui quanto sei bagnata." Osserva mentre guarda il manico impregnato. "Lecca." Ordina.
Ed io lo faccio.
Mentre sento lui che da dietro raccoglie un pò di umori e li passa all'interno delle mie natiche.
Lascia la frusta e raccoglie i miei capelli in una mano avvolgendoseli intorno, poi con una spinta entra dietro di me. Passa la mano libera sul clitoride.
"Ahh pa-drone sto per ..."
"Non ancora."
"Ti prego..."
Sento le sue spinte dentro di me. Che se all'inizio mi avevano calmata, adesso mi stanno facendo impazzire, aiutate dalla sua mano.
"No-non resisto... vengooo!"
Lo sento stringere la presa tirare ancora di più i capelli e poche spinte dopo venire anche lui.
Sono sudata ma a lui non importa e mi bacia la schiena, mentre slega le mie mani. "Mia piccola troietta, non hai saputo resistere, penso proprio che ti metterò la cintura di castità."
"Cos... scusa."
Mi volto verso di lui. E lo abbraccio.
"Scusa padrone, non lo faccio più."
Gli dico mentre strofino il mio viso sul suo torace.
"Ruffiana." Ride.
"Mmm."
"Andiamo a letto, che con te non ho finito."
Lo guardo. Sa che sono ancora eccitata. Il mio sguardo eloquente lo fa sorridere.
Mentre finisce di spogliarsi, io sono già nel letto che lo aspetto, senza più neanche le mutandine, lasciate per terra.
Non vedo l'ora di godere ancora insieme a lui.

Io sono (Conclusa)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora