Famiglia

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Mi sveglio col mal di testa, mentre sento un gran vociare al di fuori della stanza.
Guardo l'ora, le 7:45.

Mi prendo la testa con le mani e spingo forte sulle tempie.
Uno, due, tre, Quattro, cinque, conto e poi rilascio.
Lo faccio altre tre volte, sembra funzionare perché un pò si è alleviato, ma ho sicuramente bisogno di una di quelle pasticche che ti stendono.

Mi alzo e vado in bagno, non ho voglia di guardare l'orrore di fronte a me, mi siedo sul water mentre mi chiedo chi è che fa tutto questo casino a quest'ora del mattino.
Anche se poi dovrei già essere sveglia anche io visto che oggi si lavora.

Ripenso a quello che è successo ieri ed un conato mi sale.
Rimetto pensando che per fortuna ero già in bagno.

Mi rifiuto di alzare lo sguardo mentre mi lavo i denti, ma non posso fare a meno di notare i lividi sulle braccia, visto che il mio pigiama è una maglietta a maniche corte tanto lunga che nasconde anche i miei pantaloncini.

Esco dal bagno, guardo il letto, mi rimetterei volentieri a dormire, ma decido di uscire dalla stanza sono curiosa di sapere chi c'è.

Apro la porta e come se avessero visto un fantasma sei persone si ammutoliscono di colpo. Dodici occhi puntati su di me, è inquietante la cosa.

"Emm buongiorno..."

"Ecco vedi? L'abbiamo svegliata!" Esordisce un Henry arrabbiato, puntando il dito verso Davide.

"Che vuoi da me? Vi ripetevo di andare in sala. Continuavate ad insistere per entrare!"

"Bè sono la sua migliore amica, dovevi lasciarmi entrare per vedere come sta!" Si infuria Sara.
"Ecco la vedi è in piedi davanti a te."
Mi indica Davide.

E dopo poco il vociare riprende con un tono più alto, tutti che cercano di parlare, uno sopra all'altro, aumentando il volume della loro voce, sembra una gara.

Li guardo parlare di me come se non fossi là. Come se dovessero decidere loro di me.

"BASTA!"Urlo.

Tutto ad un tratto cala il silenzio.

"Forse non ve ne siete accorti ma io sono qui, e vi ascolto, ma vi sentite? Tutti a chiedere a lui come sto." Puntando il dito contro Davide.
"Tutti a decidere cosa devo o non devo fare."
"Angelica..." cerca di intromettersi Davide.
"No, basta, volete chiedermi come sto? Be col mal di testa a forza di sentirvi. Vi preoccupate per quello che è successo ieri, come se tutto questo non fosse mai successo. Ma ho una novità per voi, non è la prima volta, non sono la fragile ragazza che dovete tenere sotto una campana di vetro, sono sopravvissuta tutti questi anni anche senza di voi, quindi per favore se avete qualcosa da dire io sono qui. E non vi azzardate a prendere decisioni al posto mio."

"Però, te la sei trovata bella dura la ragazza!" Fa notare Elena.
Mi si avvicina Sara. "Non poteva essere altrimenti visto che è mia sorella." Commenta abbracciandomi.

Mi sciolgo in una risata, e sembra calmare gli animi di tutti.

"D'accordo che ne dite di fare colazione?" Si incammina Anna verso la cucina. Iniziano a seguirla tutti.
Davide invece mi blocca, poggia delicatamente le sue mani sulle mie spalle.
"Angelica, lo sai che adesso non sei più sola vero?"
Annuisco.
"Adesso noi siamo la tua famiglia, ed affronteremo tutto questo con te."
Lo guardo negli occhi.
"Ho paura."
"Sai che ti proteggeremo. "
"Non ho paura di loro. Non più." Ed è vero, dopo essermi ribellata ieri, dopo averlo colpito ho capito di potercela fare ad uscirne.
"E di cosa hai paura allora?"
"Che il nostro rapporto cambi."
"Non capisco."
"Ho paura che penserai solo a proteggermi, o ad elaborare strategie per non farmi preoccupare, che vorrai tenermi dentro una bolla di vetro per non farmi del male."
"Angelica..."
"Lasciami finire, sai da quanto non lo facciamo? Due settimane, da quanto non giochiamo? Anche di più... Io rivoglio l'uomo che non doveva preoccuparsi di chiedere, rivoglio l'uomo che mi ha sbattuta sul cofano della macchina dopo aver scelto la chiesa."

Lo guardo sorridere.
"Mmm, bè tesoro mio, quello c'è sempre, l'ho solo messo in stand-by per un pò di tempo, ma so anche che tra poco riuscirà fuori perché scoppierà. Sai che non riesco a trattenerlo troppo."
"Ahaha bipolare dalla personalità multipla."
"Ahaha."
Ridiamo, sciogliendo la tensione fra noi, mi si avvicina pericolosamente al viso e mi bacia.
Finalmente risento la passione, avvinghia le sue mani al mio culo e mi tira su mentre mi sbatte contro il muro.
Rimaniamo a baciarci, con le mie gambe allacciate al suo bacino, le sue mani che stringono i miei seni, e la sua protuberanza che insistentemente si fa sentire ricoperta dal tessuto dei pantaloni.

"Santo Cielo!" Esclama Henry mentre si copre gli occhi.
Lo guardiamo affannati dai baci.
"Copriti!" Mi dice.
Mi Guardo la maglietta tirata su, guardo Davide è scoppiamo a ridere.
"Guastafeste!" Rispondo.
Ci ricomponiamo e lo seguiamo in cucina, tenendoci per mano.

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Seduta al tavolo della sala, Sara, Anna, Elena ed Henry mi guardano, chiedendosi cosa debbano fare.

Aspettano una mia risposta, ma sto pensando, elaborando.
"Uff... mi mettete sotto pressione lo sapete?"
"Scusa tesoro, è che non capiamo cosa vuoi fare con tutte queste cose." Mi fa notare Anna.
"Bè devo ancora capirlo anche io non credevo di dover stare qui oggi, avevamo una riunione, ma il tuo caro figliolo ha pensato bene di lasciarmi a casa."
"Angelica, hai bisogno di riposo, prima cosa." Mi piace Anna molto materna, non ci sono abituata.
"Per non parlare di tutti i tuoi lividi alla riunione avrebbero guardato solo te."
"Elena!" La sgrida Anna.
"Scusa zia ma è la verità."
"Si per non parlare del fatto poi che mancano due settimane e neanche avete mandato gli inviti." Mi fa notare Henry.
"Lasciatela stare! Insomma tra lascia e prendi neanche eravamo sicuri che si sposassero ancora!" Interviene Sara.

Due settimane, oddio davvero due settimane.
Mi guardano camminare, per la stanza, guardo tutto il materiale che ho comprato. Che ci faccio? Che volevo fare? Presa infine da folgorazione so perfettamente cosa voglio.

"Ok!" Esclamo.
"Anna non conosco i vostri parenti e non so neanche chi volete invitare. Quindi fai una lista, chiama poi tuo figlio e chiedigli se vuole inviare i suoi amici che non so chi siano a parte Matt... dalla mia parte puoi scrivere Sara, Henry e quasi dimenticavo, i genitori di Sara."
Mi giro verso di lei. "Verranno i tuoi vero?"
"Certo! Saranno felicissimi di venire li chiamo subito!"

"No dopo!" Gli dico risoluta.
"Prima ti spiego cosa voglio, vedi tutti questi componenti?"
"Si."
"Ok ti ricordi quando ti ho insegnato a fare gli orecchini?"
"Certo!" Mi guarda entusiasta.
"Bene voglio che ne fai un pò, alterna i componenti Ok?"
"Si, si ho capito che vuoi fare!"
"Perfetto."

Prendo uno scatolone e lo capovolgo sul tavolo, una montagna di scatolette piene di confetti si ammassano una sull'altra. Prendo poi una busta con gli acchiappasogni.
Chiamo Elena. "Vedi queste?" Indico le scatolette. "Le ho già riempite di confetti e scritto i biglietti dentro, adesso devi trovare il modo di attaccarci ad ognuna l'acchiappasogni che sono in questa busta."
"Ok come li lego?" Chiede.
"Ho comprato del filo grezzo... dove l'ho messo?" Chiedo più a me stessa, che a loro.
"Eccolo!" Esclamo.
Lo prendo e glielo do, si sta già mettendo all'opera come le altre.

"Però, sei brava a dare ordini, e ne hai di fantasia!" Mi fa notare Henry. Sorrido. Mi piace fare queste cose.
"Che devo fare Io?"
"Una cosa importante! Gli inviti te che sei bravo col pc"
"Ok come li vuoi? Stile country, grezzo, Shabby?"
"Tesoro te si che mi capisci al volo è proprio così che li voglio!"
Sorride. " Lo sapevo!" Si gira ed inizia a digitare sulla tastiera.

Io invece?
Il tableau naturalmente.
Lo farò a staccionata. Inizio a segare il legno, inchiodare le assi e verniciarlo di bianco.

Che il lavoro abbia inizio.

Non è finita qui...

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Un messaggio importante per voi cari lettori.

Mi dite alcuni libri famosi che vi sono piaciuti particolarmente? Grazie se vorrete farlo.

Io sono (Conclusa)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora