Si torna a lavoro

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Sono le sei di mattina, mi sono alzata cercando di non fare rumore. Sono di nuovo senza intimo.
Ieri sera se ne è accorto e me lo ha fatto togliere di nuovo.
Per fortuna comunque non mi ha punito.
Adesso però sono alla ricerca di qualcosa da mettere negli scatoloni.
"Che cavolo, se solo sapessi con quale criterio hanno diviso le cose!"
Ho trovato un paio di pantaloncini strappati ma direi che a lavoro con quelli non posso andarci.
"Trovate! Un altro completo intimo! Dai sono sulla buona strada!"
Forse in quest'altro scatolone ci sono i vestiti.
"Bingo!" Ho trovato i miei maglioni e qualche gonna; dai posso accontentarmi.
Sto per mettere gli slip quando una voce arrabbiata mi fa saltare.

"Mettili e ti prendo a frustate."
"Cazzo Davide mi hai spaventato!"
Dico mentre facendo finta di nulla li indosso.
"Mi hai sentito?" Domanda.
"Non ho tempo per i tuoi giochi, farò tardi a lavoro."
"Il lavoro sono io tesoro. Ora spogliati."
Cavolo eccola di nuovo la sua voce roca... quanto mi eccita... no, no rimani lucida Eng.
"Non ci penso proprio." Continuo a vestirmi quando sento due mani che mi afferrano, una mi tira i capelli e e l'altra mi porta una braccio dietro la schiena.
"Ahia! Mi fai male!" Urlo.
"L'hai voluto te piccola, sei troppo disubbidiente. Ti ci vuole una punizione."
"No smettila lasciami." Voglio davvero che mi lasci? No perché io mi sto bagnando.... perché questa cosa mi eccita?

Mi riporta in camera e mi butta sul letto.
Cerco di scappare dall'altra parte ma mi blocca la caviglia con la mano. Ma quanto è forte penso? Ecco lo sapevo che dovevo fare un pò di palestra.
"Sta ferma e buona."
"Col cavolo, toccami e ti denuncio."
"Ahahaha si, si, voglio proprio vedere."
Prende delle manette, me le mette ai polsi facendole passare per le sbarre del letto. Sono bloccata.

"Dico sul serio! Sei uno stronzo!"
Lo vedo togliermi la gonna che ero riuscita ad infilare e gli slip nonostante i miei tentativi di divincolarmi.
Si inginocchia sotto il letto e tira fuori una valigetta.
La apre.

"Adesso farai la conoscenza della mia frusta tesoro." Mi dice calmo.
"Cosa?? Te sei matto!!! Sei un bastardo! Non ci provare!!!!"
Si siede sul letto e mi accarezza i capelli.
"Fermati non mi toccare!!!"
"Angelica calmati, ti darò delle regole e te le rispetterai, non farlo comporta delle punizioni. Adesso sono stato fin troppo buono con te, non ti ho punito quando te ne sei andata senza avvertire, non ti ho punito quando ho saputo che non hai rispettato la mia regola del non bere, non ti ho punito ieri quando senza permesso hai rimesso gli slip. Ma adesso lo farò altrimenti non imparerai."
"Te sei fuori di testa, io non ti appartengo e questa è violenza."
Ho le lacrime agli occhi perché so che mi farà male.
"Anche se ancora non vuoi ammetterlo, te mi appartieni, ora riceverai 5 frustate, e ci vado leggero perché è la tua prima volta, voglio che conti. Se non lo fai ne riceverai altre 5. Ti è chiaro?."
Non rispondo, non voglio rispondere mi giro dall'altra parte.

"Angelica non mi piace ripetere."
Mi tira leggermente i capelli.
"Si." Rispondo.
"Si cosa."
"Si ho capito." Facciamola finita tanto me le darà, non ho scampo.
"Si ho capito, cosa?" Ripete.
Mi giro, lo guardo.... Non capisco cosa vuole che dica.
"Sto aspettando." Annuncia iniziando ad alzarsi.
"Mmm... Si ho capito padrone?" Provo.
Sorride anche se non lo vedo perché ora si è messo dietro di me ed io per la posizione che ho posso guardare solo il muro.
Ma lo so che sta sorridendo.

Senza preavviso, nel silenzio della stanza si sente uno schiocco.
La frusta si abbatte sulla mia schiena ed io lancio un urlo.
Aspetta che mi riprendo, ho il fiato spezzato, non riesco a respirare. Il cuore rischia di schizzarmi via dal petto. E poi all'improvviso si fa strada una voce non mia. "Uno."

Continua per altre 4 volte, 5 frustate che mi cambiano, 5 frustate che mi vengono inflitte dolorosamente, ma per le quali non so perché penso che siano giuste, non mi sento umiliata, non mi sento male, a parte il dolore che si propaga sulla schiena, sul culo e sulle cosce. 5 frustate che mi fanno sentire viva, spaventata ed eccitata.
E lui lo sa.

Si avvicina, e mi tocca in mezzo alle gambe. "Sei eccitata piccola."
Un mugolio mi esce dalle labbra.
"Mmm, la mia piccola puttanella."
Sale sul letto dietro di me, si è liberato dei pantaloni della tuta che aveva e mi sta toccando le tette ed il monte di Venere.
Sente altri sospiri venire da me.
"Vedo che non sei indifferente alle mie punizioni tesoro."
"Che mi stai facendo?" Chiedo tra le lacrime di dolore ed i sospiri di eccitazione.
"Nulla di quello che non sei già, una sottomessa, una troia, la mia troia." Aggiunge quest'ultimo particolare con più enfasi. Ed io scoppio in un orgasmo nella sua mano.
"Mmm, dovrai imparare a trattenerti piccola, adesso leccami le dita."
Ed io lo faccio, lecco dove l'ho sporcato, lecco il mio sapore è dolce."
Nel frattempo lui passa il suo membro sulla mia fessura e con un colpo secco mi entra dentro.
Lancio un urlo, soffocato dalla presenza delle sue dita nella mia bocca.
Stavolta non aspetta che mi rilasso inizia a muoversi velocemente sempre più forte, e sempre più in profondità, mi fa male ma ammetto che mi eccita sempre di più mi piace essere presa così, brutalmente, senza permesso.
" Allora troia, guarda quanto sei bagnata. Ti piace quando ti chiamo troia vero? E puttana."
Si era vero come fa a saperlo?
"Ahh! Mi fai male."
"Rispondi." Mi dice mentre affonda sempre di più.
"Ahh si mi piace, mi piace tanto padrone!" Ho Eng ti stai perdendo.... in che tunnel ti sei infilata? Adesso lo chiami padrone?
"Allora dillo che sei la mia troia!"
"Si, sono la tua troia!" Dico.
E mentre lo dico, mentre il dolore di avere un bastone di carne, troppo grande dentro di me, mi pervade sento salirmi un nuovo orgasmo più forte di quello di prima.
Ed urlo di piacere, mentre lui riversa il suo piacere dentro di me.... di nuovo.
Stavolta non protesto, non servirebbe a nulla.
Ma lui non ha finito, mi toglie le manette.
Mi prende per i capelli dolcemente, e mi fa scendere dal letto mi fa inginocchiare, non ho la forza di protestare sono spossata.
"Apri la bocca e pulisci." Ordina.
Ed io tiro fuori la lingua ed inizio a leccarlo tutto.
Ormai sono irrecuperabile.

Davide

Non sono uno stronzo di solito. Ma con lei è tutta un'altra storia.
Mi eccita troppo la ragazza, la voglio in tutti i modi possibili sia come mia schiava che come la mia donna.
Lo so che sono perfetto per lei, ma è testarda ed ho dovuto forzare le cose.
Sapevo che frustarla gli avrebbe fatto scoprire il suo piacere.
Per tutto il tempo ho sentito il mio piacere irrigidirsi, ma sapevo che sarebbe arrivato il momento.
L'ho spossata non solo fisicamente ma anche mentalmente ed ora è di nuovo vicino a me e sta dormendo.
Dopo che me lo ha preso in bocca, cercando di infilarlo dentro visto la sua bocca troppo piccola per me, è praticamente crollata.
La mia piccolina, mi piace, sembra così fragile ma non lo è, Matt si sbaglia, lei non arranca, lei attacca.
Voglio vedere come userà le sue piccole manine su di me, mi viene già da ridere.

La lascio dormire un altro pò.

Squilla il telefono.
È Matt.
"Ehi." Rispondo "qualcosa di importante?"
"No, ma la tua segretaria ancora non è arrivata, magari te sai dove è..."
"Hahah Matt se volevi chiedermi se era con me potevi farlo direttamente."
"Quindi?"
"Cosa." La tiro per le lunghe.
"Uff.. è con te? Te la sei scopata?"
"Si e si."
"Posso farci un giro?"
Mi manda fuori di testa la domanda ma a volte abbiamo condiviso alcune donne.
"No lei è mia."
"Mmm. Ne deduco che è la tua ragazza?"
"Si Matt."
"Ok. Venite in ufficio? O siete in vacanza?"
Mi giro e lei è sulla porta che mi guarda. Indossa di nuovo una mia camicia. Quella che mi ero preparato per l'ufficio, sta meglio a lei che a me.
"Arriveremo in ritardo." E chiudo senza aspettare risposta.

Io sono (Conclusa)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora