Cerco casa

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Mi sveglio e lui non c'è, guardo l'orologio sono le 9:00.
Non devo aver dormito molto, ma di sicuro ho fatto tardi a lavoro.
È l'ultimo dei miei pensieri però ora.
Mi fa male tutto, vado in bagno e noto che è anche arrossata. Ti credo mi ha distrutta con quel coso.
Che stai facendo Angelica? Ti stai facendo coinvolgere da un pazzo maniaco, ed il brutto è che ti piace come ti tratta.
Prendi una decisione Eng perché sto uscendo di testa.
Ma è la mia voce che esce di testa o sono io che converso con lei? Ok sono fuori davvero. Ho bisogno di caffè.
Vedo la sua camicia sulla poltrona e me la metto.

Vado in cucina e lo sento parlare.
Forse è al telefono.
Arrivo appena in tempo per sentirgli dire che sono sua.
Ancora con questa storia? Un moto di irritazione e di euforia mi pervadono.
Ma al momento sono più irritata mi ha fatto male, quindi non sono sua.

"Dormito bene?" Scherza? Mi chiede pure se ho dormito bene lo stronzo.
"No." Rispondo e mi dirigo verso la macchinetta del caffè.
Apro una cialda e la infilo dentro.
"Pensavo di si visto il modo in cui russavi."
"Che?? Io non russo!" Mi volto a guardarlo furiosa. E lui sorride.
Mi sta provocando... Non farlo non assecondarlo Eng.
"Comunque, visto che ci siamo devi firmarmi un'uscita straordinaria."
"Un'uscita straordinaria? Ma se ancora non siamo andati a lavoro! Il che mi ricorda che dovremmo vestirci."
Si alza prende la sua tazzina e la mette nel lavandino.
"Vado a farmi una doccia vieni con me."
"No grazie." Rispondo.
"Non era una domanda Angelica."
Uff.... meglio andare.
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Ore 11:00 A.m

Siamo a lavoro.
Arrivata alla scrivania ho trovato una pila di documenti ad arrendermi.
Devo leggerli tutti e dare al capo quelli più importanti o che deve firmare.

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16:00

Ho finalmente finito.
Non ho neanche pranzato per recuperare il tempo perduto. Prendo i fascicoli, respiro e busso.

"Avanti."
Entro, e lui è in piedi davanti alla finestra a parlare al telefono.
"No voglio vendere le azioni.... perché si non discutere con me!"
È arrabbiato, metto i fascicoli sulla sua scrivania ed aspetto.
"Non me ne frega un cazzo di quello che pensi! Fai quello che ti ho detto e basta!" Riattacca.

"Qualche problema?" Chiedo.
"Si ho idioti alle mie dipendenze. Comunque questi li devo firmare?"
"Si devi anche leggerli."
"Mmm ok." Prende il primo ed inizia a sfogliarlo.
Mi schiarisco la voce. Alza gli occhi e mi guarda.
"Devi dirmi altro?" Chiede.
"Si me lo firmi?" Gli do il foglio per l'uscita straordinaria.
"Perché vuoi uscire prima?" Ecco ci siamo mi aspettavo la domanda.
"Ho preso appuntamento per vedere un appartamento..."
"Mmm. Non te lo firmo. Adesso torna a lavoro." Prende il foglio lo strappa e lo butta.
"Davide, se non mi dai le ore di permesso me le prenderò da sola."
Adesso mi guarda più attentamente.
"A che ti serve vedere una casa? Ne hai già una dove abitare."
"Bè non voglio stare da te."
"Non ti piace la mia casa? Vuoi cambiarla? Puoi fare quello che vuoi se non ti piace l'arredamento."
"Non è questo... la tua casa è bellissima, ma mi sento soffocare... io sono abituata a stare da sola."
"Ok allora direi che devi solo imparare a convivere con qualcuno.
Ora torna a lavoro."
"Davide..."
"Angelica non voglio più discuterne."
È inutile, non mi darà il permesso.
Chiudo la porta dietro di me e decido di andarmene.

Sono all'entrata e sto passando il mio badge per uscire.
Ho chiamato un taxi altrimenti non faccio in tempo ad arrivare.

Davide

Ecco adesso non riesco più a lavorare.
Riesce a spiazzarmi.
Ero convinto che si fosse arresa ed invece non è così.
Devo parlarle.
Esco dall'ufficio e lei non c'è.
Afferro la cornetta e chiamo la receptions.
"Receptions."
"Sono De Nittis, avete visto la mia segretaria?"
"Si signore è appena uscita."
"Passami Paolo."
Passano alcuni minuti.
"Si signore?"
"Riportamela."
"Si signore."

Io sono (Conclusa)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora