Mi preparo per scendere dall'aereo. Metto la giacca anche se farà parecchio caldo, ma il fatto è che non son dove metterla. Prendo il trolley e scendo dall'aereo. Vengo investita da una folata di aria calda.
Qui è pomeriggio, mentre in Italia, a casa, beh... non so che ore siano. Penso che sia sera o qualcosa del genere. Sono ancora un po' addormentata perché mi sono appena svegliata. Mi sento anche completamente stordita: tra il viaggio, il caldo, questa maledetta giacca che non ha un posto preciso, la città nuova e il jet lag...
Entro in aeroporto e aspetto le valigie. Le prendo e mi dirigo all'uscita dove scorgo subito un taxi giallo con a fianco il suo autista che tiene in mano un tablet con scritto sopra il mio nome. Passo in fretta la dogana (grazie anche all'assenza di metal-detector), e vado verso il taxi.
‹‹Signorina Villa?›› chiede con un gran sorriso l'anziano autista. Annuisco e mi fa segno di accomodarmi. Entro in macchina e mi siedo di fianco a lui.
‹‹Sua madre mi ha già detto tutto per telefono, ora tra circa venti minuti arriveremo a casa sua.›› dice poi mettendo in moto.Quando arrivo mi ritrovo di fronte alla casa dove abitava la mamma con i nonni prima di trasferirsi a Milano. È una villa a due piani con una piscina interrata e un giardino favoloso.
‹‹Questa è la sua nuova casa, signorina. Trova già tutto dentro. Benvenuta a Los Angeles, comunque!›› esclama il tassista.
‹‹Oh, grazie mille›› dico tirando fuori dal portafoglio i soldi per il passaggio.Appena se ne va, mi giro e apro il cancelletto di ferro battutto della nuova casa ed entro. Quando apro la casa rimango senza parole: è enorme, bellissima e luminosa, proprio come l'ha sempre descritta la mamma.
Esploro la casa a due piani: sotto c'è il salotto, il bagno e la cucina. Sopra c'è la camera da letto dove dormiva la mamma, la camera dove dormivano i nonni, la camera degli ospiti (dove dormiva lo zio) e due bagni. Porto su le valigie e decido che la mia camera sarà quella in cui dormiva la mamma.
In meno di due ore riesco a sistemare tutto il contenuto delle mie valigie negli armadi e cambiare la disposizione di alcune cose della casa.
Domani inizierò la scuola e anche la ginnastica. La cosa più giusta da fare sarebbe tentare di farmi subito degli amici, ma perché non godersi la piscina? Poi diciamo che non sono una che fa amicizia facilmente perché sono abbastanza timida.
Metto il costume ed esco correndo diretta alla piscina. Faccio come per tuffarmi ma, proprio nel momento in cui mi sporgo leggermente in avanti, mi accorgo che è vuota. Tanto non serve molto dirlo, perché è troppo tardi. Ho già perso l'equilibrio e ci sono finita dentro.
Sento qualcuno ridere e mi tiro su sul bordo della piscina. Cerco velocemente quello che stava ridendo e incrocio il suo sguardo: sul balcone della villa davanti alla mia c'è un ragazzo con i capelli scuri e il ciuffo leggermente più chiaro, molto carino, che se la ride di gusto. Lo guardo malissimo, anzi, lo fulmino con lo sguardo ma lui non smette di ridere: ‹‹Ma che bel tuffo!›› dice tra le risate.
Gli faccio la linguaccia e me ne vado verso la porta di casa. Entro in casa, prendo un prendisole e un telo. Se non si può usare la piscina, andrò in spiaggia.Esco di nuovo e, prima di andare al mare, anzi no, all'oceano, prendo la canna dell'acqua e la metto nella piscina. Apro l'acqua e, visto che la piscina è bella grande, la lascio lì mentre io esco sulla strada per andare a vedere la spiaggia e magari fare anche un bagno nell'oceano.
Esco dal cancelletto e mi avvio verso la spiaggia. Mentre cammino mi guardo intorno: sembra veramente di essere in un villaggio turistico e non nella "mia" nuova città.
Arrivo in spiaggia e sistemo il mio telo mare vicino alla riva, ma abbastanza lontano affinchè le onde non lo bagnino.
Rimango in costume e lego i capelli in uno chignon alto per evitare di bagnarli troppo. Prima ancora di fare l'ultimo giro con l'elastico, sento arriavre un fischio dietro di me. Mi giro e, no non ci credo, è ancora il ragazzo di prima!
‹‹Non sei mica male però, eh?›› dice squadrandomi.
Ma come si permette e con quale coraggio?!
‹‹Di certo sei molto meglio così che come tuffatrice.›› dice il ragazzo ridendo. ‹‹Comunque, molto piacere, io sono Cam!›› continua avvicinandosi per stringermi la mano.Molto piacere un corno, ma per non sembrare maleducata come lui, gli stringo la mano e mi presento.
‹‹Io sono Sidney, piacere mio!›› dico con il tono più gentile che riesco a tirare fuori. Ah, piacere mio per modo di dire.
‹‹Sidney come la città dell'Australia? È un nome bellissimo!›› esclama Cam.Già mi aspettavo qualche commento sul mio nome, da tanto che ci sono abituata. I miei hanno chiamato me Sidney perché si sono conosciuti in quella città, e mia sorella Adelaide perché quella è stata la prima città che hanno visitato insieme.
‹‹Sei nuova qui, vero?›› chiede Cam.
‹‹Si, sono arrivata poco fa. Tipo quattro o cinque ore fa. Mi sono trasferita dall'Italia.›› spiego.
‹‹Ah... e immagino che tu faccia la tuffatrice... con questo fisico qua...›› inizia a dire Cam lanciandomi varie occhiate divertite. Poi scoppia a ridere. Sinceramente faccio fatica a trattenermi dal ridere, purtroppo Cam a quanto pare ha la risata contagiosa, così scoppio a ridere anche io.
‹‹Smettila!›› dico fingendomi offesa, anche se è un po' difficile dato che mi viene da ridere. ‹‹Per tua informazione non faccio la tuffatrice, ma la ginnasta.››
‹‹Capito. Vieni a fare un tuffo?›› chiede Cam mentre scoppia a ridere non appena si accorge di quello che ha detto.Ma cos'ho di tanto divertente, mi chiedo?
‹‹Non so più in che lingua dirti di smettere di ridere! E poi, prima, sono scivolata, tutto qui.›› dico incrociando le braccia.
‹‹In italiano!›› dice lui. Ma la smette? Metto il muso.
‹‹Non vorrai mettere il muso con me eh?›› dice ancora Cam sorridendo.
‹‹Se metto il muso cosa mi succede?›› chiedo mantenendo un tono indifferente.
‹‹Ora lo vedrai.›› Dice lui mentre si toglie la maglietta. Cam lancia la maglia sul suo telo, mi afferra per il polso e mi trascina verso la riva.Quando arriviamo di fronte all'oceano, l'acqua ci bagna i piedi. È gelida, freddissima. Non faccio in tempo a sviluppare questo pensiero che mi ritrovo sott'acqua. Riemergo prendendo un gran respiro. Mi volto e ovviamente l'artefice di tutto ciò, il mio caro vicino di casa Cam, sta ridendo. Ecco cosa succede a chi mette il muso con lui. Lo conosco da meno di due ore e già non so più cosa fare con lui.
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RIGHT NOW (in revisione)
Fanfiction"Dear me, one day I'll make you proud". Sidney, una ginnasta sedicenne italo-americana, dopo le mille delusioni avute dal suo sport in Italia, decide di trasferirsi a Los Angeles nella casa dove abitava la madre con la sua famiglia per avere nuove o...