‹‹Quanti minuti mancano prima che io possa uscire da questo tavolo? Il mio vestito ne risente.›› dico osservando il mio povero vestito che sta attirando batuffoli di polvere. ‹‹Manca poco, tre minuti all’incirca. Intanto prenotiamo il tuo volo, così riusciamo a trovarlo come diciamo noi!›› riprende Cam tirando fuori il cellulare. Non ho mai prenotato un biglietto aereo da sotto il tavolo e non era proprio nella mia lista delle cinquanta cose da fare nella vita. Cam armeggia un po’ con il suo cellulare, va su internet, prende un sito che non riesco a vedere come si chiama e digita qualcosa. ‹‹Da LAX Los Angeles a…?›› mi chiede dopo un po’. ‹‹Milano Malpensa.›› rispondo. Non ho preferenze tra gli aeroporti di Milano, ma per quello che so, è a Malpensa che arriva e parte la maggior parte dei voli internazionali. Ad esempio, quando dovevo venire a Los Angeles, sono partita da lì. Cam scrive ancora varie cose, poi gira lo schermo verso di me e mi mostra i risultati della sua ricerca. ‹‹Ho trovato questo, questo e quest’altro. Il primo parte un’ora dopo il mio, il secondo due ore prima e l’altro due ore dopo.›› spiega. Li guardo attentamente e noto che quello migliore è il primo, sia per l’orario che per il costo. L’unica cosa che mi preoccupa è che quel volo ha uno scalo e con gli scali non vado d’accordo, ma per una volta si può fare. ‹‹Prendo il primo.›› dico a Cam prendendo il suo telefono. In meno di due minuti compro il volo (il mistero non è come ho fatto a prenotarlo senza problemi, ma come ho fatto a ricordarmi il numero della carta di credito e del passaporto a memoria).
Dopo aver prenotato un volo aereo e aver organizzato una gita a Santa Monica da sotto un tavolo, Cam si sporge per vedere com’è la situazione. Per quello che riesco a vedere, una ragazza con le scarpe lilla con il tacco si avvicina al tavolo. Inizialmente penso sia Michelle, poi però mi accorgo che è una ragazza qualsiasi. ‹‹Lucy, la preside è uscita?›› le chiede Cam. Lei aspetta un attimo a rispondere, probabilmente sarà scioccata nel vedersi un ragazzo sbucare da sotto un tavolo. ‹‹Si,è appena andata ma… cosa ci fai qua sotto?›› chiede lei. ‹‹E’ una lunga storia…›› taglia corto Cam, poi si rivolge a me dandomi il via libera. In non so quale modo usciamo dal tavolo e ci rialziamo. La sala è completamente piena di gente e muoversi risulta quasi impossibile. ‹‹Andiamo fuori?›› chiedo. ‹‹Meglio aspettare, la preside è ancora là. Intanto voglio farti vedere una cosa.›› risponde lui. ‹‹Che cosa?›› chiedo curiosa. ‹‹Sei stata nell’atrio principale in questi giorni?›› mi chiede. ‹‹Sono solo passata per entrare… per il resto del tempo è sempre troppo pieno di gente. È dall’inizio dell’anno che non sono ancora riuscita a vedere le vetrinette.›› ammetto. Nell’atrio principale, lungo ad una parete, c’è questa specie di scaffale fatto di vetro dove vengono messi i premi della scuola, degli studenti, le foto… peccato che c‘è sempre così tanta gente che non riesco a vederle. ‹‹Meglio, vieni!›› dice Cam prendendomi un polso e trascinandomi fuori dalla palestra. ‹‹Ogni mese del primo semestre, alcuni studenti devono decidere cosa mettere e cosa togliere dalle vetrinette. Devi assolutamente vedere cosa hanno messo!›› spiega Cam mentre camminiamo (ilui cammina, io corro) per il corridoio buio. ‹‹Perché te, che non vieni più a scuola, sei più aggiornato di me che ci vengo?›› chiedo. ‹‹Michelle mi deve sempre dire quello che succede a scuola ogni santo giorno che la accompagno in palestra. Non ne posso più, ogni volta è un continuo “hey amore mio, sai cosa ho fatto? Ho preso una F meno meno che mi è stata regalata perché avevo un bel vestito, se no sarebbe stato un non classificabile!”›› la imita Cam facendomi scoppiare a ridere. ‹‹Ma ogni tanto dice anche cose sensate, beh, più o meno. L’ultima è stata “Tesoro, oggi dovevano scegliere cosa aggiungre nelle vetrinette e hanno messo una foto di questo, una medaglia di quello eccetera eccetera”, così mi ha detto anche la cosa che voglio farti vedere.›› mi racconta.
Arriviamo davanti alla vetrinetta centrale, quella più grande, dove al centro è posizionata una coppa della squadra di football del liceo. Di fianco ci sono varie medaglie di ogni genere. Cam mi indica un punto in particolare, così mi avvicino al vetro. Improvvisamente mi si apre un sorriso che va da un orecchio all’altro e mi giro verso Cam per chiedergli se anche lui vede quello che vedo io: nella seconda vetrinetta c’è una foto della mia squadra di ginnastica, una nostra medaglia e a fianco la mia foto sul podio delle nazionali di Houston!‹‹Davvero sono nella vetrinetta della scuola?›› chiedo incredula. ‹‹Io avevo capito che qui mettevano solo i riconoscimenti agli studenti o ai campioni quelli veri…›› continuo senza smettere di guardare la foto della nostra squadra. ‹‹E tu non saresti una vera campionessa? Hai stracciato tutte le migliori ginnaste d’America!›› esclama Cam. Sono nella vetrinetta della scuola, è incredibile! La preside e Michelle e le sue amiche mi odiano, eppure sono lì! ‹‹Sono gli studenti che scelgono cosa mettere e la preside non ha influenza. Michelle è in netta minoranza quando si tratta di te. Per tutta la scuola sei una persona fantastica e una ginnasta meravigliosa. Per questo hanno deciso di metterti qui.›› mi svela Cam. ‹‹Io avrei messo una foto dove ti tuffi perché lo sai che per me sarai sempre una tuffatrice!›› dice cam ridendo. Mi sembra giusto, non mi aveva ancora presa in giro stasera. ‹‹Andiamo fuori a ballare?›› mi chiede cam. ‹‹Non aspetto altro!›› esclamo seguendolo verso il giardino.
STAI LEGGENDO
RIGHT NOW (in revisione)
Fanfiction"Dear me, one day I'll make you proud". Sidney, una ginnasta sedicenne italo-americana, dopo le mille delusioni avute dal suo sport in Italia, decide di trasferirsi a Los Angeles nella casa dove abitava la madre con la sua famiglia per avere nuove o...