Non appena arrivo a casa, corro a farmi la doccia. Indosso un costume intero nero con una scritta argento davanti e, mentre cerco un paio di pantaloncini da mettere sopra, chiamo la pizzeria per ordinare due pizze. Non appena indosso i pantaloncini di jeans bianchi sopra al costume, suona il campanello. Non faccio neanche in tempo a scendere in giardino che mi ritrovo Cam già in casa. ‹‹Ho scavalcato il cancello, non preoccuparti.›› mette le mani avanti. Non preoccuparti? ‹‹Buono a sapersi.›› mi limito a dire. Rimaniamo fermi uno davanti all'altra per alcuni secondi interminabili senza dirci nulla. ‹‹Ho già ordinato la pizza.›› dico dopo un po'. È l'unica cosa sensata che mi è venuta in mente da dire. ‹‹Perfetto. Emh... togli un attimo i pantaloncini?›› chiede cam. Lo guardo confusa. ‹‹Perché?›› chiedo sospettosa. ‹‹E' un consiglio.›› spiega lui. Inizio ad annuire come se avessi capito, poi scuoto la testa. ‹‹I tuoi consigli mi inquietano.›› ammetto girandomi verso la piscina che ora è proprio davnati a me. ‹‹Beh... io ti ho avvisata...›› dice Cam. Faccio per girarmi ma prima che possa ribattere, Cam mi spinge in acqua. ‹‹Cam ho su i pantaloni!›› dico non appena riemergo. ‹‹Non mi piace dirlo, ma si, te lo avevo detto!›› dice lui soddisfatto. Lo fulmino con lo sguardo e, nel farlo, mi viene un'idea di vendetta. Oggi sarà la giornta delle vendette. ‹‹Togliti la maglia.›› dico. ‹‹Perché dovrei?›› chiede lui. ‹‹Un consiglio.›› spiego riutilizzando le sue parole. Cam si abbassa per raggiungere me, che sono dentro una piscina interrata. ‹‹Voglio una spiegazione più dettagliata.›› ribatte Cam. ‹‹Va bene.›› rispondo. In men che non si dica, afferro una mano di Cam e lo tiro dentro in piscina. ‹‹Io ti avevo detto di togliere la maglia, ma tu non mi ascolti mai...›› dico ironicamente quando lui riemerge. ‹‹Va bene, me lo sono meritato.›› ammette.
Dopo una decina di minuti che siamo in acqua, il campanello suona di nuovo e questa volta è il fattorino della pizza. ‹‹Vado io!›› si offre Cam. ‹‹No, vado io!›› ribatto. Lo so benissimo che se va lui si prende entrambe le pizze e non me ne lascia neanche mezza. ‹‹Io!›› ripete Cam tentando di scalare il bordo della piscina. ‹‹Ti ho detto che ci vado io!›› affermo per poi saltare fuori dall'acqua. Cam fa lo stesso e mi segue fino a raggiungermi. Poco prima che possa avere la mia vittoria arrivando per prima al cancello, Cam mi solleva dal dietro prendendomi in braccio. ‹‹Cosa stai facendo? Devo pagare la pizza!›› mi lamento. ‹‹Mi dispiace, senza di me non vai da nessuna parte.›› risponde Cam. Il fattorino della pizza, quando ci vede completamente bagnati, si spaventa per un motivo a noi sconosciuto. Ci lascia le pizze e se ne va. ‹‹Perché ci guardava male?›› chiede Cam. ‹‹Forse perché tu tieni in braccio me, io tengo in braccio due pizze e in più siamo completamente bagnati nonostante siano le 8 di sera.›› ipotizzo. La gente normale alle 8 di sera di un giorno di dicembre non si butta in piscina vestita.
Ci sediamo a bordo piscina a mangiare la pizza. Devo ammettere che sono abbastanza spaventata dal fatto che Cam possa buttrami in acqua da un momento all'altro. ‹‹Questo momento mi ricorda una delle prime sere che eri qui a Los Angeles.›› dice d'un tratto Cam. Subito mi torna in mente la volta che abbiamo mangiato la pizza a bordo piscina. ‹‹Mi ricordo... mi hai buttato in acqua anche quella sera.›› gli ricordo. Cam scoppia a ridere. ‹‹Era solo l'inizio di una lunga serie...›› dice tra le risate. Si, mi ero accorta. ‹‹Dovremmo farlo più spesso.›› continua lui. ‹‹Cosa? La pizza a bordo piscina o buttarmi in acqua?›› chiedo. ‹‹La prima ovviam... no, non è vero, la seconda.›› dice. C'era da immaginarselo. Quando finiamo di mangiare la pizza, Cam tento di nuovo di lanciarmi in acqua ma, grazie a qualche dote straordinaria che non pensavo di avere, riesco a evitare il secondo bagno. ‹‹Hai un telo o un asciugamano? Ho la maglia che non si asciuga.›› chiede Cam. ‹‹Dobbiamo parlare dei miei pantaloni? Se mi va bene si asciugano per dopodomani.›› mi lamento. Entrambi ci alziamo ed entriamo in casa per cercare un telo con cui asciugarci. Dopo aver lasciato una meravigliosa scia d'acqua per tutta la casa, arriviamo in camera mia. Prendo dall'armadio un paio di teli da spiaggia da portare in giardino. Inizio a scendere gli scalini seguita da Cam ma, per colpa dell'acqua che abbiamo fatto cadere per terra, scivolo all'indietro. ‹‹Presa!›› esclama Cam non appena atterro tra le sue braccia. Sono quasi sdraiata a mezz'aria tenuta su solo da Cam. ‹‹Menomale che ci sei.›› dico accorgendomi di quanto avrei potuto farmi male rotolando giù da 30 scalini. ‹‹Sicura?›› chiede Cam. ‹‹Di cosa?!›› chiedo allarmata. ‹‹Buon viaggio!›› risponde Cam facendomi sedere sul primo gradino per poi darmi una spinta. Inizio a scendere tutta la rampa di scale con il sedere fino ad arrivare al piano terra. ‹‹E' stata la cosa più bella del mondo!›› dice cam ridendo. ‹‹Prima o poi ti annego.›› dico scandendo ogni parola con lo sguardo fisso davanti a me. ‹‹E poi cosa faresti senza di me?›› continua Cam abbracciandomi. ‹‹Festa. Darei un Party.›› rispondo alzandomi.
Ritorniamo fuori e stendiamo un telo per terra. Cam si toglie la maglia rimanendo a petto nudo e io tolgo i pantaloncini restando con il costume. Cam si avvolge nel secondo telo e si siede sul primo, di fianco a me. Solo ora mi accorgo di non aver preso un telo anche per me. ‹‹Pensavo volessi asciugarti.›› dice Cam. ‹‹Lo pensavo anche io, ma ho dimenticato il telo di sopra e non mi va di rischiare di nuovo la vita cadendo dalle scale.›› spiego. ‹‹Vado a prendertelo io!›› esclama lui scattando in piedi. Lo blocco per un braccio. ‹‹Tu non vai da nessuna parte. L'ultima volta che sei entrato da solo in casa mia, hai cambito l'orario della sveglia e mi hai fatta alzare alle 6 del mattino.›› gli ricordo. Cam si risiede e io faccio per alzarmi. Il telo vado a prendermelo da sola. Questa volta è lui a bloccare me. ‹‹Sid, non andare.›› mi dice. ‹‹Vado a prendere il telo.›› rispondo. ‹‹No, stai qui.›› continua. ‹‹Perché? Devo solo prendere il telo per...›› non riesco a finire la frase che Cam mi ha tirata a terra di fianco a lui. ‹‹Questo fine settimana parto. Non voglio perdere nemmeno un secondo che ho da passare con te.›› dice. A queste parole non posso far altro che sorridere (e diventare rossa come la pizza che ho appena mangiato). ‹‹Smettila di fare quello tenero, poi quando partiamo ci rimango troppo male.›› dico abbracciandolo. Cam sorride e mette una parte del suo telo sulle mie spalle, così da poterci asciugare entrambi.
‹‹Ci pensi che saremo da due parti opposte del mondo?›› dico dopo un po'. ‹‹Non ci voglio pensare.›› confessa lui. ‹‹Beh, se fossi in te ci penserei.›› dico. ‹‹Devo preoccuparmi?›› chiede Cam. ‹‹Era solo un consiglio.›› dico. ‹‹Okay, allora devo preoccuparmi.›› scherza lui. Restiamo in silenzio alcuni minuti a guardare le poche stelle che si vedono. ‹‹Dovresti pensarci perché dovrai pur sapere quante ore di volo ti aspetteranno quando ti inviterò a casa mia.›› aggiungo. ‹‹E se ti invitassi prima io?›› ribatte Cam. ‹‹In quel caso farò io le 19 ore di volo.›› affermo abbracciandolo. ‹‹Che ore sono?›› mi chiede Cam dopo un po'. ‹‹Sono le 10.›› rispondo guardando lo schermo del mio cellulare. ‹‹E non abbiamo nemmeno fatto una foto?›› chiede Cam come se la cosa fosse di massima importanza. ‹‹Dobbiamo rimediare!›› continua. Si alza in piedi e va ad appoggiare il mio cellulare al bordo della piscina per fare una foto dove ci siamo entrambi. Ho una paura terribile che cada in acqua. Cam, dopo aver impostato il timer, ritorna a sedersi di fianco a me nella posizione in cui eravamo prima. Quando il mio cellulare ha fatto la foto, Cam lo va a riprendere e guardiamo la foto appena fatta. ‹‹Mi piace, ma ora è il turno del selfie!›› annuncia Cam. Alza il cellulare e io avvicino la mia faccia alla sua. Cam inizia a scattare una serie infinita di selfie che mi rimpe la memoria del tutto. ‹‹Poi mandamele tutte. Ora vado a casa, è tardi.›› dice. Si toglie il telo dalle spalle e, dopo avermi lasciato un bacio sulla guancia si alza e va dritto al cancello. ‹‹Aspetta!›› lo fermo. Lui si gira. ‹‹Stai qua ancora un po'. Hai detto te che non vuoi perdere nemmeno un secondo in cui possiamo stare insieme.›› gli ricordo. ‹‹Non è già tradi? Domani hai la scuola.›› dice Cam. ‹‹Fino alle 10.30 posso resistere.›› rispondo. Cam sembra pensarci su. ‹‹Va bene, mi hai convinto!›› dice per poi ritornare a sedersi al mio fianco.
Per dieci minuti rimango ancora lucida, poi il sonno inizia ad avere la meglio su di me. Mi sdraio sul telo steso per terra con l'idea di non addormentarmi. ‹‹Sei stanca?›› mi chiede Cam. ‹‹Solo un po'.›› mento. In realtà sono stanchissima e vorrei solo dormire. ‹‹Dai, ora vado. Ti lascio dormire.›› dice cam. ‹‹Ti ho detto che fino alle 10.30 posso farcela.›› altra bugia gigantesca.‹‹Va bene, allora rimarrò fino alle 10.30.›› accetta Cam sdraiandosi di fianco a me. ‹‹Anche di più, se vuoi.›› gli dico. Quetsa cosa non avrei voluto dirgliela, però è il sonno che gioca brutti scherzi. ‹‹Va bene, ai suoi ordini capo.›› dice Cam sull'attenti. ‹‹Così mi difendi dagli scarazanzare...›› continuo. Okay, sto dando di matto. ‹‹Gli scara che?›› chiede Cam divertito. ‹‹Sono gli insetti che ha inventato Sharon. Metà scarafaggio, metà zanzara.›› spiego. ‹‹Ho letto da qualche parte che è meglio non fare domande alle persone che hanno sonno, quindi non farò domande.›› si limita a rispondere Cam. Per una volta sono totalmente d'accordo con lui. Piano piano chiud gli occhi, senza rendermi conto che sto per addormentarmi sul prato, all'aperto, in costume con di fianco Cam.
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RIGHT NOW (in revisione)
Fanfiction"Dear me, one day I'll make you proud". Sidney, una ginnasta sedicenne italo-americana, dopo le mille delusioni avute dal suo sport in Italia, decide di trasferirsi a Los Angeles nella casa dove abitava la madre con la sua famiglia per avere nuove o...