Quando finiamo di far colazione mi rimangono ancora 2 ore e 7 minuti da passare con Cam. ‹‹Io e Nash andiamo a fare un giretto… ci curate le valigie?›› chiede Sharon. ‹‹Volete ven…›› Nash non fa in tempo a finire di parlare che Sharon gli tira un calcio sullo stinco. Nash fa una faccia dolorante e guarda la sua ragazza. ‹‹Intendeva dire che se dopo volete fare un giretto voi due da soli, vi curiamo noi le valigie. Magari avete bisogno di parlare o di stare un po’ da soli. Giusto, Nash?›› dice Sharon guardando Nash. ‹‹Si, era proprio quello che cercavo di dire prima che Sharon mi rendesse zoppo. Assolutamente.›› afferma Nash. ‹‹Bene, ci vediamo dopo!›› dice Sharon trascinando Nash con sé. ‹‹Ci sediamo da qualche parte?›› mi cheide Cam. Annuisco e portando anche le valigie di Sharon e Nash con noi ci sediamo vicino a una dlle vetrate. ‹‹Due ore esatte.›› dico convinta di averlo solo pensato. ‹‹Come?›› chiede Cam confuso. ‹‹No, niente. È solo il tempo che abbiamo ancora per stare insieme.›› spiego. ‹‹Sid, ti prego, non dire così. Mi mette ansia, sembra una cosa macabra. Sembri una di quelle assassine dei film horror che contano il tempo che manca alla morte del loro prigioniero!›› dice Cam ridendo. ‹‹2 ore… Adesso manca solo 1 ora e 59 minuti…›› continuo fingendomi un fantasma. Mi metto in ginocchio sulla poltroncina per rendere meglio l’idea del fantasma, ma perdo l’equilibrio e cado addosso a Cam. ‹‹Va bene tutto, però alle Hawaii mi piacerebbe arrivare intero.›› si lamenta divertito. ‹‹Giusto…›› dico ricomponendomi.
Quando manca 1 ora e 32 minuti (lo ammetto, questa cosa fa davvero film horror), Sharon e Nash ricompaiono all’inizio del corridoio. Sharon saltella felice con in mano una borsa di Gucci mentre Nash la segue mentre continua a contare con le dita. ‹‹Sid! Guarda!›› esclama Sharon mostrandomi il contenuto della borsa. È una vestito lungo bianco con dei motivi floreali. ‹‹E’ bellissimo, Sha!›› esclamo. ‹‹Io lo adoro! Lo stavo tenendo d’occhio da un po’!›› racconta Sharon. ‹‹Ci mancherebbe! Se anche solo ti azzardavi a dire che ti piaceva, giuro che ti avrei buttatat sotto ad un aereo!›› si lamenta Nash. ‹‹Tutto a posto, Nash?›› chiedo. ‹‹Dimmi te se può essere tutto a posto! Guarda! Dimmi cosa vedi.›› dice Nash mostrandomi il suo portafoglio. ‹‹Beh… vedo un portafoglio ma dentro non vedo niente.›› rispondo. ‹‹Appunto, niente! Prima era pieno, poi le ho preso il vestito e ora è vuoto! Mi è costato 800 dollari con lo sconto del 50% e il buono di 100 dollari!›› continua Nash. ‹‹Dai Nash, non rompere… Ti ho detto che lo faccio passare come regalo di Natale…›› lo rassicura Sharon. ‹‹Pensa quando mia madre verrà a sapere che ho speso 800 dollari per comprarti un vestito… Mi manderà ad Alcatraz!›› si lamenta Nash. ‹‹Mi sa che finiremo come compagni di cella. Tu hai comprato a Sharon un vestito di Gucci, ma io ho comprato a Sidney un diamante se ricordi.›› dice Cam dandogli una pacca sulla spalla, poi si alza e lascia il posto a Nash. ‹‹Ci tenete le valigie? Andiamo a fare un giro.›› continua Cam guardando verso di me. Sharon si siede a fianco a Nash mentre noi ci allontaniamo.
Prendiamo il corridoio principale, quello con più negozi. ‹‹Ci hai pensato?›› chiedo a Cam. ‹‹A cosa?›› dice lui confuso. ‹‹Su quello che ti ho chiesto ieri sera.›› rispondo. ‹‹Si, ho una risposta e ne sono sicuro al cento percento della mia risposta.›› dice Cam fermandosi a vedere una vetrina. Lo guardo a braccia incrociate in attesa di una risposta. ‹‹Che c’è?›› mi chiede dopo un po’. Sono ancora nella stessa posizione di prima ad aspettare. ‹‹Sto aspettando la risposta.›› gli faccio notare. ‹‹Lo sai che non è da me darti subito la soddisfazione di sapere una cosa.›› ribatte Cam divertito. ‹‹Quanto dovrei aspettare allora?›› gli chiedo. ‹‹Dovrai aspettare tutto il tempo che impieghi per capirla da sola.›› risponde Cam proseguendo per il corridoio. Potrebbe volerci più del previsto, sono lenta a trovare le risposte. Raggiungo Cam davanti a Starbucks. Cam si avvicina al bancone. ‹‹Vuoi qualcosa?›› mi chiede. ‹‹No, grazie, sono a posto.›› rispondo. Cam ordina un frappuccino al cioccolato per sé e poi andiamo a sederci a un tavolino. ‹‹Come fai a bere un frappuccino subito dopo la colazione?›› chiedo. ‹‹Come fai a fare i salti mortali in palestra subito dopo mangiato senza star male?›› ribatte Cam, poi inizia a bere il frappuccino. Ogni minuto che passa divento sempre più nervosa e continuo a guardare l’ora. ‹‹Sidney, hai seriamente bisogno di rilassarti. Vuoi un sorso?›› mi chiede Cam. Senza pensarci troppo accetto. Magari qualcosa di fresco mi rilassa, che ne so. Prendo il bicchiere e rubo inizialmente solo un sorso. ‹‹mh, buono…›› dico guardando il bicchiere, poi riprendo a berlo come se fosse mio. ‹‹Ora posso riaverlo?›› reclama Cam. Scuoto la testa e continuo a bere. ‹‹Menomale che non volevi niente…›› si lamenta Cam aspettando un frappuccino che non avrà mai.
Dopo aver finito il non-mio frappuccino, ci alziamo dal tavolo e torniamo verso i nostri gate. ‹‹Cam, posso chiederti una cosa?›› chiedo mentre passiamo davnati al negozio di Gucci dove Sharon ha preso il vestito. ‹‹Dimmi, ti ascolto.›› dice Cam. ‹‹Cosa ti mancherà di più di Los Angeles?›› gli chiedo. ‹‹Non granchè. Certo, è una bella città e tutto, ma hai presente alle Hawaii? Quelle sono un paradiso terrestre. La domanda più giusta sarebbe chi ti mancherà di più.›› risponde lui. ‹‹Va bene, allora chi ti mancherà di più?›› chiedo. ‹‹Te. Mi mancheranno tutti i momenti passati insieme, sia quelli belli, sia quelli brutti. Mi mancherai, Sid.›› dice Cam stringendomi la mano. ‹‹Mi mancherai anche te, Cam.›› dico prima di sbucare di nuovo nell’atrio dove Sharon e Nash ci aspettano. Andiamo dai nostri amici e ci sediamo di fianco a loro. ‹‹Quindi? Vi siete fidanzati? Avete già organizzato il matrimonio?›› chiede tutta esaltata Sharon. ‹‹Mi dispiace deluderti, ma l’unica cosa che è successa è stato un furto. Sidney mi ha rubato il frappuccino…›› racconta Cam ridendo. ‹‹Però quando vi sposerete io farò la damigella d’onore e Nash il damigello, d’accordo?›› chiede Sharon. Senza volerlo mi passa per la testa l’immagine di me e Cam all’altare con Sharon e Nash vicini a noi, entrambi con un vestito lungo violetto e un buquet in mano. Per quanto Nash possa essere un bel ragazzo, con un vestito da femmina violetto è inguardabile e ridicolo. ‹‹Per il mio matrimonio dovrai aspettare ancora un bel po’, però se vuoi posso convincere mio fratello a chiedere alla sua ragazza di sposarlo. Non ti prometto la damigella, ma almeno potrai mettere il tuo nuovo vestito.›› dice Cam. Un fratello? Cosa?! ‹‹Hai un fratello?›› chiedo sbalordita. ‹‹Si, ho un fratello maggiore e una sorella minore.›› risponde lui senza darci troppo peso. ‹‹E me lo dici solo ora?›› chiedo. ‹‹Non gli avevi detto che hai due fratelli?›› chiede Nash divertito. ‹‹No, non me l’aveva detto.›› rispondo per lui. ‹‹Beh, ora lo sai.›› si limita a dire. ‹‹Grazie, vorrei sapere qualcosa in più. Magari hanno anche un nome?›› chiedo. ‹‹Mio fratello si chiama Daniel e ha 25 anni, mia sorella si chiama Madison e ha la tua età, ma è una rompi scatole pazzesca.›› racconta Cam. E così Cam ha un fratello e una sorella, mi piacerebbe sapere cosa spettava a dirmelo. Meglio tardi che mai.
‹‹Perché non mi hai mai detto di avere dei fratelli? Tu lo sai che io ho una sorella.›› chiedo a Cam. ‹‹Certo che lo so, l’ho anche conosciuta. Non pensavo fosse importante.›› si giustifica Cam. ‹‹come fa a non essere importante?›› ribatto. ‹‹Ragazzi! Ma vi sembra il momento di litigare?›› ci sgrida Sharon. ‹‹Si, si, hai ragione, scusa.›› diciamo insieme io e Cam. ‹‹Ora fate pace.›› ordina Sharon. Io e Cam ci guardiamo per un po’ negli occhi, poi lui sorride e mi abbraccia. Solo ora mi rendo conto di quanto mi mancheranno i suoi abbracci e i suoi sorrisi. ‹‹Abbiamo fatto pace, ora cosa dobbiamo fare?›› chiede Cam a Sharon. ‹‹Non vi rimane che il matrimonio ora!›› annuncia Sharon. ‹‹Frena, frena, non stiamo neanche insieme.›› le ricorda Cam ridendo. ‹‹Bene, allora fatelo ora. Dai, mettevi insieme.›› ci incita Sharon. Cam mi osserva in cerca di non so cosa. Sostengo il suo sguardo ma mi viene da ridere, così scoppiamo tutti a ridere di nuovo. ‹‹Quanto manca?›› chiede Cam a Nash mentre io mi appoggio alla sua spalla. ‹‹Tra un quarto d’ora aprono il gate. Ti conviene metterti in coda, c’è già molta gente.›› suggerisce Nash. ‹‹Non voglio, aspetto fino all’ultimo. Il mio ultimo quarto d’ora di Los Angeles vorrei passarlo vicino a voi.›› risponde Cam mentre mi sistema i capelli dietro all’orecchio, poi mi rivolge uno sguardo dolce, uno sguardo che non mi aveva mai rivolto prima, poi ritorna a guardare gli aerei in partenza. ‹‹Cam, dico sul serio. L’aereo parte alle 11, non puoi presentarti al gate quando è già chiuso.›› ripete Nash guardando a momenti alterni l’orologio e la fila davanti al gate. ‹‹Nash ha ragione, devi metterti in fila. Veniamo lì con te.›› dico alzandomi.
Cam si alza e prende il suo borsone e la felpa e saluta Nash e Sharon, poi si mette in fila. Mi posiziono di fianco a lui, mentre Sharon e Nash si tengono leggermente in disparte. Pochi secondi dopo, il gate apre e la fila di gente inizia ad accorciarsi. Fino a questo moemnto non avevo ancora veramente realizzato quello che sta succedendo. Il monitor blu con la scritta “Honolulu” a caratteri cubitali bianca non fa altro che ricordarmi che tutto questo è reale. Non è un sogno, è la realtà. Davanti a noi ci sono un bel po’ di persone, quindi spero di riuscire ad avere il tempo per salutare come si deve Cam e chissà, forse anche a dirgli la verità su quello che provo per lui. Più la fila avanza, più mi sale la tristezza. Stringo più forte la mano di Cam. ‹‹Hey, Sid, va tutto bene.›› mi rassicura Cam. Inizio a scuotere la testa sempre più forte. Se fino ad ora ho cercato di contenermi, adesso non ce la faccio più. Le lacrime mi scendono lungo le gaunce. Non cerco nemmeno più di fermarle. ‹‹No, non va tutto bene. Niente va bene.›› dico. ‹‹Sid… No, non piangere, per favore… Aspetta, vieni.›› dice lui. Mi solleva e ci spostiamo leggermente dalla fila per far passare avanti quelli dietro di noi. ‹‹Cosa stai facendo?›› chiedo tra le lacrime. Cam rivolge un’occhiata veloce alla fila. ‹‹Ieri sera ti ho promesso una risposta. Te la sto per dare.›› risponde. Annuisco pronta ad ascoltarlo. Cam mi mette entrambe le mani sulle spalle. ‹‹Prima devi rifarmi la domanda, così io posso risponderti.›› dice sorridendo. Sorrido anche io nonostante mi costi un grande sforzo. ‹‹Cosa ne sarà di noi due?›› chiedo. ‹‹Io rimarrò il solito Cam rompiscatole, tu rimarrai la solita bellissima e bravissima Sidney. Saremo lontani, certo, questo non posso nascondertelo, ma sarà sempre come se io fossi lì con te. Ti chiamerò ogni sera, litigheremo al telefono, faremo pace, riderò di te e tu di me. Rimarrai salvata sul mio cellulare come tuffatrice e continuerò a tenere le tue foto imbarazzanti. Sarà tutto come prima. Te l’ho detto ieri sera e te lo ripeto ora: ci sarò sempre per te.›› dice Cam asciugandomi una lacrima.
‹‹Mi scusi, il gate chiuderà tra poco.›› ci avvisa una hostess. ‹‹Arrivo subito, però prima di andare devo finire di dirle una cosa importante. Se vuole inizi a controllare i biglietti.›› risponde Cam, poi sfila dal borsone il passaporto e il biglietto e li appoggia sul bancone. La hostess sorride e inizia a controllare il passaporto. ‹‹Andrà tutto bene, non preoccuparti. Pensa solo a goderti le vacanze.›› continua Cam mentre mi accarezza la guancia. Non credo a quello che sto per dire, ma quando appoggio la mano sopra quella di Cam, nei suoi occhi intravedo un luccichio che presto si trasforma in una lacrima. ‹‹Cam, non piangere anche te, ti prego, basto già io.›› dico facendolo sorridere. ‹‹Sembra quasi una scena romantica…›› dico guardandomi intorno dopo un po’. ‹‹Stando ai nostri standard, adesso io dovrei fare qualcosa che ti faccia arrabbiare, te dovresti arrabbiarti e iniziare a rincorrermi e rovinare la scena.›› dice Cam sorridendo. ‹‹Cosa vuoi dire?›› chiedo sospettosa. ‹‹Che sto per fare qualcosa di cui dovresti avere paura…›› dice Cam. ‹‹Sharon, sto per realizzare i tuoi sogni, preparati!›› esclama Cam rivolto alla mia amica. Sarà il momento, ma non riesco a capire dove Cam, vuole andare a parare. Mi mette una mano dietro la schiena e prima che possa fare o dire qualsiasi cosa, Cam mi tira a sé e in pochi secondi la distanza che c’era tra noi scompare. Cam appoggia le sue labbra sulle mie e mi stringe sempre più forte a sé.
Non mi aspettavo di provare tutte le emozioni che mi assalgono in questo preciso istante. Emozioni sconosciute, indescrivibili. Le stesse emozioni che provi quando, dopo un viaggio di molte ore, l’aereo con cui hai volato atterra sulla pista e parte l’applauso, o come quando ti restituiscono una verifica che non hai la minima idea di come sia andata e ti ritrovi un bel voto, oppure come quando dopo una giornata stancante ti sdrai finalmente sl tuo letto, o ancora come quando stai facendo il tuo esercizio alle parallele e, nel momento del passaggio da uno staggio all’altro, ti lanci senza sapere se effettivamente afferrerai l’altro staggio e, come per magia, lo afferri davvero e continui il tuo esercizio senza errori. Un qualcosa di più intenso, completamente indescrivibile. Forse non basterebbero nemmeno tutte le pagine di un’enciclopedia e di un dizionario di latino messe insieme per descrivere tutto ciò, non so neanche se esistano le parole giuste in un qualche dizionario italiano o inglese. Neanche l’aggettivo “perfetto” andrebbe bene per descrivere questo bacio, sarebbe troppo poco. In questo momento non capisco più niente, non ho più idea di dove sono, di chi sono e di cosa sto facendo, so solo che amo Cam più di ogni altra cosa, lo amo come non ho mai amato nessuno in vita mia. Adesso so benissimo che, non importa dove saremo, lui ci sarà sempre per me, proprio come io ci sarò sempre per lui.
Il bacio finisce e io riapro gli occhi. Davanti ai miei ho quelli di Cam, scuri e profondi, che fissano i miei. ‹‹Ti amo.›› sussurra prima di lasciarmi andare. ‹‹Mi sei piaciuta fin dal primo giorno, ma non pensavo che mi sarei innamorato di te. E invece l’ho fatto.›› continua Cam. ‹‹Ti amo anche io. Più di quanto tu possa immaginare.›› dico ancora senza fiato per il bacio. ‹‹Devo andare, adesso. Ricordati che questo è un semplicissimo arrivederci. Tornerò da te, il prima possibile. Ti prometto che tornerò. Dopotutto questo è solo l’inizio.›› conclude Cam. Mi da un bacio sulla guancia e si allontana. Riamngo immobile ad osservarlo mentre prende il passaporto e il biglietto aereo. Prima di incamminarsi nel finger, si volta verso di me con un’espressione indecifrabile, poi ritorna a guardare la hostess e le chiede qualcosa. Lei annuisce. Cam mi saluta con la mano e si addentra nel finger ma, quando arriva a metà,si blocca e poi torna di corsa indietro. ‹‹Cam, cosa fai?›› chiedo preoccupata. Il suo volo partirà tra meno di cinque minuti. ‹‹Evito che tu muoia di freddo.›› si limita a dire, poi prende la felpa bordeaux e me la infila. ‹‹Penso che alle Hawaii non mi servirà. Tienila te, ti sembrerà di avermi vicino. e poi, diciamolo, non puoi andare in Italia, d’inverno, con solo una giacca di jeans.›› spiega facendomi l’occhiolino. ‹‹Oh mamma, è tardissimo! Ora devo veramente andare, ci vediamo presto, tuffatrice. Ricorda che ti amo, ciao Sid! Ciao Nash, ciao Sharon!›› dice sbrigativo Cam, poi mi lascia un altro bacio veloce sulle labbra e si lancia di corsa verso il finger. Rimango a osservare il nulla fino a che la hostess non chiude definitivamente il gate. Mi giro verso Nash e Sharon che si stanno stringendo l’una all’altro e sorridono fieri. ‹‹Ritornerà da te prima di quanto tu pensi. È un ragazzo particolare, gli manca qualche rotella, ma le promesse le sa mantenere.›› mi rassicura Nash. Gli sorrido sperando che abbia ragione. ‹‹E poi, questo è solo l’inizio della storia d’amore più grande di tutti i tempi: la vostra.›› aggiunge Nash.
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RIGHT NOW (in revisione)
Fanfiction"Dear me, one day I'll make you proud". Sidney, una ginnasta sedicenne italo-americana, dopo le mille delusioni avute dal suo sport in Italia, decide di trasferirsi a Los Angeles nella casa dove abitava la madre con la sua famiglia per avere nuove o...