Sono davvero felice del mio esercizio, qualunque sia il risultato. Sento di essere andata molto bene anche per il fatto che la trave mi piace e mi riesce benissimo. È una cosa strana, ma ho più equilibrio in trave, una sbarra di legno piatta e stretta a un più o meno un metro da terra, che sulla terra stessa. Scendo dalla pedana e vado alla postazione della nostra squadra, dove Patty mi aspetta a braccia aperte con un gran sorriso. La abbraccio sorridendo mentre lei mi appoggia la felpa sulle spalle. ‹‹Una delle migliore performance mai viste in vita mia, complimenti Sidney!›› si congratula Patty. Quando mi sciolgo dall’abbraccio fiero della mia allenatrice, corro verso Sharon che mi abbraccia anche lei. ‹‹Li hai stesi tutti, Sid!›› dice felice. ‹‹Ma abbiamo appena iniziato!›› le ricordo, anche se sono convinta che si, li ho stesi tutti. O almeno spero. ‹‹Shh, Sidney, vieni stanno per dire il punteggio.›› mi chiama Patty mettendomi un braccio sulla spalla. Tengo lo sguardo fisso sul tabellone dove, di fianco al mio nome, dovrebbe comparire il punteggio. Dopo alcuni infiniti istanti, si accendono dei numeri rossi su quello schermo: 9.6! E’ uno dei punteggi più alti che si possa prendere e il punteggio più alto che io abbia mai ottenuto! Non poteva andare meglio! Inizio a saltare dalla felicità insieme a Sharon e alle altre ragazze, tutte felici per il mio risultato. Continuo a saltare tra i complimenti di Patty e la mia soddisfazione fino a che Cam non mi chiama dalle tribune. Per arrivare più o meno alla sua altezza salgo su una delle sedia della nostra postazione e mi metto in punta di piedi tenendomi alla ringhiera delle tribune che si trovano almeno due metri sopra il pavimento.
‹‹Tua mamma mi diceva che è il punteggio più alto che tu abbia mai preso. Quanto è alto?›› mi chiede Cam con ancora la fotocamera aperta sul display del suo cellulare. ‹‹Tanto alto, tipo quasi il massimo, che è 10. Sono strafelicissima!›› rispondo riprendendo a saltellare sulla sedia. ‹‹Grandissima Sid! Se continui di questo passo tra poco verrò a vederti sul serio alle Olimpiadi!›› si congratula lui. Ci diamo il cinque e poi scendo dalla sedia. Sulla trave, al momento, una ragazza di cui non ho capito il nome ma credo che (a giudicare dal body che contraddistingue ogni squadra e quindi ogni Stato) sia della Georgia. Alla fine del suo esercizio, che non finisce nei migliori dei modi a causa di un salto impreciso, la ragazza torna dalla sua allenatrice e i giudici, dopo averle comunicato il punteggio, lasciano spazio a Sharon. La mia migliore amica è molto tesa, lo si vede benissimo, ma posso dire che sembra anche molto determinata. Fa un’entrata in trave spettacolare, ovvero, dopo aver preso una rincorsa e battuto sulla pedana del volteggio, fa un doppio avvitamento che la porta direttamente in piedi sulla trave. Continua il suo esercizio che, tranne una piccola svista che l’ha fatta esitare un attimo, procede molto bene. Anche Sharon prende un bel punteggio, 9.3. Da dove sono io, si vede benissimo un Nash super emozionato che salta e urla fiero della sua ragazza.
Alla fine della gara, in cui ci siamo sfidate con altre quattro squadre (Georgia, Texas, Alabama e Ohio), tutto si ferma. Un po’ come ritrovarsi improvvisamente in una bolla: c’è silenzio, il podio è al centro del palazzetto, le atlete si tengono per mano sperando di ricevere una medaglia e i giudici discutono tra loro. Dopo il momento bolla, quando uno dei giudici si alza e prende il microfono per comunicare la classifica, scoppia di nuovo il caos più totale. Mentre stringo le mani di Taylor e Sharon, mi giro un millisecondo per vedere la mia famiglia. Mamma, papà, Adelaide e Cam si tengono tutti per mano e sono in piedi, ansiosi di vedere il mio nome tra le vittorie. Il giudice inizia a leggere la classifica dei primi tre classificati di oggi a volteggio, poi di corpo libero e parallele. ‹‹E adesso, passiamo alla trave. Prego le fantastiche squadre che oggi hanno gareggiato su questo magnifico attrezzo di raggiungermi qui, dietro al podio.›› annuncia il giudice. Sento una scarica di adrenalina che mi percorre tutto il corpo. Ci spero davvero tanto in quel primo posto e so che il mio punteggio può consentirmelo. ‹‹Al terzo posto, con 9.2 punti, squadra dell’Alabama, si classifica Cindy Hills.›› continua il giudice mentre la terza classificata si fionda sul podio. Dopo che le hanno consegnato la medaglia di bronzo, il giudice prosegue facendole i complimenti. ‹‹Al secondo posto, squadra californiana…›› inizia a dire il giudice. Trattengo il fiato. ‹‹Con 9.3 punti… Sharon Smith!›› esclama il giudice felice. Sharon per poco non cade quando inizia ad esultare di gioia. ‹‹Vai Sha, sei fortissima!›› le dico abbracciandola. Anche lei sale sul suo gradino del podio e riceve la sua medaglia d’argento. Ora potrebbero succedere due cose: o vinco l’oro da sola o a pari merito. Spero la prima, non mi piace condividere le vittorie. Sono piena di adrenalina, ansia, gioia e paura allo stesso tempo. ‹‹Al primo posto…›› inizia il giudice. Sto per dare di matto, non riesco più ad aspettare. ‹‹Sempre dalla California, con 9.6 punti abbiamo… Sidney Villa!›› esclama il giudice. Non ci credo, ho vinto, ho vinto, ho vinto l’oro! Oddio, è meglio che in qualunque sogno! Mai avrei pensato di arrivare qui, figuriamoci l’oro!
Salto su sul primo gradino del podio di fianco a Sharon con un sorriso che mi va da un’orecchio all’altro. Non poteva andare meglio! Indosso la mia medaglia d’oro senza smettere di sorridere. Il fotografo ci scatta alcune foto mentre patty, dal dietro, ci ricorda che dobbiamo assolutamente andare avanti così: abbiamo già due medaglie in tasca e di questo passo, se vinceremo tutta la gara, oltre al titolo di campionesse americane e passaggio di serie, potremmo partecipare alle selezioni per le olimpiadi.
Dopo la vittoria, la gente inizia ad uscire dall’arena e rimaniamo lì solo noi ginnaste (di cui la maggior parte scappa in spogliatoio) e le nostre famiglie. Prima che possa scendere dal podio, Cam mi corre incontro e mi blocca in uno dei suoi abbracci. Lo abbraccio anche io mentre lui continua a dirmi che sono stata bravissima. ‹‹Le mie aspettative non erano alla tua altezza. Saranno state duemila metri più in basso!›› dice lui. ‹‹Sid..! ti abbiamo preso una cosa io e Cam!›› mi informa mia sorella con una vocetta che mi fa paura. ‹‹Devo aver paura?›› chiedo mentre abbraccio i miei genitori. ‹‹Naaa… beh, si forse.›› molto rassicurante la risposta di mio padre. Cam e Adelaide scompaiono per un secondo e poi ricompaiono con un orsacchiotto di peluche gigantesco con un fiocco altrettanto grande al collo. ‹‹Per te! Perché sei la sorella migliore del mondo, la ginnasta più brava di tutte e…›› dice Adelaide lanciando poi un’occhiata a Cam. ‹‹E la vicina di casa, amica, tuffatrice e ragazza in generale migliore che abbia mai conosciuto…›› continua Cam un po’ in imbarazzo. Penso che questa sia la cosa più carina e tenera che mi abbia detto da quando ci conosciamo. Gli getto di nuovo le braccia al collo. ‹‹Sei il migliore, Cam, ti voglio tantissimo bene!›› gli sussurro. ‹‹Non a caso l’orso si chiama Cam.›› dice lui. ‹‹Perché in questo mondo tutto deve chiamarsi Cam?›› gli chiedo ancora nel suo abbraccio. ‹‹Lo hai detto, sono il migliore. Ma tu sei ancora meglio di me.››
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RIGHT NOW (in revisione)
Fanfiction"Dear me, one day I'll make you proud". Sidney, una ginnasta sedicenne italo-americana, dopo le mille delusioni avute dal suo sport in Italia, decide di trasferirsi a Los Angeles nella casa dove abitava la madre con la sua famiglia per avere nuove o...