DODICI.

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Per tutto il resto della mattinata, non riesco più ad intercettare Cam. Non appena suona l'ultima campanella del giorno, mi fiondo all'uscita guardandomi intorno alla ricerca di Cam: devo assolutamente sapere cosa gli ha detto la preside, anche perché, qualsiasi cosa gli abbia detto, c'entro di sicuro anche io.

Dopotutto, se io oggi non fossi stata con lui, quella vecchia megera non lo avrebbe convocato nel suo ufficio.

Purtroppo non c'è nessuna traccia di Cam.

Decido allora di tornarmene a casa, con il pensiero che tanto lo vedrò più tardi in palestra, quando accompagnerà Michelle. Vado a casa a piedi e, per tutto il tragitto i miei pensieri corrono da "chissà cosa gli avrà detto quella megera a Cam" a "ma quanto sarebbero carini Nash e Sharon come coppia".

Quando arrivo a casa, la prima cosa che faccio è mangiare. Lasciatemi mangiare e nessuno di farà del male. Dopo aver pranzato, inizio a fare i compiti, cercando di finirli in modo da essere libera stasera. Fortunatamente non sono molti, così riesco a terminarli prima che inizi l'allenamento di oggi. Dopo aver concluso i compiti, vado in camera a preparare il borsone della ginnastica: metto dentro la bottiglietta dell'acqua, i paracalli, una maglia di ricambio e la spazzola. Decido di mettere direttamente il body. Ne scelgo uno blu senza maniche con dei disegni rossi. Indosso sopra un paio di pantaloncini da ginnastica rossi e li copro con un paio più lunghi neri. A prima vista, mi sembra che fuori faccia caldo, così decido di lasciare la felpa a casa. Esco sulla strada e, dato che è abbastanza presto, scelgo di andare in palestra a piedi, giusto per non dare altri problemi a Cam.

Cammino con passo spedito lungo il viale che collega la zona dove abito io, quella sul mare, al centro. Poco prima di svoltare nella piazza principale, vedo Nash davanti a casa sua, intento a rimettere le chiavi in tasca.

‹‹Hey, Nash!›› lo saluto mentre mi avvicino.
‹‹Ciao, Sidney!›› mi saluta lui.
‹‹Dove vai di bello?›› chiedo vedendolo chiudere il cancello di casa.
‹‹Volevo fare un giro e magari comprare una maglietta nuova... sai, mia madre ha lavato la mia maglietta preferita, che era per lo più bianca, insieme alla gonna rossa di mia sorella: è diventata rosa.›› racconta Nash abbastanza irritato dall'azione della madre.
‹‹Il rosa va di moda, lo sai?›› lo prendo in giro.
‹‹Lasciamo stare... tu stai andando a ginnastica, immagino.›› ipotizza lui.
Annuisco.
‹‹Facciamo un pezzo di strada insieme? Tanto sto andando anche io nella stessa direzione.›› propone Nash.
Mi sembra un'ottima idea.
‹‹Va benissimo. Andiamo a piedi però.›› lo avviso, prima che tiri fuori la macchina.

‹‹Scusami, ho una piccola curiosità: come mai Sharon ha deciso di uscire stasera? Intendo, perché proprio con me?›› chiede Nash abbastanza confuso.

Subito arrossisco. Non so cosa rispondere sinceramente. La verità o una bugia?

‹‹Nel senso, non che non mi faccia piacere, anzi. Ma non mi ha mai rivolto la parola, tranne magari qualche timido "ciao".›› dice sempre più confuso Nash.
‹‹Beh... diciamo che... che... che è cotta di te!›› dico tutto d'un fiato per poi coprirmi la bocca con le mani.

Doveva essere un segreto! Nash prima mi guarda stupito, a bocca aperta e con i suoi grandi occhioni color ghiaccio spalancati, poi ritorna al suo bel sorriso abituale.

‹‹Ci sarei potuto arrivare.›› constata sorridendo. ‹‹Dille di non vergognarsi! Dille che mi fa piacere parlare con lei e che vorrei conoscerla bene. Non la mangio!››
‹‹Tu cosa pensi di... Sharon?›› chiedo tentando di sembrare disinvolta.
‹‹Beh... mhhh... si... ecco... emh... direi che si è fatto tardi. Devo andare!›› dice Nash con voce innocente. Prima che possa girarsi, lo afferro per il lembo della maglietta.
‹‹Eh no no, caro mio. Ora me lo dici.›› gli ordino.
‹‹Beh... Oddio, è tardissimo! Scusa ma ora scappo! Ciao!›› esclama svincolandosi dalla mia presa e scappando via.

RIGHT NOW (in revisione)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora