TRENTAQUATTRO

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Sono troppo emozionata per trattenere il mega sorriso che mi sta spuntando sulla faccia e per poco non tiro un urlo. Sono ancora più sopra del settimo cielo e ancora sopra alla famosa cloud 9 inglese. Sono direttamente nello spazio da tanto che sono felice. Un ragazzo che avrà al massimo vent’anni mi raggiunge con una medaglia d’oro in mano. Mi abbasso in modo che lui riesca a mettermela al collo, poi mi rialzo con un sorriso che, se possibile, è ancora più grande di quello di prima. Fatico a crederci! Non poteva accadere cosa più bella! Sono campionessa nazionale, sono la ginnasta migliore tra tutte le ginnaste dei 50 Stati americani! È un titolo importante, è… è… non lo so, non ci sono parole per descrivere come mi sento! Guardo ancora incredula la mia medaglia poi, quando il giudice viene da me per stringermi la mano e, dopo i suoi complimenti, mi dice di godermi la mia vittoria, alzo in aria la medaglia e rivolgo la sua faccia più lucente verso Cam, mia sorella e i miei genitori. Loro si alzano tutti in piedi applaudendo. Adelaide salta di continuo, è quasi più felice lei di me! Mamma e papà si abbracciano felici del mio traguardo mentre Cam continua a saltare e ogni tanto urla cose tipo “sei fantastica” o “sei la migliore, grande Sid!”.
Dopo che il fotografo di gara (e papà) ha finito il suo servizio fotografico e la gente inizia ad alzarsi, torno in spogliatoio con Sharon che continua a complimentarsi. ‹‹Cacchio, campionessa nazionale! Ti rendi conto di che titolo hai? Hai il titolo più ambito da ogni ginnasta degli Stati Uniti! Sei stata meravigliosa, Sid!›› dice Sharon. ‹‹Compliementi Sidney, sei stata la migliore dell’America nel vero senso letterale della frase! Sono davvero davvero molto fiera di te, complimenti. Sei ufficialmente prossima alle selezioni delle Olimpiadi e sono sicura che le passerai senza fatica. Complimenti davvero!›› si congratula Patty abbracciandomi. Non vedo l’ora di andare dalla mia famiglia e soprattutto Cam. ‹‹Dove scappi così di fretta, signora campionessa d’America?›› mi chiede Sharon mentre io infilo in fretta i pantaloni della tuta e le scarpe. Al contrario, lei sta mettendo con tutta la calma del mondo i suoi vestiti. ‹‹Di là dai miei.›› le dico lanciando nella borsa felpa e maglietta. ‹‹Dai tuoi o… da Cam?›› mi chiede ancora, stavolta con un tono più malizioso. ‹‹Okay, vado da Cam. Poi ti aspetto in albergo, ciao!›› la saluto con un bacio sulla guancia e un abbraccio, poi scappo via dallo spogliatoio con il borsone su una spalla.
‹‹La mia campionessa!›› esclama Cam prendendomi in braccio non appena lo raggiungo. Lo abbraccio forte mentre lui mi lascia un bacio sulla guancia. ‹‹Sono così fiero di te, sei stata meravigliosa!›› mi sussurra all’orecchio. ‹‹Scusate se vi interrompo ma… vorrei poter fare i complimenti a mia figlia…›› dice mia mamma. Cam sorride e mi rimette a terra così che io possa andare dai miei genitori. ‹‹Fede, sono la madre della campionessa americana e tu sei suo padre!›› esclama mia mamma tutta felice rivolta a mio papà. ‹‹Sono la madre della campionessa americana! Mia figlia andrà alle Olimpiadi!›› inizia a dire mia mamma per non finire più con cose del genere. ‹‹Tesoro, ti ho fatto una marea di foto! Sono più belle di quelle del fotografo, poi te le mando tutte! Ne mancherebbe solo una…›› dice mi papà spostando lo sguardo da me a Cam alla macchina fotografica. ‹‹Cameron, posso scattarvi una foto insieme?›› dice papà facendo segno a Cam di avvicinarsi a me. Cam accetta senza esitazioni e si avvicina a me, poi mi mette un braccio intorno alla vita per farmi stare più vicina a lui e con la mano libera prende la medaglia che ho ancora al collo. La prendo anche io e la teniamo insieme. Quando facciamo due sorrisoni, papà ci scatta la foto. ‹‹Quanto siete carini…›› dice intanto Adelaide. ‹‹Dede, vai a fare anche te la foto con tua sorella.›› propone mia mamma. Adelaide viene vicino a noi e papà fa un’altra foto. ‹‹Campionessa americana nonché sorellona, dopo mi fai l’autografo?›› mi chiede mia sorella. Ha una faccia troppo tenera quando chiede qualcosa che è impossibile dirle di no. ‹‹Certo, Ad, quando vuoi.›› le dico.
‹‹Ma ri-buongiorno amica campionessa!›› dice Sharon arrivando dal dietro. ‹‹Dovrai chiamarmi per sempre campionessa?›› chiedo scherzando. ‹‹Io preferisco tuffatrice…›› si intromette Cam. ‹‹Nah… per me rimani Sidney la mia super mega migliore amica e campionessa americana o nazionale o quello che è. Però penso che per tutta quella gente là sei la campionessa ora.›› dice Sharon sorridendo mentre mi indica una massa informe di persone (ragazzi, ragazze, genitori, adulti, bambini e perfino un paio di nonnette) che tende verso l’entrata degli spogliatoi un pezzo di carta o un quadernetto con una penna. ‹‹Penso che vogliano l’autografo della campionessa nazionale…›› dice Sharon. ‹‹E quello della sua migliore amica.›› specifico guardando Sharon con intesa. ‹‹e allora andiamo, gli autografi non si firmano da soli.›› conclude prendendomi sotto braccio. Iniziamo a firmare insieme un numero infinito di foglietti. Anche altre ragazze stanno facendo la stessa cosa, solo che per loro sembra normalissimo mentre a me sembra fantascienza: io sto davvero facendo autografi? Son diventata così famosa di già? È strano, ma non mi dipsice, dopotutto queste persone erano qui a vedere me, quindi mi sembra il minimo per ringraziarli. ‹‹Sidney, Sharon, mi dispiace togliervi il vostro momento di fama ma… è ora di andare.›› ci dice Patty. Sorrido un’ultima volta al pubblico e mi tiro dietro Sharon che mi segue con il muso. Mi sa proprio che si stava divertendo a fare autografi!

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