OTTO.

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Cam prende la sua cartella e la appoggia sul letto. La apre e toglie tutti i libri delle materie che abbiamo avuto stamattina.

‹‹Sai, sto immaginando la tua camera quando l’avremo sistemata.›› annuncia Cam mentre prende da uno scaffale il libro di letteratura inglese.
‹‹Come la immagini?›› chiedo curiosa alzandomi di scatto dal cuscino poltrona.
‹‹Beh, come minimo me la immagino con tante fotografie. Ad esempio una foto di te mentre fai, non so, la trave, piuttosto che una foto con le tue amiche, una in spiaggia o una dove eri ancora in Italia… Magari anche un paio delle tue gare, quelle andate meglio ovviamente. Poi me la immagino piena delle medaglie che hai vinto, se ne hai vinte…›› dice facendomi l’occhiolino mentre pronuncia le ultime tre parole.

Ma guarda te, per chi mi ha preso questo?

‹‹Certo che ne ho vinte! Sono arrivata seconda agli europei!›› ribatto.
‹‹Lo so, lo so, era per scherzare. Lo so che sei molto brava, se no che caspita ci fai qui a Los Angeles?›› risponde Cam chiudendo la zip della cartella.

Quella frase mi fa nascere uno stupidissimo sorriso. In tanti me l’hanno detta, eppure detta da lui mi fa un altro effetto…

‹‹Che ore sono?›› chiedo interrompendo il corso dei miei pensieri. Cam guarda l’orologio a muro posto sopra la porta finestra.
‹‹Dio, è tardi! Sono già le tre meno un quarto! Devi prendere la tua roba, devo passare da Michelle e portarvi di là… Cavolo! Muoviti, per favore!›› esclama Cam mettendosi e mani tra i capelli.

Mi alzo di scatto e inizio a correre giù dalle scale, pregando ogni Dio esistente di non farmi cadere. Arrivo fino al pian terreno completamente illesa.

‹‹Cam! Vado a casa a prendere la roba! Due minuti e sono pronta!›› urlo in modo che mi senta anche al terzo piano.

Corro fino alla porta, la chiudo alle mie spalle e attraverso la strada di corsa. Apro velocemente il cancello, poi la casa e infine mi catapulto su nella mia camera bianca. Apro l’armadio dove tengo l’abbigliamento per la ginnastica: prendo un body azzurro con una striscia argentata che attraversa tutta la parte davanti, un paio di pantaloncini neri, i paracalli e una felpa nel caso all’uscita si alzi il vento. Mentre scendo le scale sempre di corsa, mi passano per la testa i compiti che ho per domani. Matematica, fatta. Inglese, fatto. Spagnolo, fatto. Storia… Oddio. Storia non ho neanche aperto il libro! E ovviamente domani interroga! Ritorno in camera, afferro il libro di storia, lo lancio nel borsone e torno giù al piano terra.

Non appena esco di casa, Cam mi aspetta già con la macchina accesa in mezzo alla strada.

Dopo pochi minuti siamo davanti alla villa della Barbie. La proprietaria è già fuori, vestita come Selena Gomez ai Grammy Awards, con le braccia conserte che squadra la macchina di Cam.

‹‹Ancora quella lì dobbiamo portarci dietro?›› esordisce Michelle non appena sale in macchina.
‹‹Ciao anche a te, Michelle.›› rispondo guardando fuori dal finestrino.
‹‹Primo, “quella lì” ha un nome, si chiama Sidney. Secondo, si, la dobbiamo portare. Le ho offerto un passaggio.›› ribatte Cam.

Ah, lui si che è un cavaliere… E Sidney, tu si che sei veramente pazza oggi…

Lasciando perdere i miei pensieri strani su Cameron, Michelle non apre più bocca fin quando l’auto nera non parcheggia davanti alla palestra.

Michelle scende per prima, seguita a ruota da me e Cam. Dato che sono già le tre meno cinque, e ritardo non ne voglio fare, anche se sarà impossibile, vado a passo spedito verso l’entrata.

‹‹Aspetta!›› esclama Michelle.

Sorpresa da questa cosa, mi fermo di scatto girandomi verso di lei.

‹‹Sono in ritardo. Lasciami stare, ti prego.›› dico facendo come per andarmene, ma lei mi blocca.
‹‹Spero che la nuova allenatrice ti piaccia.›› dice con un sorriso malizioso sulle labbra e uno sguardo inceneritore negli occhi.

No, aspetta. La nuova allenatrice? Guardo Michelle con aria interrogativa.

‹‹Si, una nuova allenatrice. Una ragazza che mi piace chiamare “sorella”.›› risponde quella Barbie.
‹‹No aspetta. Tua sorella sarà la mia nuova allenatrice?! E Patty?›› chiedo ancora senza crederci.
‹‹Beh, si. Mia sorella sarà la tua nuova allenatrice. Le ho già parlato di te. Lei è molto brava e le è andata di fortuna che l’abbiano presa per l’agonistica quando aveva iniziato. Patty purtroppo non l’hanno ancora licenziata. Faranno un giorno a testa.›› spiega Michelle.

No, ti prego, no. Un’altra Barbie no.

Entro in spogliatoio e mi cambio più velocemente possibile. Penso che Sharon sia già entrata, dato che vedo la sua roba sparsa tra un armadietto e il pavimento. Indosso i pantaloncini sopra il body e per il momento lascio tutto nello spogliatoio. Sistemo la mia roba nell’armadietto vicino a quello di Sharon. Ho ben un minuto di anticipo. Non ci credo, mi sono cambiata in quattro minuti. Da segnare sul calendario, è un evento!

Esco dallo spogliatoio e vado a sbattere contro qualcuno, per la seconda o terza volta in una settimana. Prima che possa cadere all’indietro, Cam mi afferra per il polso.

‹‹Ma dimmi solo come fai a fare la trave. Non hai un briciolo di equilibrio!›› dice ridendo.
‹‹Ogni tanto me lo chiedo anche io.›› ammetto.
‹‹Hai bisogno che ti accompagni dentro o ce la fai senza cadere?›› chiede divertito.
‹‹Va bene tutto, ma in piedi ci riesco a stare. Più o meno.›› dico mettendo il muso per scherzare.
‹‹Comunque… mi dispiace che devi subirti la Barbie 2.›› dice Cam ad un tratto serio.
‹‹Niente, mi tocca. Non lascio mica la ginnastica solo perché ora c’è pure quella.›› dico fermamente.

Cam sorride e poi mi lascia il polso.

‹‹Ti lascio andare, non voglio farti arrivare tardi. Sono le tre.›› dice.
‹‹Tanto anche io entro da lì. Aspetta un secondo.›› dico io scomparendo nello spogliatoio e ricomparendo con in mano il libro di storia e la bottiglietta d’acqua.

Poco prima che Cam apra la porta, lo fermo.

‹‹Scusa, ho solo una domanda. Ma perché Michelle fa ginnastica? Voglio dire, è completamente incapace e sembra anche farle schifo!›› chiedo.
‹‹Te lo dico io il perché. Un giorno, adesso non ricordo il motivo, ma dovevo dire qual’era la mia ragazza ideale. E io ho detto che la mia ragazza ideale era una ginnasta, mi piacciono le ginnaste. Da lì allora, pur di farsi piacere, la Barbie ha iniziato a fare ginnastica artistica. Peccato che su di lei non cambio idea.›› spiega.
‹‹E… però rimani sempre dell’idea che la tua ragazza ideale sia una ginnasta?›› chiedo.

Stupida, stupida Sidney. Cosa te ne frega?

‹‹Forse si, forse no.›› risponde Cam restando sul vago.

Io e Cam entriamo insieme (io con ben due minuti di ritardo) e ci dividiamo. Lui rimane seduto su una panca in attesa dell’inizio “dell’allenamento” (se così si può definire) di Michelle, mentre io raggiungo l’altra palestra.

RIGHT NOW (in revisione)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora