Cam si è veramente svegliato all'alba per uscire e iniziare a cercare le chiavi. Mentre io comoda comoda sulla poltrona di camera sua bevo la mia classica tazza di tè caldo, lo guardo dalla finestra.
La strada è deserta e in mezzo vedi questo ragazzo in ginocchio che controlla ogni millimetro di asfalto.
Mi dispiace un po' vederlo così, in più stanotte ha anche dormito sul divano per lasciarmi il suo letto.
Dopo un po' lascio perdere Cam e mi sposto verso il suo armadio. Mi ha dato il permesso di prendere qualsiasi cosa mi piaccia, basta che non tocchi la sua maglia preferita.
Osservo i vestiti con aria interrogativa indecisa su cosa potrebbe andarmi bene. «Allora... questo decisamente no... questo... bleah! No no, via! Mhh...» ripeto a me stessa frugando nell'armadio.
Dopo vari minuti trovo finalmente quello che fa per me: una camicia di jeans azzurra che mi arriva quasi fino alle ginocchia. La infilo e lego in vita una cintura marrone chiaro. Non sarà il massimo dell'alta moda, ma almeno sembra un vestito.
«Niente di niente, Sid.» dice Cam rientrando in casa. «Continui dopo, non fa niente.» cerco di rassicurarlo. «Mi potresti accompagnare a scuola?» chiedo dopo alcuni secondi. «Certo. Ti sta bene la mia camicia. Hai bisogno solo di un paio di scarpe.» dice. Lo guardo come per dirgli "ma va? Secondo te vado a scuola scalza?" E mi avvicino alle scarpe con il tacco del ballo. Non sono molto entusiasta di metterle perché sono oltre che scomode, molto appariscenti. «Aspetta. Forse ne ho un paio di quando ero più piccolo. Forse ti vanno bene.» esclama Cam quando si accorge della mia espressione, dopodiché scompare da qualche parte. Quando ritorna, ha in mano un paio di Adidas modello Stan Smith tutte bianche con la parte dietro verde che sembrano essere del mio numero. «Sono un po' vecchie, ma penso ti vadano bene.» dice passandomele. Le osservo per bene e mi accorgo che, si, sono un po' vecchie ma comunque sono messe meglio delle mie vecchie All Star bianche. Le infilo e, nonostante mi stiano un pochino larghe, le tengo lo stesso. «Grazie Cam.» dico per poi uscire dalla stanza. Solo nel momento in cui mi ritrovo al pian terreno realizzo di non avere con me la cartella e i miei libri di scuola. Cosa faccio?! «Andiamo?» mi chiede Cam raggiungendomi. Oh no, e adesso come faccio? «Cam... non ho i libri. Sono rimasti in casa mia.» gli faccio notare. «E siamo in ritardo.» aggiungo. Cam fa una faccia che non riesco ad interpretare, a metà tra quella di uno pietrificato e di uno in coma. «Cam...» ripeto scuotendogli una mano davanti agli occhi. ‹‹Aspettami qui. Forse ho un'idea.›› esclama Cam dopo alcuni secondi. Scompare al piano di sopra per alcuni istanti e se ne ritorna con in mano una cartella della Eastpack nera bella piena. La prendo senza capire bene le sue intenzioni e controllo il contenuto. Dentro ci sono vari libri tra cui anche quelli dei corsi che ho oggi. ‹‹Sono i libri degli anni scorsi. Grazie al cielo sono rimasti sempre uguali. Per ora, fino a che non riesci a tornare in casa tua, usa questi.›› mi spiega Cam.Andiamo a scuola e per qualche miracolo riesco anche ad arrivare in orario. Dopo aver fatto la prima ora di scuola, cerco in fretta Sharon. La trovo seduta davanti all'armadietto di Nash. ‹‹Sharon! Ti stavo cercando.›› le dico. Lei non alza nemmeno la testa. Che sia successo qualcosa tra lei e Nash? ‹‹Sharon...›› riprovo. Lei alza lo sguardo e mi fissa. ‹‹Stai bene?›› chiedo. ‹‹No.›› risponde lei guardandosi intorno. ‹‹E' successo qualcosa con Nash?›› azzardo. ‹‹Non è venuto a scuola perché sta male. Ma non mi ha detto cos'ha. Sono preoccupatissima per lui, magari sta per morire!›› urla la mia amica scoppiando a piangere. Non riesco a trattenere le risate: addirittura sta per morire secondo Sharon! ‹‹Magari questa notte ha avuto un infarto ed è morto o forse peggio, gli alieni lo hanno rapito e lo stanno torturando o magari... magari un aereo è caduto in picchiata su casa sua e poi lo ha spinto in mare dove è stato tranciato da una barca!›› urla Sharon piangendo sempre di più. ‹‹Certo che hai una bella immaginazione, ragazza mia. Perché non lo chiami?›› suggerisco aiutandola ad alzarsi. ‹‹Ma io prima l'ho chiamato!›› dice lei quando le si accende la lampadina. ‹‹E cosa ti ha detto? Che è stato mangiato dal mostro di Lochness?›› chiedo ironica. ‹‹No. Mi ha detto che aveva la febbre. Quindi è vivo!›› esclama Sharon ritornando a sorridere. ‹‹Ci vediamo in classe, Sid! Ti tengo il posto.›› dice Sharon allontanandosi serena da me. Questa ragazza è proprio complicata. Perché le amiche strane devo averle tutte io?
Raggiungo Sharon in classe e mi siedo di fianco a lei. Appoggio la cartella di Cam sul pavimento, di fianco al banco e sfilo il libro di spagnolo. ‹‹Hai cambiato cartella?›› mi chiede sottovoce Sharon mentre la simpaticissima professoressa Martinez si sistema sulla cattedra. ‹‹No. È di Cam.›› rispondo sempre sussurrando. Sharon sorride ma non dice nulla. Intanto la professoressa inizia, come suo solito, a scrivere frasi incapibili in spagnolo alla lavagna. ‹‹Per gli allenamenti di oggi hai qualcosa da prestarmi? Una canottiera e dei pantaloncini o qualsiasi cosa?›› chiedo alla mia compagna di banco. ‹‹Certo. Ti porto un body e un paio di pantaloncini in palestra.›› risponde Sharon. Prima che io possa ringraziarla, la Martinez ci sta fissando con sguardo truce da dietro i suoi occhialetti rossi. ‹‹Potete smetterla di parlare? Se avete qualcosa di importante da dire, ditelo a tutti.›› ci rimprovera. ‹‹Prof.! Mi scusi, ma anche lei stava facendo altro.›› si lamenta Sharon. ‹‹Stavo scrivendo la lezione di oggi. Eri te che parlavi di cose non inerenti.›› rimbecca la prof. ‹‹Magari stavo parlando di quanto sono buoni i churros con la Nutella. C'entrano sempre con lo spagnolo!›› ribatte Sharon. Ogni volta, tra lei e la Martinez è sempre una lite, ma mai fino a questo punto. ‹‹Sharon, per piacere, esci dalla classe!›› dice seria la Martinez. ‹‹Se mi da il permesso di comprare i churros con la Nutella, va bene.›› ripete la mia amica. A questo punto la classe sta ridendo mentre io per poco non tiro una testata al banco nl tentativo di scomparire. ‹‹Sidney! Porta fuori la tua compagna e assicurati che non prenda churros con la Nutella!›› urla esasperata la professoressa. Mi alzo e porto via con me Sharon.
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RIGHT NOW (in revisione)
Fanfiction"Dear me, one day I'll make you proud". Sidney, una ginnasta sedicenne italo-americana, dopo le mille delusioni avute dal suo sport in Italia, decide di trasferirsi a Los Angeles nella casa dove abitava la madre con la sua famiglia per avere nuove o...