QUATTRO.

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Durante la lezione Sharon mi racconta di lei. Scopro così che anche lei fa ginnastica a livello agonistico e si allenerà con me, abitiamo a sole tre case di distanza e che c’è un certo Nash che le piace.

La campanella suona e insieme alla mia nuova amica, vado verso l’uscita.

Ad un certo punto, circa a metà corridoio, Sharon mi afferra un polso e mi trascina dietro il primo angolo.

‹‹Ma che fai?›› tento di dire mentre libero il polso dalla sua presa e vengo subito zittita.
‹‹Shh! Vedi quello che cammina a fianco a Cameron?›› dice poi sottovoce indicando Cam e un altro ragazzo con gli occhi azzurri ghiaccio e i capelli neri che cammina al suo fianco.

È molto carino, ma devo dire che Cam è proprio bello e nessuno lo batte.

Ritorno sulla Terra solo nel momento in cui Sharon mi passa una mano davanti alla faccia.

‹‹E poi dicono a me…›› borbotta lei tra sé e sé. ‹‹Comunque, l’amico di Cameron è Nash, e…››
‹‹E…?›› ripeto.
‹‹E sono innamorata pazza di lui.›› ammette.

Ma và?

‹‹Ma vedo che anche tu non sei da meno con Cameron…›› dice Sharon con un sorrisetto furbo sulle labbra.
‹‹Non è vero!›› tiro un urlo per sbaglio e subito mi copro la bocca con le mani.

Sono riuscita ad attirare l’attenzione di Cam e Nash. Vai così, Sidney!

I due ragazzi si girano verso di noi e vengono nella nostra direzione.

Sharon diventa tutta rossa e, dal seguente commento di Cameron, capisco che anche io non sono da meno.

‹‹Ciao tuffatrice!›› esclama Cam abbracciandomi.

Dio, ancora quel nome. E Dio, in quell’abbraccio potrei viverci. No, basta pensieri su Cam, Sidney. Stop.

Nash viene da me e mi stringe la mano presentandosi. Poi va da Sharon e la saluta.

Mentre Nash scmabia due parole con Sharon, rimango a fissare Cam che nel frattempo sta salutando un gruppetto di amici.

È così bello… ancora, basta Sidney. Certi pensieri non si fanno. A distogliermi da essi è la voce di Sharon che mi chiede di tornare a casa insieme.

‹‹Ci vediamo più tardi a ginnastica, allora!›› mi saluta quando arriviamo davanti a casa sua.
‹‹A dopo!›› la saluto a mia volta avanzando di tre case per poi entrare nella mia.

Pomeriggio sarà il mio primo giorno anche di ginnastica qui a Los Angeles. 

Pranzo velocemente e faccio i compiti. Verso le 14,30 mi preparo per la ginnastica: canotta fucsia fluo, pantaloncini neri con un paio di pantaloni poco più lunghi sopra, scarpe e via. Lego i capelli e preparo il borsone della palestra per poi uscire di casa.

La palestra dista più o meno 15 minuti da casa. Sono in anticipo, ma ho voglia di arrivare prima.

Esco di casa e mi avvio verso il centro per raggiungere la palestra. Mentre cammino ho la testa in un altro mondo, così riesco ad andare a sbattere contro qualcosa, o meglio qualcuno.

Mi volto e vedo Nash.

‹‹Scusami! Non ti avevo visto! Avevo la testa più in su ancora delle nuvole!›› dico.
‹‹Non preoccuparti, pensavo ad altro pure io.›› si scusa lui.
‹‹Ginnastica?›› chiede poi indicando il borsone blu e bianco che ho a tracolla. Annuisco.
‹‹Ti serve un passaggio?›› chiede ancora Nash.

Beh, un passaggio non mi dispiacerebbe, ma non voglio dargli peso e poi ci consociamo da tipo due o tre ore.

‹‹Oh, no. Grazie mille comunque. Tanto la palestra non è lontana.›› rispondo con un tono del tipo “Ecco bravo, è proprio quello che mi serve un bel passaggio”.
‹‹Ma no, salta su! Tanto devo passare a prendere anche Michelle e portarla in palestra anche lei.›› dice Nash salendo in macchina.

Salgo anche io nel posto del passeggero, in fianco a Nash.

‹‹Chi è Michelle?›› chiedo non appena la macchina di Nash si immette in strada.
‹‹E’ la figlia della preside, nonché una compagna di classe mia e di Cam. È una biondona alta che ha sempre i tacchi, impossibile che passi inosservata. Quella è innamorata pazza di Cam, ma lui non ricambia. Tutti i giorni si fa portare ovunque da lui, lo segue, gli si siede di fianco a scuola… e lui ovviamente è costretto a fare tutto ciò che Michelle vuole oppure quella strega della preside lo sospende. O peggio, lo espelle.›› spiega Nash.
‹‹Ma non è giusto. Nel senso… anzi no, non ha un senso questa cosa. Perché mai dovrebbe fare tutto ciò, lui? E i suoi genitori?›› chiedo abbastanza confusa.

La macchina di Nash imbocca una via del centro che conduce alla spiaggia.

‹‹Semplice, non lo sanno i suoi. Loro si sono trasferiti per tutto l’anno alle Hawaii per lavoro.›› risponde Nash.
‹‹Non capisco perché lui è obbligato a fare questo però…›› chiedo ancora una volta, ma Nash mi fa segno di non dire nulla perché siamo arrivati davanti alla casa di Michelle, una mega villa sulla spiaggia.

‹‹Ma farà ginnastica con me Michelle?›› chiedo mentre Nash suona il campanello.
‹‹Non penso. Cioè, dipende. Tu che livello sei?›› dice Nash.
‹‹Agonistica. Serie A2.›› rispondo con un po’ di amarezza mentre pronuncio il numero due.

Io vorrei essere in serie A1, perché è sinonimo di “sei prossima alle Olimpiadi”.

Nash ci pensa su un attimo. Ti prego fa che non sia con me, a quanto pare è una gran rompiscatole. E io non ne voglio di rompiscatole.

‹‹No, non dovrebbe. Lei fa il corso base perché fa schifo. Al massimo vi beccate in spogliatoio.›› risponde poi.

Qualche secondo dopo appare sulla strada una Barbie a grandezza naturale. La ragazza bionda con i boccoli, gli occhi azzurri, vestita come per sfilare nella collezione primavera-estate di Dior, apre la porta della macchina dal lato dove sono seduta io.

‹‹Sloggia, nanerottola.›› dice con tono fermo Michelle.
‹‹Uno: non tutti abbiamo il dono dell’altezza. Due: ora me ne vado. Tre: potresti anche chidermelo gentilmente la prossima volta.›› ribatto alzandomi per andare sul sedile posteriore.
‹‹Sidney, lei è Michelle. Michelle, lei è Sidney.›› dice Nash sbuffando mentre sale in macchina.

La Barbie si mette a ridere quando sente il mio nome, ma subito si blocca.

‹‹Dov’è il mio Cam?›› chiede sottolineando la parola mio.
‹‹Doveva parlare con tua madre. Ti porterà la prossima volta.›› dice Nash senza distogliere lo sguardo dalla strada.

In pochi minuti arriviamo davanti alla palestra. Entro, sistemo il borsone su una panca dello spogliatoio e infine salgo in segreteria. Ad accogliermi trovo una ragazza che avrà su per giù 25 anni, con i capelli corti marroni e gli occhi verdi.

‹‹Tu devi essere Sidney. Sidney Villa, giusto?›› chiede con voce dolce la ragazza dirigendosi verso di me.
‹‹Si, molto piacere.›› dico stringendole la mano.
‹‹Io sono Patty, sarò la tua allenatrice.›› si presenta lei.

‹‹Se vuoi nel frattempo che arrivano tutti, ti mostro la palestra.›› dice Patty riportandomi al piano di sotto.

RIGHT NOW (in revisione)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora