DICIASETTE.

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La mattina seguente mi alzo alle 5 del mattino per avere tutto il tempo di prepararmi. Alla fine ho deciso di mettere il mio costume preferito: un due pezzi bianco e nero bellissimo. Sopra al costume, visto che non sembra fare freddo, indosso un paio di pantaloncini corti di jeans azzurri e una canotta leggere bianca larga con una piccola bandiera americana attaccata nell'angolino in alto a destra. Prendo un paio di occhiali da sole che metto in testa e poi metto le mie solite All Star bianche. Prendo un elastico nel caso decida di fare la coda, tiro su la borsa e mi preparo per uscire.

Non appena varco la soglia di casa, contemporaneamente anche Cam esce di casa. Ci squadriamo per un attimo, io pensando a quanto sta bene con i pantaloncini rossi del costume e la maglia nera, lui non lo so. Passato il primo minuto in cui chiudiamo le rispettive case e ci guardiamo, Cam mi viene incontro tirandosi gli occhiali da sole sulla testa.

‹‹Buongiorno.›› dice abbracciandomi.
‹‹Buongiorno anche a te.›› rispondo ricambiando l'abbraccio.
‹‹Sei pronta?›› chiede Cam prendendomi per mano.

Faccio cenno di si con la testa e saliamo in macchina. Dopo essere passati dal centro di Los Angeles, Cam imbocca una stradina che ci butta su un viale più grande che a sua volta ci conduce sull'autostrada che costeggia l'oceano Pacifico. Il sole sta ancora sorgendo e io mi godo lo spettacolare cielo che da nero diventa prima viola e poi rosa, per colorarsi di azzurro alla fine.

‹‹Cosa guardi?›› mi chiede Cam notando il mio sguardo perso tra le onde dell'oceano.
‹‹Tutto. L'oceano, l'alba, la strada e le dune di sabbia al lato dell'autostrada. Non ho mai visto queste cose dal vivo.›› rispondo distogliendo per un secondo gli occhi dal paesaggio per vedere il sorriso di Cam.

‹‹Chiudi gli occhi.›› suggerisce Cam dopo circa una mezz'ora di viaggio.
‹‹Perché?›› chiedo non volendo perdermi nulla di ciò che ci circonda.
‹‹Dovrò pur fartela la sorpresa, no?›› risponde lui cambiando la marcia.

Senza farmi dire nient'altro, chiudo gli occhi e stringo la mano di Cam. Sinceramente ho un po' di paura: non so dove siamo, non so cosa stiamo per fare e non so cosa aspettarmi. Poco dopo sento il motore della macchina rallentare fino a fermarsi del tutto.

‹‹Aspetta, eh...›› dice Cam slacciandomi la cintura di sicurezza per poi aiutarmi a scendere. ‹‹Non aprire ancora gli occhi...›› continua tenendomi per mano.

Senza aprire gli occhi, lo seguo fino a non so dove. Forse attraversiamo la strada, poi arriviamo da qualche parte dove c'è la sabbia e camminiamo ancora per qualche metro in salita. Ci fermiamo in un punto dove, probabilmente qualche piccolo arbusto, mi sfiora le gambe. Cam mi spinge davanti a sé (di questo ne sono sicura perché sento il suo petto appoggiato alla mia schiena) e mi lascia la mano.

‹‹Okay, Sid, ora puoi guardare.›› dice sorridendo.

Apro gli occhi e... no, non ci voglio credere.

L'oceano Pacifico si infrange sugli scogli e le sue onde bagnano la lunga striscia di sabbia della spiaggia di Malibù.

Non riesco a realizzare il fatto di essere di fronte ad uno dei miei sogni, in particolare del luogo dei miei sogni.

Prima di tirare un urlo di gioia, mi porto una mano sulla bocca poi, con le farfalle nello stomaco e gli occhi pieni di felicità, mi giro verso colui che ha realizzato questo mio sogno, Cam.

‹‹Ti piace?›› chiede sorridendo.

Senza dire nulla, gli getto le braccia al collo e lo stringo forte. Lui ricambia l'abbraccio sollevandomi anche un po' da terra e mi dà un bacio sulla guancia.

‹‹Grazie!›› è tutto quello che riesco a dire mentre sprofondo la testa nella sua spalla.
‹‹Allora... vuoi restare qui o scendere in spiaggia?›› chiede Cam con un sorriso sghembo che mi piace tanto.
‹‹Me lo chiedi anche?›› dico saltellando per la gioia.

RIGHT NOW (in revisione)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora