Già dal primo ombrellone che si incontra scendendo in spiaggia scorgo Cam. Lo vedo parlare con dei suoi amici mentre sorride e devo dire che niente è più bello del suo sorriso, neanche la luna che illumina la serata. Anche lui indossa come Nash una camicia bianca che però ha le maniche lunghe che porta infilata in un paio di jeans neri attillati che gli stanno molto ma molto bene. Il ciuffo ribelle è al suo posto e ho come l’impressione che la parte chiara sia aumentata. Mentre cammino verso di lui, appoggio il regalo sopra una pila di altri pacchetti che si trova sotto un altro ombrellone con la scritta “Regali”. Sono abbastanza tesa, non perché devo andare da Cam ma perché è circondato dai suoi amici diciottenni. Mi faccio coraggio e, raccogliendo tutta la poca sicurezza che ho sui tacchi, vado verso di lui, inciampando una decina di volte e rischiando di cadere altre tre. I suoi amici, in particolare il tipo biondo di fronte a lui di cui non conosco il nome, mi guardano e fanno un cenno prima a me, poi a Cam. In quell’istante lui si gira nella mia direzione e, quando i nostri sguardi si intrecciano, mi sorride. Gli sorrido a mia volta, diventando rossa e perdendo la poca sicurezza acquistata su quei trampoli che mi ritrovo per scarpe. Cam si gira di nuovo verso i suoi amici, lascia ad uno il bicchiere che teneva in mano e si rigira verso di me. Cam mi sorride di nuovo e poi inizia a camminare verso di me. Grazie al suo passo svelto arriva da me in un batter d’occhio e mi prende per i fianchi sollevandomi in aria. Inizia poi a giarare su se stesso facendo girare anche me. Passati pochi secondi, mi rimette a terra e ci abbracciamo. ‹‹Buon compleanno Cam!›› gli dico con ancora la testa piantata nella sua spalla, proprio come stamattina. ‹‹Grazie Sid! Mi fa davvero piacere che tu sia venuta!›› esclama Cam stringendomi tra le sue braccia. Sono davvero felice anche io di essere alla sua festa e non vedo l’ora che apra il mio regalo. ‹‹Vuoi prendere qualcosa da bere?›› mi chiede Cam sciogliendomi dall’abbraccio. Ci penso su un po’ perché ho sete, ma non voglio andare al bar per il fatto che sto indossando un paio di tacchi sui quali non so camminare. ‹‹Ma si dai, ho sete. Però niente di alcolico.›› metto bene in chiaro. ‹‹Qui nessuno di noi può bere alcolici ti ricordo… Qui non è come in Italia che si beve dai 18. In America è dai 21.›› mi ricorda Cam rassicurandomi.
Cam avvisa i suoi amici che andiamo un attimo al bar. Loro sembrano quasi non farcene caso fino a che non mi accorgo che in realtà si stanno scambiando occhiate compiaciute di cui non ne capisco il motivo. ‹‹Aspetta! Vai un po’ più piano!›› mi lamento quando, per la terza volta in due metri, rischio di cadere. ‹‹Ti vedo un po’ impedita sui tacchi.›› mi prende in giro. ‹‹Va bene che volevi essere più alta, ma se non ci sai camminare perché li hai messi?›› mi chiede Cam ridendo. ‹‹Idea di Sharon.›› dico maledicendo la mia maica con il pensiero. ‹‹Su, su, non preoccuparti, ti aiuto io.›› conclude lui. Senza neanche darmi il tempo di capire quello che mi dice, mi ritrovo sollevata dal terreno, comoda tra le sue braccia e non a testa in giù. ‹‹Va meglio così?›› mi chiede sorridendo. Annuisco e sorrido a mia volta, probabilmente colorandomi le guance di rosso. ‹‹Comunque sta sera sei bellissima.›› mi sussurra Cam all’orecchio. ‹‹Grazie.›› è tutto quello che riesco a dire prima di diventare ufficialmente rossa. Alla vista della mia reazione, Cam ridacchia e mi stampa un piccolo bacio sulla guancia per poi rimettermi per terra davanti al bancone del bar. Il barista ci mostra una lista di vari drink di cui non ci capisco praticamente niente. Dopo una lunga, attenta e falsa osservazione della lista, faccio la scelta migliore: prendo la stessa cosa che prende Cam. Il barista ci serve due bicchieri di plastica trasparenti con dentro un liquido rosa quasi come il mio vestito. ‹‹Cos’è?›› chiedo a Cam cercando di capire cosa possa essere. ‹‹Non preoccuparti, non è niente di che. Non dirlo a nessuno ma questa è semplicemente acqua e menta con il colorante per far si che sembri un cocktail. In realtà i cocktail mi fanno abbastanza schifo.›› mi dice Cam facendomi ridere. In effetti, quando l’assaggio, sa proprio di acqua e menta ed è anche buono. Menomale che non è chissà cosa, i cocktail fanno schifo pure a me.
Ci spostiamo a bere il nostro “cocktail” in riva al mare. ‹‹Allora, come vanno gli allenamenti per le Nazionali?›› chiede Cam. ‹‹Per il momento bene. Sono molto faticosi e in più ho scoperto che ci sarà anche parallela!›› mi lamento. ‹‹Non fare così, ancora qualche giorno di allenamento e vedrai che poi diventano la tua specialità!›› mi incoraggia Cam. ‹‹Si, magari…›› rispondo mentre mi guardo intorno. Quando il mio sguardo raggiunge l’entrata della spiaggia, si incastra su un punto lilla. Metto a fuoco quel puntino e mi accorgo che sto guardando Michelle nel suo costosissimo vestito da sera lilla, lungo fino ai piedi e abbinato ad una cintura argento. ‹‹Cosa ci fa Michelle lì?›› chiedo confusa indicandola. Da quando Cam l’ha invitata? ‹‹Cosa? Perché Michelle è qui?›› ripete Cam girandosi di scatto e spalancando gli occhi per la sorpresa. ‹‹Ma che… ma che… ma che schifo di vestito ha? La fa sembrare ancora di più una Barbie, per di più cicciona!›› commenta Cam. Va bene tutto, ma di certo non si può dire che Michelle sia brutta e tantomeno cicciona. Vedo Nash avvicinarsi a noi. ‹‹Cam… sta arrivando quella là…›› dice nash preoccupato. ‹‹Cam! Oh, c’è la simpaticissima! Non puoi cacciarla?›› esclama Taylor maschio che nel frattempo ci ha raggiunto. ‹‹Non so cosa sia venuta a fare! Io non l’ho nemmeno invitata e non le ho neanche detto che facevo la festa!›› esclama Cam arrabbiato. ‹‹Mi sa che è stata Jessy che ha detto a Sarah che ha detto a Becky che per sbaglio si è fatta sentire da Emily che lo ha riferito a Michelle.›› ipotizza Taylor. ‹‹Va bene, va bene. Fa niente, finchè non da fastidio può stare. Facciamo finta che non ci sia, okay?›› conclude Cam. Tutti annuiamo e la festa sembra riprendere come prima.
Io e Cam ci sistemiamo di fianco alla pista di ballo e guardiamo i vari invitati che si divertono ballando sulle note di varie canzoni decise al momento da un DJ. ‹‹Mi concede questo ballo, principessa?›› mi chiede Cam ad un certo punto inchinandosi. ‹‹Ma con piacere.›› rispondo sorridendo mentre lui mi prende per mano e mi trascina in pista. Prima di metterci al centro della pista, lo fermo e mi tolgo i tacchi. ‹‹Così va molto meglio. Sono pronta!›› annuncio seguendolo. Il DJ aspetta che io e Cam ci posizioniamo in centro, in mezzo agli sguardi sorridenti di tutte le persone. Il DJ batte un piccolo colpo col piede sul suo soppalco e Cam posiziona una mano sulla mia vita e aspetta che io afferri quella libera. Appoggio l’altra mia mano sulla sua spalla e attendiamo l’inizio della nuova canzone. Non appena parte Perfect di Ed Sheeran, i nostri piedi cominciano a muoversi a ritmo per poi trasformarsi in un vero e proprio ballo. Cam mi fa fare prima una giravolta su me stessa, poi, durante la frase “Baby I’m dancing in the dark, with you between my arms”, una delle mie preferite, mi solleva fino a farmi toccare il suo petto con le ginocchia e, tenendomi stretta tra le sue braccia, fa un giro e poi mi rimette a terra per continuare a ballare. Sento che sulla mia faccia è comparso uno stupidissimo sorriso che non mi toglierò molto facilmente dalla testa.
Dopo aver ballato per un paio di canzoni, Cam mi trascina sorridendo fuori dalla pista. ‹‹Non pensavo ballassi così bene!›› mi complimento. ‹‹A dire il vero neanche io! Però mi sono divertito un sacco, dobbiamo ballare di nuovo insieme!›› esclama Cam senza lasciarmi la mano. Senza farci troppo caso, ci abbracciamo. Uno dei nostri soliti abbracci dove ci diciamo magari un “Ti voglio bene” o un “Grazie” che magari non riusciamo a dirci a parole perché siamo troppo presi dal momento. Un abbraccio che ormai per noi è normale ma per qualcuno no. Quel qualcuno è Michelle che, arrabbiatissima, si fionda da noi. ‹‹Sei uno stronzo!›› urla la bionda strattonandomi con tanto impeto da farmi finire per terra. Cado con un colpo secco, per fortuna ad attutire la caduta c’è la sabbia. Cam si gira preoccupato verso di me ma, prima che possa abbassarsi, Michelle lo afferra per il colletto della camicia e lo tira verso di sé. ‹‹Ti sei fatta qualcosa, Sid? Tutto a posto?›› mi chiede subito Sharon che nel frattempo si era fiondata qui anche lei. ‹‹Si, si, tranquilla.›› dico senza guardarla in faccia. Sharon rimane in ginocchio di fianco a me ad assistere alla scena, guardandomi solo di tanto in tanto per assicurarsi che non abbia fatto una caduta mortale. Se sono bianca come un cadavere è per tre motivi: uno, è il mio colore di pelle normale; due, ho preso uno spavento cadendo; tre sono preoccupatissima per quello che potrebbe succedere. ‹‹Come ti permetti di stare con un’altra? Tu devi stare con me!›› urla isterica Michelle. ‹‹Smettila! Tu non mi dici che caspita devo fare e tantomeno con chi devo stare!›› ribatte Cam staccandole le mani dal suo colletto. ‹‹Sai una cosa? Mi fai schifo. Ti odio!›› urla ancora Michelle, questa volta simulando anche un pianto. ‹‹Non hai la minima idea di quanto tu faccia schifo a me. Se ti faccio schifo, stammi lontana che siamo tutti più felici!›› le risponde Cam con cattiveria. ‹‹C’è solo una cosa che mi fa più schifo di te e questa cosa è lei!›› grida Michelle indicandomi. ‹‹Non dire una parola contro Sidney! Ce l’hai con me? Te la prendi con me, come hai sempre fatto. Ma non provare a prendertela con lei, non ti ha fatto niente!›› dice Cam stavolta davvero fuori di sé per la rabbia. Quando Cam pronuncia il mio nome, Sharon si gira a guardarmi e quasi sorride. Lo so, non dovrei sorridere in momenti come questo, ma mi riesce impossibile non piegare le labbra in un piccolissimo sorriso. Dopotutto Cam ha appena detto che ci tiene a me.
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RIGHT NOW (in revisione)
Fanfiction"Dear me, one day I'll make you proud". Sidney, una ginnasta sedicenne italo-americana, dopo le mille delusioni avute dal suo sport in Italia, decide di trasferirsi a Los Angeles nella casa dove abitava la madre con la sua famiglia per avere nuove o...