CINQUANTACINQUE

498 21 1
                                    

La mattina seguente mi alzo con un unico pensiero: stasera si va a Santa Monica! Ieri, prima di andare a dormire, Cam mi ha mandato circa 130 messaggi per dirmi che oggi mi avrebbe portata a Santa Monica. Da una parte non vedo l’ora che arrivi la sera, dall’altra vorrei che questa giornata non finisse mai. È proprio quando mi guardo intorno e vedo la valigia già pronta che mi rendo conto di quanto la seconda parte sia più grande della prima. Domani si parte, si torna a casa per Natale. Sono felice di tornare dalla mia famiglia, però mi dispiace lasciare Los Angeles. Non tanto per la città, so bene che finite le vacanze tornerò qui. Mi dispiace per Cam. Io parto, lui parte. Io vado verso est e lui verso ovest. Io verso l’Atlantico e lui verso il Pacifico. Scuoto la testa per scacciare questo pensiero. Abbiamo ancora tutta oggi per stare insieme.  Indosso una maglia bianca con delle scritte nere, dei jeans azzurri e una cintura nera con delle stelline argento. Al posto dello zaino, visto che non si farà lezione, prendo una borsa nera e ci metto dentro il cellulare, il portafoglio e gli occhiali da sole. Metto le scarpe e mi pettino facendo una coda alta.  Dato che il tempo è bello ed è anche presto, decido di andare a scuola a piedi. Esco di casa e mi incammino verso la scuola passando dal centro. È ancora deserta la città a quest’ora. Sembra stranissimo non vedere miliardi di turisti e cittadini. Continuo a camminare e, quando sono abbastanza vicina alla scuola, mi fermo a fare colazione in un bar. Mi siedo ad un tavolino e mentre aspetto che il mio cappuccio con brioche venga pronto, controllo i messaggi. Ne trovo 456: due da parte di Sharon che mi chiede quale maglietta le sta meglio, tre da Taylor che chiede se pomeriggio ci sarò a ginnastica e uno da parte di Jenna dove chiede in che negozio ho comprato i pantaloncini che avevo ieri in palestra. Gli altri 450 sono tutti da parte di Cam e tutti ripetono la stessa cosa: “Stasera passo a prenderti in palestra alle 6. Non fare tardi.”
Dopo aver fatto colazione, riprendo la mia strada verso la scuola. Dvanti all’edificio trovo Sharon ad aspettarmi con le braccia conerte. ‹‹Subito dopo la scuola dobbiamo andare a fare shopping. Tu hai bisogno di vetsiti per stasera, io ho bisogno di vestiti per tutta la settimana di Natale.›› esordisce la mia amica. ‹‹Buongiorno anche a te.›› le rispondo. ‹‹Sid, Nash ha invitato me e la mia famiglia a passare Natale da lui! In Tennessee!›› esclama Sharon saltandomi addosso. ‹‹Ma è fantastico!›› replico felice per lei che potrà passare il Natale con il suo ragazzo. ‹‹No, non è fantastico! Se mi becca la polizia in Tennessee sono fritta!›› urla preoccupata. La polizia? Non ditemi che ho un’amica criminale. ‹‹Percaso ti sei dimenticata di raccontarmi qualche reato che hai compiuto?›› chiedo. ‹‹No, non ho mai commesso reati. Era solo per renderla più tragica. Sono solo preoccupata. Conoscerò l’intera famiglia di Nash. Sono agitata!›› spiega Sharon. C’è una bella differenza tra l’essere ricercata e il conoscere la famiglia del tuo fidanzato, ma a quanto pare per Sharon è simile. ‹‹Dai, non preoccuparti. Oggi devi aiutarmi: Cam viene a prendermi in palestra per andare a Santa Monica. Dobbiamo rifare la strategia “ballo di Natale”. Porto i vestiti in palestra, mi vesto mentre te mi sistemi i capelli e vado.›› rispondo. ‹‹Affare fatto!›› accetta Sharon.
Non appena entriamo a scuola, la festa inizia. Dal soffitto pendono striscioni che augurano buone vacanze e buon Natale, il pavimento è pieno di palloncini colorati e nell’atrio principale c’è una tavolata piena di cibo: patatine, pop corn, caramelle, bibite, pizzette… Sharon si avventa sul cibo senza neanche salutare Nash. Quest’ultimo rimane a fissarla a bocca aperta. ‹‹Non ci posso credere, come fa a mangiare le patatine alle 8 del mattino?›› mi chiede Nash. ‹‹Io farei finta di non conoscerla.›› suggerisco. Sharon è l’unica che sta mangiando e non le importa nulla se tutta la scuola la sta fissando. Dopo essersi riempita lo stomaco per bene, Sharon torna da me e Nash e finalment saluta il suo ragazzo. ‹‹Sharon! Sidney!›› ci chiama una voce alle nostre spalle. Mi volto e vedo Taylor maschio venire verso di noi. ‹‹C’è Taylor che vi sta cercando. È in cortile.›› dice con il fiato corto. Probabilmente ha corso fino a qui. Lo seguiamo fino in giardino dove troviamo Taylor insieme a Carly e Samantha. ‹‹Hey ragazze! Vi stavo cercando.›› ci dice taylor non appena ci vede. ‹‹Volevamo chiedervi se fate con noi tre una dimostrazione. La preside ha detto di animare la festa con spettacoli, canti, balli… insomma un po’ di tutto e noi avevamo pensato di fare qualcosa di ginnastica.›› spiega Carly. ‹‹Pensavamo a un paio di diagonali, niente di più.›› aggiunge Sam. Mi scambio un’occhiata veloce con Sharon e alla fine accettiamo. ‹‹E’ un problema se abbiamo entrambe i jeans?›› chiedo indicando i pantaloni. ‹‹Figurati, abbiamo tutte i jeans. Evitate solo di romperli.›› risponde Carly. ‹‹Il nostro turno è tra un’ora. La preside ci ha dato il tempo di scaldarci un po’ e poi dobbiamo fare qualcosa.›› va avanti Sam.
Ci troviamo un angolo di prato del giardino libero e iniziamo a scaldare i muscoli. Facciamo qualche salto e qualche spaccata mentre Taylor ci spiega quello che aveva pensato di fare. Proviamo l’esercizio completo un paio di volte per poi andare a bere. ‹‹La festa della scuola è aperta solo agli studenti?›› chiedo a Sharon mentre cerco nel mio armadietto una bottiglietta d’acqua. ‹‹Si, perché?›› mi chiede lei. ‹‹Volevo chiedere a Cam se veniva a vedermi.›› rispondo. Sharon sorride fino a che non le viene un’idea. ‹‹Un modo per farglielo vedere ci sarebbe. Tutto ciò che ci serve è un cellulare e Nash. Tu vai dalle altre e apsettami, vado a cercare Nash.›› dice Sharon scomparendo. Faccio come mi ha detto e raggiungo le altre. Poco dopo arriva anche Sharon e siamo pronte per fare la nostra mini esibizione. ‹‹Carissimi studenti, come ultimo giorno di scuola prima delle vacanze natalizie, ho deciso di organizzare come ogni anno questa bellissima festa. Su questo palco, oggi vedremo ginnaste, ballerine, cantanti e… molto altro. Ma partiamo proprio dalle ginnaste, allenate ogni giorno da mia figlia grande. Sul palco abbiamo le brillanti studentesse Taylor Adams, Sidney Villa, Sharon Smith, Carly Ferguson e Samantha Spencer!›› annuncia la preside lascandoci il posto. ‹‹Io, Sam, Carly e Sharon ci mettiamo ai quattro angoli. Sidney, visto che sei la campionessa, stai al centro. Poi quando dobbiamo fare le diagonali ci mettiamo tutte a destra, okay?›› spiega Taylor. Saliamo tutte e cinque sul palco e ci posizioniamo seguendo l indicazioni di Taylor. Avrei preferito stare in uno degli angoli ma, a detta delle altre ragazze, io sono la campionessa e tutti vogliono vedere me. Mi posiziono al centro e, non appena parte il sottofondo musicale, iniziamo la nostra esibizione.
Partiamo alzandoci da terra e facendo un salto indietro. Facciamo una breve posa e poi, partendo da Carly e Sharon che sono le  due più a sinistra, facciamo una rovesciata indietro. Con un paio di ruote ci spostiamo tra gli applausi del pubblico verso destra, da dove partiranno le diagonali. Siamo tutte in fila e, al tre di Taylor, cominciamo il vero e proprio esercizio. Rovesciata indietro, flick indietro e rovesciata senza mani indietro. Arriviamo dall’altro lato del palco e saliamo tutte e cinque in verticale. Scendiamo dalle mani e riprendiamo facendo una ruota normale, una senza mani, una rondata e un altro salto indietro. Ritorniamo nel mezzo del palco e facciamo la posa finale: Carly e Sam ai lati si tengo una gamba all’altezza della testa, Taylor è in spaccata frontale nel mezzo, Sharon è in ponte sopra Taylor e io sono dietro in verticale. Tutti gli studenti applaudono tranne Michelle, ovviamente. Anche la preside, con mia grande sorpresa, applaude. Scendiamo dal palco e subito ci viene incontro Nash dicendoci che ha filmato tutto e lo ha già inviato a Cam.
La festa va avanti tra canti e balli e auguri di buon Natale. Alla fine della terza ora, sul palco sale di nuovo la preside. ‹‹Vi auguro a tutti un buon Natale, spero che voi possiate passarlo nel migliore dei modi. Buone vacanze, divertitevi. Ci rivediamo a Gennaio! Buon Natale!›› annuncia poco prima che suoni l’ultima campanella. Tutti gli studenti corrono verso le loro case tranne io e Sharon che andiamo dalla parte opposta, verso la stazione. ‹‹Non capisco la tua avversione nei confronti dei negozi di Los Angeles. Ce ne sono una marea e sono bellissimi!›› mi lamento mentre aspettiamo il treno. ‹‹conosco un posto meraviglioso.›› taglia corto Sharon. In pochi secondi mi ritrovo sopra ad un treno diretto verso Long beach e, mezz’ora dopo, a Long Beach. Sharon mi trascina fin quasi sulla spiaggia dove c’è un negozio abbastanza grande con la facciata bianca e l’insegna rossa. A caratteri cubitali si legge il nome del negozio, “Angels sea”. Entriamo e ci ritroviamo in mezzo ad una marea di vestiti di ogni genere, divisi su scaffali azzurrini e blu. Sembra esserci di tutto, dai vestiti ai pantaloni, dalle gonne alle magliette alle felpe. Sharon inizia a girare per gli scaffali prendendo tantissime cose che poi lascia in mano a me. ‹‹Prova questi, io ti dico qual è il migliore.›› dice lei. Inizio a provare i vestiti che mi ha portato Sharon, ma ogni volta che esco dal camerino le sue reazioni sono queste: “già visto”, “antico”, “brutto”, “ti fa sembrare una cimice”. Provo un vestito rosso lungo fino alle ginocchia. ‹‹Cosa ne dici di questo?›› chiedo. ‹‹Urca!›› esclama lei. ‹‹Ti piace?›› chiedo credendo finalmente di aver finito. ‹‹No, a santa Monica si va con la giacca di jeans e la giacca di jeans su quel cappotto per cani sta male.›› commenta ritornando seria. Ritorno in camerino credendo di aver perso le speranze, poi mi accorgo che manca da provare ancora un vestito. È bianco con le spalline sottili e non troppo scollato, arriva fino alle ginocchia ed è di pizzo. Lo trovo molto bello, spero solo che Sharon non lo demolisca. Lo indosso con sopra la giacca di jeans ed esco. ‹‹Questo invece?›› chiedo facendo una giravolta su me stessa. Sharon si alza in piedi e mi corre incontro. ‹‹Sid, stai da urlo. Compralo. Subito.›› dice continuando a squadrarmi. Compro il vetsito e ci diamo il cambio: adesso è lei a provare i vestiti. Dopo quasi due ore che sta provando magliette su magliette, Sharon prende una decisone e si compra tutto quello che fin’ora ha provato, quindi 18 magliette, 7 paia di pantaloni e 3 gonne. Ah, non dimentichiamo i 5 vestiti.
Quando siamo di ritrorno, non ho nemmeno il tempo di mangiare: tra meno di dieci minuti devo essere in palestra. Mi cambio velocemente e metto una canottiera nera e dei pantaloncini azzurri, le prime cose che trovo nell’armadio in poche parole. Infilo nel borsone il mio vestito nuovo con la giacca, le solite cose della palestra e le cose per fare la doccia. Sharon mi ha già avvisata che porterà i suoi trucchi e, a dirla tutta, questa cosa mi inquieta parecchio. 

RIGHT NOW (in revisione)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora