Quando le lezioni finiscono mi fermo qualche minuto nel giardino della scuola a parlare con Nash, i due Taylor e Sharon. ‹‹Ma non capisco perché l'hanno espulso! A scuola va benissimo, i voti sono alti, comportamento pure...›› si lamenta Taylor maschio. ‹‹Non riesco ad immaginare la scuola senza Cam... tantomeno Los Angeles!›› continua Nash. ‹‹Ha detto che però proverà a convincere i suoi a farlo rimanere, no?›› chiede conferma Taylor femmina. ‹‹Non può andarsene senza prima aver dato un bacio a Sid!›› esclama Sharon. Tutti rimangono a bocca aperta, tranne io che guardo male la mia amica. ‹‹Ops, scusate. Intendevo dire che sarebbero una bella coppia e che ce li vedo insieme...›› ci gira attorno Sharon. ‹‹Si, va bene. Io me ne torno a casa. Sha, oggi non vengo in palestra. Non ho voglia.›› la avviso. Mentre cammino sul marciapiede, quando sono più o meno all'altezza della casa di Sharon, sento una mano sulla mia spalla. ‹‹Come stai signorina Dallas senza il tuo Dallas?›› mi chiede una voce che non richiede neanche il bisogno di girarsi per vedere chi è. ‹‹Non sono affari tuoi.›› rispondo secca. ‹‹Ma dai, volevo solo sapere...›› continua. ‹‹Michelle, lasciami in pace. Buona giornata anche a te.›› taglio corto mentre riprendo a camminare. ‹‹Poi fatti mandare una cartolina dalle Hawaii!›› strilla Michelle tutta sorridente. ‹‹Almeno io ho una possibilità di riceverla.›› ribatto. Sbagliato. Quando mai ho parlato. Con la coda dell'occhio vedo Michelle prepararsi ad una reazione tragica. Proprio nel momento in cui sono pronta a scappare per non sentire le sue urla, lei prende un respiro profondo. ‹‹Non c'è nessun problema. Lo sai benissimo che io potrei sempre andare alle Hawaii quando voglio. Non lo sapevi?›› dice lei. Lo sapevo, viziata com'è ti pareva che non la mandassero alle Hawaii? ‹‹Così potrò vedere il mio Cam ogni giorno...›› continua. Inizio veramente a preoccuparmi per la sua bocca... non le sta dando troppa aria? ‹‹Ascoltami bene. Per prima cosa, Cam non è tuo.›› inizio a dire. ‹‹E allora non è nemmeno tuo.›› puntualizza lei. ‹‹Esatto. Né mio, né tuo. Seconda cosa, mi hai stai dando fastidio. Quindi per favore vattene.›› continuo. ‹‹Okay, ma poi Cam non te lo saluto, dato che io lo vedrò ogni giorno.›› ripete lei incrociando le braccia sul suo vestito rosa. ‹‹Senti, io non so più come dirti di non darmi fastidio. Ci riprovo e stavolta lo faccio con la maniera della nonna, magari funziona: va' a ciapà i ratt!›› le dico per poi aumentare il passo. Menomale che la casa di Sharon è vicina alla mia.
Tiro fuori le chiavi del cancelletto di casa dalla tasca e, mentre le inserisco nella serratura, sento chiamare il mio nome. ‹‹Sid, metti giù i libri e vieni da me. Devo dirti una cosa.›› dice Cam dal suo balcone. Annuisco pensando già al peggio, ovvero che i suoi genitori lo hanno costretto a raggiungerli. Mollo la cartella direttamente in giardino e mi affretto ad andare da Cam. Non appena suono al campanello, lui mi apre la porta. Ha un'aria abbastanza rilassata e, quando mi fa entrare in casa, oltre al profumo di qualcosa che si trova sui fornelli, sento un'atmosfera tranquilla, di certo non quella di uno che dovrebbe trasferirsi. ‹‹Se vuoi togli le scarpe e lasciale pure sotto lì.›› dice lui indicandomi un calorifero di fianco alla porta. Faccio come mi dice e poi lo raggiungo ai fornelli. ‹‹Cosa si mangia oggi?›› chiedo cercando di sbirciare cosa si cela sotto al coperchio di una pentola grigia. ‹‹Non lo so di preciso.›› risponde lui mentre cerca un cucchiaio. ‹‹Come non lo sai?›› chiedo preoccupata. Io ho fame. ‹‹Volevo fare qualcosa di buono ma, visto che sono un po' incapace e un po' privo di idee, ho cercato su internet una ricetta. Ne ho trovata una italiana... qualcosa tipo risotto alla qualche città...›› spiega lui facendomi sorridere. ‹‹Alla milanese?›› suggerisco. ‹‹Si! Quella roba lì. Però non so cosa sia venuto.›› dice. Quella roba lì? Come si permette di chiamare "quella roba lì" il mio amato risotto? ‹‹Ci ho provato per due motivi: uno, volevo fare qualcosa di nuovo; due, volevo fare qualcosa di speciale che ti sarebbe piaciuto per dirti una cosa che ti piacerà uguale!›› aggiunge. ‹‹Ogni tanto allora sai anche essere tenero...›› penso ad alta voce guadagnandomi una linguaccia.
Ci sediamo a tavola uno di fronte all'altra con "quella roba lì" (meglio nota come risotto alla milanese) davanti. È bello sapere che sentirò una bella notizia e non qualcosa di tragico del tipo "me ne vado via" o cose simili (spero). Iniziamo a mangiare in silenzio, ognuno troppo preso dalla fame, fino a che Cam non si alza a prendere una bottiglia d'acqua. ‹‹Ah, ho chiamato i miei e gli ho spiegato come stanno le cose e tutto il resto.›› esordisce. ‹‹E...?›› chiedo sperando in una bella risposta. ‹‹E... posso restare per altri due mesi!›› esclama quasi urlando. Mi alzo di scatto dalla sedia e corro ad abbracciarlo. ‹‹Si! Si! Non sai quanto sono felice!›› dico mentre saltiamo abbracciati su e giù per tutta la cucina. ‹‹Anche io!›› dice Cam senza mettere fine ai salti. Sono davvero contenta di poterlo avere qui per altro tempo, così potrò sia andare a Houston con lui che passare dell'altro tempo insieme. Non appena finiamo di mangiare la famosissima "quella roba lì", Cam va al piano di sopra in camera sua a prendere un costume, così da poter andare nella piscina di casa mia. Ne approfitto per chiamare Sharon e dirgli della bella notizia. Sharon mi promette che nel giro di dieci minuti avviserà tutti gli amici di Cam. Far tenere la bocca chiusa a Sharon è come trovare una pentola d'oro in fondo all'arcobaleno: impossibile. ‹‹Cam! Ti dai una mossa? Devo fare i compiti e mi devi anche firmare i moduli per le nazionali!›› gli urlo dal piano di sotto. ‹‹Posso mettere il costume?›› chiede lui. ‹‹E' un quarto d'ora che sei su!›› gli faccio notare. ‹‹In realtà sono solo 14 minuti e 42 secondi!›› precisa lui comparendo finalmente sulle scale pronto per venire a casa mia.
Prima di entrare in piscina, ed essermi assicurata di averla riempita, tiro fuori dal cassetto della mia camera una cartellina rosa piena di adesivi chiusa da un elastico rosso. Cam si siede sul mio letto e aspetta che mi ci si sieda anche io. Appoggio la cartellina davanti a me e prendo un paio di penne nere dalla scrivania. Apro la cartellina e inizio a dividere i vari fogli relativi al volo, albergo, gare e accompagnatore. Fortunatamente, i moduli relativi all'atleta, che sarei io, li ho già sistemati, se no saremmo rimasti qui due giorni. ‹‹Allora... questi sono i mod... oh caspita! Io non ho neanche detto ai miei i giorni delle gare! Dovevano venire a vedermi! Dammi dieci minuti che li chiamo.›› mi ricordo all'improvviso. Spiego velocemente a Cam cosa deve scrivere e dove per poi mettermi nella camera matrimoniale. ‹‹Pronto? Ciao mamma!›› dico quando mia madre risponde. ‹‹Sidney! Va tutto bene?›› chiede lei. ‹‹Si si, ho le date delle gare. Sono tra tre settimane esatte a Houston nel Texas.›› le dico mentre la sento aprire la penna per scriversele. ‹‹Ma... non serve l'accompagnatore? Di solito serve sempre ai minori di 18.›› chiede la mamma. ‹‹Si, serve. Però ce l'ho già.›› la rassicuro. ‹‹Mhhh... e chi sarebbe?›› chiede maliziosa. ‹‹Mi accompagna Cam. Non farmi il terzo grado, mamma. Cam è il mio amico, quello che abita nella villa davanti.›› spiego mettendo le mani avanti. ‹‹Il figlio della mia amica, sempre lui vero?›› si accerta mia mamma. ‹‹Da quando conosci sua mamma?›› chiedo. ‹‹Beh, da quando siamo nate. Era la mia migliore amica, te l'ho già detto.›› dice mia mamma convinta. ‹‹Non è vero, non mi avevi detto niente!›› mi lamento. ‹‹Non fa niente, ora lo sai anche se te l'avevo già detto. Solo una domanda: come mai sei sempre con lui... ti fai accompagnare da lui...›› chiede mia mamma sempre più maliziosa. ‹‹Mamma! È mio amico e andiamo d'accordo e poi tutti gli altri che conosco o li conosco poco, o mi stanno antipatici o erano già impegnati o erano under 18.›› spiego. ‹‹Va bene, va bene. Stai tranquilla. Io, papà e Adelaide ci saremo.›› conclude mia mamma. ‹‹Perfetto. Ora devo finire di compilare tutti quei fogli, ho un sacco di cose da fare per queste gare.›› dico cercado di concludere la chiamata. ‹‹Ma scusa, fatti aiutare dal tuo amichetto. Se ti accompagna lui deve compilarsi anche i suoi di moduli.›› specifica mia mamma. ‹‹Come se non mi stesse già dando una mano. Anzi, devo andare a vedere se ha finito e non mi ha distrutto la camera.›› dico. ‹‹Ah, ma allora siete già allo stadio successivo... sei già passata all'invitarlo a casa... hai capito la ragazza...›› scherza mia madre. ‹‹Si certo, peccato che non stiamo insieme. Mamma, ti ho detto che ho da fare.›› cerco di tagliare corto. ‹‹Lo prometto, ora ti lascio andare. Però sono curiosa di vedere Cam. Sai, l'ultima volta che l'ho visto aveva due anni!›› dice mia mamma ridendo. Dopo i saluti, chiudo la chiamata e torno da Cam.
‹‹Sid, ma qui che caspita devo mettere?›› chiede Cam mostrandomi un modulo relativo all'aereo. ‹‹Boh... penso che devi mettere il nome della compagnia aerea con cui voliamo e il numero del volo.›› ipotizzo leggendo attentamente la richiesta. ‹‹E io mi chiamo Aladino e strofino la mia lampada per fare uscire il genio che mi dirà il nome del volo, giusto?›› dice Cam. ‹‹Esatto, e io sono il genio che come per magia ti dice il numero del volo!›› ribatto tirando fuori dalla cartellina anche i biglietti aerei. Cam rimane a bocca aperta. Inizio a dettargli il numero del volo. ‹‹E con questo dovrei aver finito.›› dice lui impilando tutti i fogli. ‹‹A posto, grazie mille.›› dico rimettendo in ordine tutto. In poco tempo finisco anche i compiti e, dopo aver cacciato Cam dalla stanza, essermi messa un costume ed essere scesa, ci prepariamo per la piscina. ‹‹Facciamo un bel tuffo?›› chiede Cam ridendo alla parola tuffo. Gli mando un'occhiataccia e lui ricambia mandandomi un bacio con la mano. ‹‹Entriamo in acqua, dai.›› dico prima che la situazione degeneri. ‹‹Chi va primo?›› chiede sporgendosi dal bordo della piscina. ‹‹Tu!›› esclamo spingendolo in acqua. Non riesco a smettere di ridere. Ho appena fregato Cam, l'ho lanciato in acqua! Mi sporgo leggermente anche io per vedere che fine abbia fatto Cam dato che ci mette un po' troppo a riemergere. Scelta più sbagliata non potevo fare. In meno di dieci secondi, lui spunta dall'acqua, mi afferra per un braccio e mi tira dentro nella piscina. ‹‹Ti odio!›› dico non appena riemergo. ‹‹Anche io ti voglio tanto bene!›› mi prende in giro lui. ‹‹Ora facciamo questo gioco: si chiama "divertiamoci a schizzare Sidney come se non ci fosse un domani"!›› propone cam e, senza aspettare il mio consenso, inizia a schizzarmi come fa di solito mia sorella di nove anni. ‹‹Smettila! Mi sembri Adelaide!›› dico ridendo mentre cerco di ripararmi dagli spruzzi. ‹‹E chi è questa?›› chiede lui senza fermarsi. ‹‹Mia sorella di nove anni.›› dico come se fosse la cosa più ovvia del mondo. ‹‹Hai una sorella?›› chiede bloccandosi. ‹‹Si. La conoscerai alle nazionali... viene a vedermi!›› dico entusiasta. Non vedo l'ora delle gare e di rivedere la mia famiglia.
‹‹Mangiamo insieme stasera?›› chiede Cam. ‹‹No.›› rispondo sorridendo mentre ci asciughiamo. ‹‹Mi hai detto di no?›› chiede lui fingendosi arrabbiato. ‹‹Ah-ah.›› rispondo convinta. ‹‹Cosa hai detto?›› chiede ancora venendo verso di me. ‹‹Che stasera non voglio stare con te.›› rispondo ridacchiando mentre lui incrocia le sue mani con le mie. ‹‹No?›› dice trattenendo le risate, proprio come me. ‹‹No.›› ripeto. Cam stacca le mani dalle mie per poi mettermi sulla sua spalla a testa in giù. ‹‹Sei ancora sicura di non volere?›› chiede posizionandosi davanti alla piscina, pronto per lanciarmi in acqua. È ovvio che voglio stare con lui anche sta sera, ma mi diverte dirgli di no. ‹‹Neanche la pizza?›› continua lui sorridendo. ‹‹Hai vinto, mangiamo insieme. Vada per la pizza!›› dico scoppiando a ridere. ‹‹Chissà perché con il cibo cedi sempre...›› si chiede Cam. ‹‹Lo sai che è impossibile rinunciare alla pizza...›› scherzo mentre entriamo in casa.
Dopo una fantastica cena in costume a bordo piscina perché troppo pigri per cambiarci e anche per entrare in casa e preparare la tavola (per non parlare del cucinare), iniziamo a prendere in giro Michelle. Lo so benissimo che queste cose non si dovrebbero fare, però non voglio neanche rinunciare a vedere le imitazioni di Cam. ‹‹Sono Michelle e sono una stupida oca viziata. Amo il rosa, le paillettes, tutto ciò che è estremamente appariscente e.. hey, amo Cameron Dallas! Stiamo insieme noi due!›› dice cam imitando la voce di Michelle. Scoppio a ridere, è una cosa troppo divertente vedere l'imitazione di Michelle. ‹‹Abito in una mega villa sulla spiaggia, sono ricca, bella e fatta di fondotinta, rossetto e ombretto! Sono la figlia della preside e odio tutti quelli inferiori a me!›› continua Cam. ‹‹Basta, basta, ora è il mio turno!›› dico cercando di smettere di ridere. Appena mi alzo in piedi, mi accorgo di avere anche il singhiozzo. ‹‹Ferma, lo so io come far passare il singhiozzo! Il mio metodo è infallibile!›› esclama Cam alzando la mano come se dovesse rispondere in classe. Mi fa abbastanza paura. ‹‹Stai lì ferma. Devi guardare verso la spiaggia e stare ferma. Io non esisto più. Pensa a qualcosa o canta una canzone nella testa. Pronta?›› spiega lui. Faccio ciò che mi dice. Nella testa inizio a cantare un pezzo di Despacito, la prima canzone che mi viene in mente. Ad un certo punto non mi ricordo nemmeno più cosa sto facendo da tanto che sono rilassata. Mentre penso a quanto sia bello il relax, Cam mi prende dal dietro lanciandomi in aria per poi riprendermi al volo. Per tutti i santi del paradiso! ‹‹Sei pazzo? Ho perso dieci anni di vita!›› lo sgrido mentre sono ancora tra le sue braccia. ‹‹Guarda il lato positivo, non hai più il singhiozzo!›› esclama lui.
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RIGHT NOW (in revisione)
Fanfiction"Dear me, one day I'll make you proud". Sidney, una ginnasta sedicenne italo-americana, dopo le mille delusioni avute dal suo sport in Italia, decide di trasferirsi a Los Angeles nella casa dove abitava la madre con la sua famiglia per avere nuove o...