Ormai è già una settimana che sono tornata a Los Angeles, la calda e bella Los Angeles. Sarà pur fine Novembre, ma qui fa ancora caldo. Non ci saranno i soliti 25-30 gradi, però la temperatura non è ancora scesa sotto i 15. Gli allenamenti sono ri-iniziati e, se possibile, sono ancora più faticosi di prima, soprattutto se aggiungiamo il fatto che due allenamenti su cinque sono con Marylin, la sorella di Michelle. In quanto a Michelle… beh, mi odia ancora di più adesso che sono campionessa nazionale e la mia foto sul podio è appesa in palestra. Fila tutto molto bene per ora, l’unica cosa che mi da fastidio (dopo Michelle si intende) è l’imminente partenza di Cam. Tra due settimane esatta dovrà raggiungere i suoi genitori alle Hawaii. In questa settimana, io e Cam siamo anche riusciti a ridipingere la mia camera e farla più bella: adesso è fantastica! Il muro lo abbiamo dipinto con una tonalità di bianco più scura, sopra la testiera del letto abbiamo messo dei led tipo quelli dell’albero di Natale che fanno una luce bianca intensissima e, con delle mollettone di legno, ci abbiamo attaccato una marea di foto stile polaroid (tra cui ovviamente tutte quelle che ho con lui). Sulla parete opposta alla finestra ho messo un pannello di sughero sulla quale c’è l’immagine del planisfero riempita da alcune puntine che segnano i luoghi e le città che ho visitato. Il resto è rimasto più o meno uguale. Comunque ora la mia stanza non sembra più una camera qualsiasi ma il vero e proprio regno di Sidney.
‹‹Psss, Sid!›› mi chiama sottovoce Sharon mentre il professore di spagnolo sta spiegando la costruzione della frase usando un qualche tempo verbale che non ho capito. ‹‹Tu ci vai al ballo di Natale?›› mi chiede. ‹‹Il ballo di Natale?›› ripeto. ‹‹Non dirmi che non sai che ogni scuola di ogni Stato americano organizza un ballo di Natale!›› bisbiglia. ‹‹Io ero ferma al famoso prom, il ballo di fine anno.›› confesso. ‹‹Eri ferma alla preistoria! Ormai di balli se ne fanno due: il prom che dici te e il ballo di Natale, una sorta di prom ma fatta a Dicembre.›› mi spiega Sharon. ‹‹Che figata! Tu ci vai?›› le chiedo. ‹‹Señoritas, mi farebbe piacere avere anche la vostra attenzione.›› ci sgrida il professore. Io e Sharon ci scusiamo per poi riprendere il nostro discorso. ‹‹Vado con Nash!›› dice tutta entusiasta. ‹‹Fantastico!›› dico unendomi al suo entusiasmo. ‹‹Vieni anche te, Sid! Idea! Vieni con Cam!›› mi suggerisce. Ammetto che è una bella idea, non mi dispiacerebbe affatto ballare ancora con cam come al suo compleanno, però c’è il problema che lui deve partire. ‹‹Il ballo è il prossimo venerdì. Tranquilla, hai tutto il tempo di cercare un abito e di farti invitare da Cam. Si, lui c’è, parte la settimana dopo.›› dice Sharon leggendomi nel pensiero. ‹‹Se Cam mi invita, io ci vengo.›› accetto. ‹‹Cavolo, adesso basi i tuoi programmi su di lui… pensavo non ti piacesse…›› mi prende in giro Sharon. ‹‹Shhh! Certo che mi piace! Te l’ho già detto solo che… solo… beh, non dirlo a lui.›› le dico facedola ridere.
Quando arrivo a casa, oltre che ad essere felice perché sono riuscita ad evitare Michelle e le sue amichette, mi ritrovo a pensare al fatto che tra due settimane sarò qui da sola, senza Cam, senza il mio amico, il mio vicino di casa, il ragazzo che mi fa ridere e che mi tira sempre su di morale. Mentre cerco di concludere i compiti di inglese, mi arriva un messaggio da parte di Cam che mi chiede se ho bisogno di un passaggio per la ginnastica. Prima di accettare, chiedo se c’è anche Michelle, nonostante la risposta sia ovvia: si. Digito velocemente un “lascia stare, vado a piedi” ma lui insiste, così mi ritrovo ad accettare. Indosso un paio di pantaloncini corti da ginnastica neri e una canottiera dello stesso colore. Sopra metto i soliti leggins neri e una felpa, un paio di nike bianche e verdi acqua (le All Star si sono mezze rotte), poi scendo in strada e aspetto che Cam sia pronto. Lo ritrovo già seduto sulla sua macchina che mi aspetta. ‹‹Alla buon’ora, eh?›› dice indicando l’orologio. ‹‹Non mi avevi neanche detto l’orario, come facevo a sapere che eri già qui?›› preciso. ‹‹Dai, sto scherzando, lo sai. Salta su che abbiamo una Barbie da prendere.›› dice facendomi segno di salire. Mi siedo a fianco a Cam e allaccio la cintura. ‹‹Che hai?›› mi chiede guardando preoccupato la mia faccia. Penso di avere un’espressione a metà tra il triste, il preoccupato e la stanchezza. ‹‹Niente.›› mento guardando la strada. ‹‹Non è vero, qualcosa hai. Quella non è la tua faccia allegra, penso di aver passato abbastanza tempo con te per averlo imparato.›› ribatte lui. Cavolo, non so mentire. ‹‹Niente, davvero.›› riprovo. ‹‹Se hai qualcosa, qualsiasi cosa che non va, e vuoi dirmelo, dimmelo ora che non c’è Michelle.›› proprone. ‹‹Davvero, Cam, tutto a posto, stai tranquillo.›› ripeto. ‹‹Non ci credo neanche un po’. Scommetto su quello che vuoi che c’è qualcosa che non va. Te lo si legge negli occhi.›› afferma Cam prima di svoltare verso la via dove abita Michelle. La macchina accosta di fianco alla mega villa in spiaggia della famiglia Miller, da dove esce la famosissima top model mancata: Michelle.
Quando sale in macchina (ovviamente arrabbiata perché le tocca il posto dietro) inizia ad accarezzare la guancia di Cam. ‹‹Come stai amore mio?›› gli chiede con un tno da gallina. ‹‹Bene.›› risponde cam secco. ‹‹Allora? Sei pronto per il ballo di Natale? Ci andiamo insieme vero, tesorino?›› riprende la bionda guardandomi con aria di sfida. La ignoro. ‹‹Con te non ci vengo.›› risponde cam. ‹‹Guarda che se no mia mamma ti espelle dalla scuol… ah, già, lo ha già fatto.›› ridacchia quella papera con i boccoli. ‹‹E tu, S… S… S o come ti chiami, ci vai al ballo di Natale? O nessuno ti ha invitata? Lo sai, di solito le persone famose sono sempre piene di ammiratori…›› continua. ‹‹Non mi hanno ancora invitata.›› taglio corto. Un lampo di non so cosa illumina per un secondo lo sguardo di Cam. ‹‹Non vai con il tuo caro Cam? O pure lui non ti sopporta? Ah, no, è vero! Lui non ci sarà, sarà già partito…›› dice Michelle. Trattengo a stento le lacrime e la rabbia. Cerco solo di ignorare quella vipera, ma è davvero difficile. Se poi penso che oggi c’è sua sorella mi butto giù da un balcone.
Fortunatamente il tragitto è corto, così non sono più costretta a sentire la voce gracchiante di quella cornacchia bionda. Entro in fretta negli spogliatoi e con altrettanta fretta tolgo i leggins e la felpa, poi entro in palestra. Prima di varcare la soglia della palestra dell’agonistica, vengo fermata da Cam che mi prende dal dietro per i fianchi e mi fa girare verso di lui. ‹‹Ho capito cosa non va. Non vuoi che io parta, vero?›› mi chiede. Faccio cenno di si con la testa. ‹‹Stai tranquilla, sistemeremo tutto e tornerò da te il prima possibile.›› mi rassicura, poi mi abbraccia. Dopo che gli ho dato un bacio sulla guancia, vado nella mia palestra dove, seduta su una trave, Marylin ci sta aspettando. Con i boccoli che le cadono sulle spalle coperte da un vestito rosa (voglio dire, quale allenatrice di ginnastica non si veste così?), ci squadra tutte e sette. ‹‹Allora? Cosa aspettate?›› urla. Io e Sharon ci scambiamo un’occhiata confusa. ‹‹Correte, su! Ve lo devo dire sempre io?›› sbraita ancora. È uguale identica alla sorella. Mentre finisco il quinto giro di corsa, Marylin ci fa fermare. ‹‹Adesso fate un po’ di riscaldamento, avete un’ora, usatela bene.›› ordina Mary facendo il segno di disporsi bene per tutta la pedana. Mi avvicino a Sharon, come sempre, per riscaldarmi insieme a lei, ma Mary mi ferma. ‹‹Sidney? Puoi venire qui un attimo?›› dice. Eseguo lordine e, un po’ preoccupata, mi avvicino a lei. Marylin si sistema bene sulla trave, poi appoggia le mani di fianco a lei e si abbassa per gurdarmi dritta negli occhi. ‹‹E quindi ora tu saresti la nostra nuova campionessa… nazionale?›› mi chiede con tono scherzoso. ‹‹A quanto pare si, anzi, direi proprio di si.›› rispondo con il suo stesso tono. Mi fissa per qualche secondo negli occhi, poi mi lascia andare.
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RIGHT NOW (in revisione)
Fanfiction"Dear me, one day I'll make you proud". Sidney, una ginnasta sedicenne italo-americana, dopo le mille delusioni avute dal suo sport in Italia, decide di trasferirsi a Los Angeles nella casa dove abitava la madre con la sua famiglia per avere nuove o...