Per il secondo giorno di gare indosso il body smanicato blu. È quello che mi piace meno tra i tre, ma è fantastico lo stesso. La cosa che mi piace di più è che sul fianco ha la scritta “California” ricamata con dei fili argento. Oggi sfideremo le squadre dell’Arizona, Michigan, Mississipi, Louisiana e Nevada al volteggio e poi al corpo libero le squadre del North Carolina, Colorado, Indiana e Kentucky. Proprio come ieri, l’arena è piena e Patty ha trovato i posti migliori per le nostre famiglie. Questa volta la prima a gareggiare sarà Taylor che inizierà con il volteggio. Io farò il mio esercizio per tredicesima, seguita da Jenna e Carly. Poi Sharon sarà trentesima preceduta da Samantha e Julia. Taylor, come ogni suo salto, fa un’esercizio perfetto che le fa guadagnare un primo posto assicurato con un punteggio di 9.8. Prima di me si sfidano alcune ragazze molto brave di cui una, prendendo male la pedana, fa un salto terribile che le procura un infortunio di non so che tipo. Quando arriva il mio turno, prima di fare l’esercizio, avvicino leggermente la pedana all’ostacolo a causa della mia poca altezza. A seconda dell’altezza, infatti, dipende la lontanaza della pedana. Mi assicuro che il tappetino prima della pedana sia posizionato bene, poi mi cosprago le mani e i piedi di magnesia per non scivolare. Mi metto in posizione, dietro la linea di partenza. Quando i giudici mi danno il via, corro sempre più velocemente verso la pedana. Un po’ prima del tappetino, faccio un pre-salto che mi da un grande aiuto per la rondata successiva in cui appoggio le mani sul tappetino. Batto sulla pedana all’indietro, inarco la schiena, appoggio le mani sull’ostacolo facendo una specio di “inizio-flick”, poi mi do una spinta e stacco le mani dal cavallo per fare uno tzuakara avvitato (un salto molto figo) e atterro fermando il salto abbastanza bene, ma non perfettamente, guadagnando un 9.2 che non è poco.
Anche le mie compagne di squadra se la cavano piuttosto bene ma tra noi e Taylor c’è sempre un abisso. Taylor ha dei poteri magici quando si tratta di salti, ne sono sicura. Quando tutte finiamo, ci spostiamo al corpo libero dove, di fianco alla pedana (che per di più si trova anch’essa rialzata Da terra), c’è la nostra nuova postazione formata da materassi stracomodi al posto delle sedie. Mi accomodo vicino a Sharon. Il mio esercizio sarà il quarto. Sono abbastanza preoccupata perché la squadra del Colorado mi sembra un’avversaria parecchio temibile. Per fortuna, solo per il corpo libero, i giudici hanno dato il permesso di usare canzoni come sottofondo dell’esercizio, cosa che non succede mai. Normalmente, come sottofondo, si usano delle musiche senza parole, per lo più composte apposta per le gare. Stavolta, visto che c’era libera scelta, ho deciso di usare “Right Now” degli One Direction, il mio gruppo preferito in assoluto e, a quanto pare, anche di Sharon. Lei, per il corpo libero, ha però preferito “We found love” di Rihanna.
Il mio turno al corpo libero arriva in fretta e non vedo l’ora di salire in pedana. Non so il perché, ma quando devo fare il corpo libero mi sento un po’ al centro del mondo, come se tutti fossero lì solo per te. Lo so, è da egocentrici, però ti fa sentire fiero del lavoro che hai fatto. Mi posiziono al centro della pedana e faccio il saluto, poi mi abbasso e mi metto nella mia posa iniziale. Parte la musica (a stento mi trattengo dall’iniziare a cantare, saltare e ballare) e inizio con il mio esercizio. Dalla posizione di partenza, mi metto in spaccata. Da lì afferro la caviglia della gamba davanti e tenendola in posizione, mi giro sulla schiena. Una volta arrivata nella seconda posa, mi rimetto in piedi e inizio con le diagonali. La prima consiste in una serie di flick avanti che terminano con un salto avanti teso, la seconda in una ruota prima con le mani, poi con una e infine senza. Faccio ancora un paio di mosse con le braccia sempre per dare un tocco di eleganza, poi riprendo con le diagonali facendo la serie di flick all’indietro terminanti con un doppio salto carpiato all’indietro. Vado avanti con le diagonali per un po’ ancora fino a che la coreografia non mi porta in centro dove ho in programma il famoso enjambeè cambio e la posa finale. Mi preparo per l’enjambeè cambio pensando a quando, grazie a Cam e ai suoi incoraggiamenti, mi era venuto alla perfezione. Quando la canzone arriva al ritornello e la voce di Zayn pronuncia la frase “Right now, I wish you were here with me” spicco il salto e faccio un enjambeè perfetto con anche un mezzo giro. Finisco il mio esercizio con la posa finale. Ho il fiatone, è stato l’esercizio più complicato della storia non tanto per gli elementi, ma per il fatto che non facevo altro che pensare a Cam. Sharon dovrà ricredersi, non è vero che mi piace Cam. Ne sono completamente innamorata.
Il corpo libero mi regala un bellissimo 9.4 che mi fa arrivare sul podio per seconda, dietro a una ragazza del Colorado e seguita da una del Kentucky. Al volteggio arrivo anche lì seconda. La prima ovviamente è Taylor e la terza è una ragazza bassetta del Michigan. E’ la prima volta in sedici anni che vinco così tanto ad una gara. L’aria americana mi fa bene.
‹‹Bravissime ragazze, sono fiera di voi, dico sul serio. Domani vi voglio cariche, sarà l’ultima giornata di gara e diranno anche la squadra vincitrice. Se domani almeno una di voi è sul podio, abbiamo vinto.›› si congratula patty abbracciandoci. ‹‹E il Colorado? Hanno vinto tanto anche loro.›› ci ricorda Julia. ‹‹Se nessuna ragazza del Colorado è sul podio e noi ci siamo, abbiamo vinto. Se no siamo seconde. Per questo vi voglio cariche. Dovete vincere.›› ordina Patty. Annuisco convinta. Anche io voglio vincere. C’è solo un problema: domani ci sono le parallele, attrezzo nella quale il massimo dei miei punti è stato 8.1, uno schifo in confronto ai punteggi che ho visto qui.
‹‹Cam, domani non voglio gareggiare.›› dico a bassa voce per non svegliare mia sorella che, oltre ad essersi piazzata in camera nostra, è andata a dormire presto. ‹‹Ti senti troppo brava per continuare questa garetta?›› mi prende in giro Cam mentre preparo la borsa per domani. ‹‹No. È che ci sono le parallele e non sono capace.›› spiego. ‹‹Ma non dirlo nemmeno per scherzo. Cavolo Sidney, sei bravissima, sei una campionessa. Non puoi tirarti indietro. Vuoi arrivare alle olimpiadi e una volta là, dovrai fare le paralelle. Cosa farai? Ti tirerai indietro?›› mi chiede Cam. Lo guardo confusa: ha assolutamente ragione, ma non so veramente cosa dirgli. ‹‹Se non inizi da adesso, alle olimpiadi non ci arriverai mai. Credi in te stessa, perché se lo fai è tutto più facile.›› mi suggerisce. Mi siedo sul letto di fianco a lui e appoggio la testa sulla sua spalla. ‹‹E se doevssi cadere? Che figura di merda ci faccio?›› mi lamento. ‹‹Se cadi ti prendo io, come in palestra. Che problema c’è? Neanche ti faresti male.›› mi rassicura Cam. Le sue parole hanno un potere straordinario. Improvvisamente mi sento pronta e non vedo l’ora di dimostrarlo a me stessa.
La mattina mi alzo presto, preoccupata ma piena di voglia di fare parallele. Senza svegliare Adelaide e Cam, mi metto il body rosso con i brillantini, il più bello di tutti. Lego i capelli in una coda alta tenuta unita da un elastico dello stesso colore del body e poi mi trucco. Patty ieri ci ha suggerito un trucco molto carino da fare e decido di seguire il suo consiglio: faccio una riga di eyeliner bianco e sopra, più sottile, ne faccio un’altra rossa, metto il mascara e del rossetto rosso che non avevo mai usato prima. Cerco di indossare i pantaloni della tuta silenziosamente per non svegliare nessuno, però Cam mi sente e si alza. ‹‹Buongiorno.›› dice stiracchiandosi. ‹‹Ciao.›› lo saluto velocemente mentre infilo le scarpe. Lui mi squadra per un po’ e io fingo di non accorgermi. ‹‹Sei bellissima.›› dice mentre continua a guardarmi. A quel suo commento mi blocco e alzo la tesat dalla scarpa che stavo allacciando. ‹‹Dico sul serio, stai benissimo.›› ripete lui. Gli sorrido e riprendo ad allacciare la scarpa. ‹‹Non mi credi?›› continua Cam. ‹‹Si che ti credo.›› rispondo. ‹‹Non ti facevo così egocentrica. Guardala, prende due medaglie e si crede già chissà chi…›› si lamenta con fare teatrale Cam ridendo. ‹‹Cameron!›› lo riprendo. Peccato che lo riprendo urlando, così sveglio mia sorella.
Quando raggiungo la nuova postazione in arena, sento tutta la pressione cadermi addosso. Le parallele sono di fronte a noi, perfette e immacolate con i tubi che le tegono per terra ancora lucenti. In realtà sono un’oggetto pericoloso, cattivo e meschino. Per tutta la presentazione delle squadre riamango zitta e mi ripeto mentalmente la frase “dai, Sid, ce la puoi fare”. Dopo gli esercizi di sette ragazze del New Jersey e tre della Florida, inizio a prepararmi. Mentre Samantha fa il suo esercizio alle parallele, copro i polsi con una specie di benda elastica che serve a dare maggiore stabilità ad essi, infilo i polsini e inizio a legare i paracalli. Quando tocca me, (oltre che al pensiero di sotterrarmi) salgo sulla pedana con Patty. Stringo bene gli elastici e mi riempo le mani e le cosce di magnesia. I giudici mi danno il via e Patty mi fa cenno con la testa di iniziare. Faccio il saluto e poi rivolgo un’occhiata carica di sfida alle parallele. Le guardo come uno sceriffo guarda il cowboy che ha appena finito una rapina, come un leone guarda la sua preda. Salto. Afferro saldamente l’ostaggio più basso e con una kippe salgo. Faccio due giri addominali per poi slanciare i piedi all’indietro e cimentarmi in una gran volta che mi fa passare all’ostaggio più alto. “Sid, ce la fai. Sei fantastica, muoviti e fai ste tre verticali” mi ripeto nella testa mentre finisco le altre granvolte. Nel punto cruciale, quello in cui devo fermarmi in verticale per cambiare le mani e di conseguenza invertire il giro delle granvolte, Patty mi guarda con aria preoccupata ma anche colma di aspettative. Guardo velocemente Cam che mi rivolge uno sguardo fiero, pronto a scommettere su di me qualsiasi cosa. Termino la granvolta fermandomi in una verticale perfetta. Scambio di posto le mani e riprendo il mio esercizio passando da un ostaggio all’altro. Finisco con un triplo salto avanti carpiato per poi godermi gli applausi del pubblico e gli sguardi fieri di tutti quelli che sono venuti a vedermi, tra cui quello di Cam, senza dubbio il mio preferito.
Quando mi chiamano per il primo posto, fatico a crederci. Sono senza parole, davvero. Ho preso un 9.5 nelle parallele. Le parallele! Dopo le ultime premiazioni, il giudice chiede il silenzio. Sta per annunciare la classifica delle squadre. Ci posizioniamo tutte sotto la bandiera della California, tra la squadra del Colorado e dell’Arizona. Patty si mette tra me e Sharon che ci teniamo per mano. Ho ancora i paracalli allacciati e sono piena di megnesia. Ho magnesia ovunque! Tra i capelli, sul body, sulle mani, sulle gambe, in faccia… come abbia fatto a finirmi sulla faccia non ne ho idea. ‹‹Quest’anno abbiamo deciso di fare una premiazione diversa. Non andrema a premiare la squadra in sé, ma l’atleta migliore della squadra.Ovviamente, tutta la squadra passerà.›› annuncia il giudice. ‹‹Ma adesso basta parlare, vediamo subito i primi tre classificati.›› nell’arena cala il silenzio. Tutte noi tratteniamo il fiato. ‹‹Terzo posto. Nazionale della Florida. Vince il bronzo Chloe Rias! Complimenti, la Florida è dentro!›› si congratula il giudice. Le ragazze della Florida saltano felici mentre la loro vincitrice sale sul podio. ‹‹Secondo posto, direttamente dal Colorado, abbiamo Leila Hillston! Anche il colorado è prossimo alle selzioni per le Olimpiadi!›› continua il giudice. Ora si che sono tesa. Manca un posto. O è nostro o ciao ciao selezioni. ‹‹Primo posto.›› dice il giudice facendo ripiomabare il momento bolla nell’arena. ‹‹Nazionale Californiana.›› dice con fare teatrale. Tiro un mezzo sospiro di sollievo. È una di noi. Siamo dentro. ‹‹La prima classificata che si merita anche il titolo di campionessa nazionale è….›› momento di suspence per il pubblico e di tortura per noi. ‹‹Sidney Villa!›› urla il giudice al microfono facendo partire uno scroscio di applausi. Non riesco a crederci, è successo davvero?! Sono campionessa nazionale?! Sono in serie A1?! Le prossime gare saranno le selezioni per le Olimpiadi?! Mi manca l’aria, troppe cose meravigliose insieme!
Corro sul podio a prendermi la medaglia e il titolo di campionessa americana o, come dicono qui, nazionale (considerano gli Stati Uniti un’unica nazione).
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RIGHT NOW (in revisione)
Fanfiction"Dear me, one day I'll make you proud". Sidney, una ginnasta sedicenne italo-americana, dopo le mille delusioni avute dal suo sport in Italia, decide di trasferirsi a Los Angeles nella casa dove abitava la madre con la sua famiglia per avere nuove o...