UNDICI.

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Quando arriviamo in spiaggia, come prima cosa, mi tolgo le scarpe, anzi, le lancio.

Corro verso l'acqua dell'oceano ma, prima che i miei piedi possano toccarla, mi sento ribaltare e mi ritrovo a testa in giù con un braccio di Cam intorno alla vita e l'altro sulle gambe, poco più sotto delle ginocchia.

‹‹Lasciami giù!›› esclamo ancora un po' stordita dal cambio istantaneo di posizione.
‹‹No che non ti metto giù!›› ribatte Cam facendo una giravolta.
‹‹La gonna!›› esclamo tentando di fargli capire che non voglio rimanere in mutande.

Per fortuna lui afferra al volo e sposta il braccio con cui teneva le mie gambe un po' più su, all'altezza dell'orlo della gonna, tenendola attaccata alle mie gambe. Dopo avermi fatto urlare per un po', mi rimette con i piedi per terra dandomi il tempo di lisciarmi la gonna e far smettere la testa di girare.

‹‹Così impari ad aspettarmi per bagnare i piedi!›› dice ridendo.

Gli faccio la linguaccia e questo mi fa sentire peggio dei bambini di quattro anni.

Andiamo insieme a bagnare i piedi e camminiamo per un po' lungo la riva schizzandoci con l'acqua. Altro che bambini di quattro anni! Sembriamo più due criceti idioti con qualche ritardo mentale. Questo conferma che in ogni scena potenzialmente romantica, come può essere la spiaggia al chiaro di luna, ci siamo sempre io e Cam a rovinarla facendo i cretini.

La mattina dopo la sveglia suona alle 6,00. Ieri sera ho fatto entrare Cam in casa per cinque minuti. Quei cinque minuti sono stati sufficienti affinché lui giocasse con la mia sveglia. Mi alzo maledicendo quel genio della lampada di Cam. Visto che è così presto, faccio in tempo a godermi l'alba, il sole che sorge avvolto dalle nuvole rosa che coprono il cielo.

Vado subito in cucina felice di poter far colazione. Ho una fame tremenda, ieri non ho mangiato niente.

Dopo aver mangiato un intero barattolo di Nutella e aver fatto il pieno di senso di colpa per l'azione compiuta, mi preparo per la scuola. Nel frattempo che indosso un paio di jeans rosa e una camicetta bianca, ricevo un messaggio da parte di Sharon che mi chiede di andare a scuola con lei. Accetto e poi metto un paio di scarpe bianche (bianche per modo di dire, dato che sono giusto un po' sporche) con una stella nera sul lato. Mi pettino e, quando è l'ora, vado da Sharon.

‹‹Sid, ho bisogno di un grosso, grossissimo, enorme favore.›› dice non appena ci allontaniamo da casa sua.
‹‹Dimmi tutto.›› dico mentre imbocchiamo una via che porta al centro.
‹‹Emh... ecco... visto che tu sei tanto amica di Cam, e forse anche tanto cotta di lui, e Cam è tanto amico di Nash...›› inizia lei.
‹‹E te sei tanto innamorata di Nash, vuoi che io chieda a Cam di organizzarti un'uscita romantica con Nash perché tu ti vergogni di chiederglielo di persona. Ma vuoi che veniamo anche io e Cam per non lasciarti da sola. Ho indovinato?›› finisco io ridendo.
‹‹Ehhhhh... si.›› dice dopo una serie di respiri profondi Sharon.
‹‹Che ne dici di... mhh... stasera?›› propongo.

Sharon si blocca, si gira in stile soldatino verso di me, mi appoggia le mani sulle spalle e inizia a scuotermi.

‹‹Si, si, si, si, si! Stasera è perfetto! Io ti adoro, sei la migliore amica che si possa desiderare!›› urla lei su di giri abbracciandomi. Ricambio l'abbraccio.
‹‹E comunque... non sono cotta di Cam!›› protesto.
‹‹Non dire balle, si vede lontano un chilometro che ti piace un sacco Dallas! E poi, a meno che non vuoi fare la terza incomoda, ti consiglio di portartelo dietro!›› ribatte Sharon facendomi l'occhiolino.

Per tutta la lezione non faccio altro che pensare alla frase di Sharon. Ripenso a tutte le sensazioni che provo quando sono con lui, alla serata precedente e a tutto il resto. A questo punto non sono più tanto convinta che Cam non mi piaccia. Cerco di concentrarmi sulla lezione di scienze, ma il video sull'apparato circolatorio mi fa proprio schifo. Se c'è una cosa che mi fa senso, quella è il sangue.

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