Alla fine sono tornata a casa a piedi con Sharon. Cam ha dovuto accompagnare a casa la Barbie, poi appena è arrivato a casa sua, è venuto da me per scusarsi del comportamento di Michelle e già che c’eravamo, abbiamo fatto un tuffo in piscina (piena stavolta!).
Ovviamente il tutto accompagnato dalle risate di Cam.
Mentre ripenso alla serata passata con Cam, mi preparo un piatto di pasta per cena e mi siedo al tavolo.
Penso che abitare da sola nella villa della mamma sia fighissimo, ma ogni tanto mi sento sola. Menomale che sono riuscita a conoscere già qualcuno. Normalmente, essendo timida, faccio fatica a conoscere gente nuova. Da sempre preferisco stare da sola che in compagnia, ma ciò non vuol dire che non mi piace avere amici, anzi. Devo dire che per il momento i miei nuovi amici di Los Angeles mi piacciono tantissimo.
Sharon è la migliore amica che si possa desiderare, Nash è sempre gentile e disponibile, Taylor è davvero simpatica anche lei e poi ce né un altro, il cui nome inizia per C e finisce per ameron, che non saprei dire com’è.
Ah già, poi c’è Michelle. Ecco, quella si potrebbe eliminare.
Dato che oggi è stata una lunga giornata, decido di andare a letto non appena finisco di studiare. La notte trascorre tranquilla, fino a che, alle due di notte circa, il mio cellulare prende a vibrare. Guardo la schermata dove compare il nome la scritta “Papà” e le due icone per rispondere o riattaccare la chiamata. Malgrado il sonno, faccio scorrere verso l’alto l’icona verde e porto il telefono all’orecchio.
‹‹Pronto?›› chiedo mezza addormentata.
‹‹Hey Sid! Tutto a posto?›› risponde subito papà euforico.
‹‹Si papà, e lì? Tutto okay?›› chiedo a mia volta.
‹‹Si si, tutto okay. Il nonno ha detto di salutarti e la nonna ha messo la famosa altalena nel suo cortile per tua sorella.›› mi racconta papà, nonostante io sia troppo assonnata per capire tutte le parole.
‹‹Sid.. Sidney? Ci sei?›› chiede papà dato che la mia risposta tarda ad arrivare.
‹‹Si papà, ci sono. Non vorrei dire, ma hai idea di che ore sono qui?›› dico stizzita.
‹‹Emh… veramente no.›› dice papà.
‹‹Sono le due di notte. E io ho tanto sonno. E domani devo andare a scuola.›› dico.
‹‹Allora ti lascio dormire. Buonanotte Sid, ci risentiamo più avanti!›› dice papà prima di riattaccare.Certo che papà non imparerà mai la storia che nel mondo esistono orari diversi.
Alle 6.30 in punto la sveglia suona. Mi alzo di malavoglia e guardo fuori dalla piccola finestra circondata da assi di legno bianche il sole che sorge.
Peccato che il sole oggi non è sorto, o almeno così mi sembra. Il cielo è grigio scuro e pieno di nuvole nere.
C’è un vento fortissimo, tanto forte che le palme del mio giardino e quelle della strada si piegano ogni due folate.
Mi appoggio sul davanzale della finestra e per la prima volta da quando sono arrivata lì, noto che da quel punto si riesce a vedere l’oceano Pacifico che bagna la spiaggia, il lungomare e la strada che porta ad esso.
Mi preparo indossando una felpa con le maniche di pizzo bianca e un paio di jeans neri. Prendo poi un elastico e sistemo i capelli in una coda alta.
Scendo al piano di sotto per fare colazione. Giusto per dire che seguo una rigorosa dieta da atleta, bevo una tazza di tè piena di zucchero e qualcosa tipo cinque fette biscottate stracolme di Nutella.
Salgo poi di nuovo in camera mia per cercare un paio di scarpe, in particolare le mie All Star bianche basse, che però non trovo.
Controllo ovunque, anche sotto il letto, convinta di averle lanciate lì ieri sera. Niente, non ci sono. Provo anche a controllare nell’enorme stanza matrimoniale, dove dormivano i nonni.
STAI LEGGENDO
RIGHT NOW (in revisione)
Fanfiction"Dear me, one day I'll make you proud". Sidney, una ginnasta sedicenne italo-americana, dopo le mille delusioni avute dal suo sport in Italia, decide di trasferirsi a Los Angeles nella casa dove abitava la madre con la sua famiglia per avere nuove o...