La mattina del mercoledì è traumatica, più o meno come le altre mattine della settimana. Fin’ora le giornate sono passate abbastanza velocemente e gli allenamenti per le Nazionali sono iniziati e sono molto duri. Ad esempio, ieri ho finito di allenarmi alle otto di sera al posto che alle sei. Ovviamente a Sharon ho raccontato tutto ciò che è successo a Malibu e, quando le ho detto che non c’è stato nessun bacio, c’è rimasta male come me. L’unico pensiero che mi fa alzare stamattina è la festa di compleanno di Cam di questa sera. Appena mi passa per la testa quest’ultima cosa, scatto in piedi e subito vado in panico: cosa mi metto stasera? Cercando di auto-convincermi che la festa si terrà tra un po’ di ore, inizio a vestirmi per andare a scuola. Indosso un paio di jeans blu strappati con dei patch rossi e bianchi, una maglia bianca e le solite All-Star. Lego i capelli in una coda alta e indosso una giacca di pelle. Giuro che non riesco a capire come funziona il tempo qui a Los Angeles: un giorno fa caldo, l’altro si gela, l’altro ancora sei in mare e quello dopo di ritrovi su un albero trasportata dal vento. Dopo aver preso lo zaino, esco e vado a scuola con Sharon. ‹‹Allora stasera ci sei alla festa?›› mi chiede Sharon mentre percorriamo un viale del centro. ‹‹Ovvio che ci sono! Ti pare che perdo il compleanno del tipo di cui molto molto molto probabilmente sono innamorata?›› dico come se fosse la cosa più ovvia del mondo. ‹‹Allora lo ammetti che ne sei completamente innamorata!›› mi prende in giro Sharon. ‹‹E va bene, hai vinto Sha. Mi sa proprio che hai ragione te.›› ammetto prima di svoltare l’angolo e entrare a scuola.
Non appena varco la soglia della High School, vedo Cam in fondo al corridoio insieme a Nash e ad un altro ragazzo. Aspetto che i due si allontanino da lui. ‹‹Non fai gli auguri al tuo Cam?›› mi chiede Sharon spingendomi dentro l’edificio. ‹‹Smettila.›› le dico a bassa voce per non farmi sentire da Cam. ‹‹Muoviti, ora vai a fargli gli auguri se non vuoi che gli vada a dire che lo ami!›› mi ricatta Sharon spingendomi verso di lui. ‹‹E va bene…›› mi lamento. Diciamo che non è proprio la mia massima priorità presentarmi da un gruppo di diciottenni per fare gli auguri a uno di loro. Mi avvicino e, non appena lo raggiungo, Nash si gira verso di me. Gli faccio segno di chiamarmi Cam. ‹‹Mister, c’è una signorina che vorrebbe dirle una cosa.›› scherza Nash facendo voltare Cam. ‹‹Hey, Sid!›› mi saluta lui. ‹‹Buon compleanno, Cam!›› esclamo abbracciandolo. ‹‹Grazie, sto diventando vecchio. Ora anche per te sono maggiorenne!›› dice ricambiando l’abbraccio e dandomi un bacio sulla guancia che lascia a bocca aperta Nash e l’altro ragazzo. Non so, forse non hanno mai visto un ragazzo che da un bacio sulla guancia ad una ragazza. ‹‹Stasera ci sei?›› mi chiede Cam sciogliendomi dall’abbraccio. ‹‹E me lo chiedi anche?!›› rispondo abbracciandolo di nuovo. ‹‹Allora a stasera, Sid!›› mi saluta lui dirigendosi verso la sua classe.
‹‹Allora?›› chiede Sharon venendomi incontro. ‹‹Stasera!›› esclamo. ‹‹Okay, ho capito. Lasciamo stare. Ah, cosa non fa l’amore…›› si lamenta Sharon tra sé. ‹‹Cosa metti stasera?›› mi chiede la mia amica ad un tratto. Cavolo. Cosa metto stasera? Improvvisamente mi salta nella testa anche il fatto che io ho gli allenamenti e torno alle sei. La festa è alle sette. Inizia già a salirmi l’ansia, sto quasi per correre a casa a cercare dei vestiti. ‹‹Sidney? Terra chiama Sidney!›› urla Sharon sventolandomi una mano davanti agli occhi. ‹‹Caspita. Non ci avevo pensato, noi abbiamo gli allenamenti che terminano alle sei. La festa è alle sette, come faccio?›› dico in preda al panico. ‹‹Ascoltami, ho già programmato tutto. Puoi anche non ringraziarmi, puoi direttamente passare a pagarmi in cioccolatini. Fai come faccio io: porti i vestiti in palestra, fai allenamento, poi fai la doccia lì e ti vesti. Io ti aiuto a sistemarti in modo che diventi la più bella della festa e poi andiamo direttamente da Cam.›› mi spiega Sharon. ‹‹Il problema è che non so cosa mettere!›› dico. L’idea di Sharon però è grandiosa, ammetto di non averci pensato prima io.
Dopo aver passato tutto il giorno a pensare a Cam e alle Nazionali, vado a casa di corsa. Devo assolutamente trovare qualcosa da mettere stasera. Subito dopo mangiato, inizio a fare i compiti e li finisco in un batter d’occhio. Prendo il borsone della ginnastica e ci lancio dentro i paracalli, il deodorante e le cose per fare la doccia. Prima di passare a cercare i vestiti che indosserò alla festa, scendo in cucina per incartare il regalo che ho comprato per Cam. Dopo averlo avvolto nella carta da regalo argento cangiante e averci legato un bel fiocco blu in cima, prendo il bigliettino. Glielo ho preparato la notte scorsa, nell’unico momento libero che avevo. E’ molto semplice, ho attaccato la nostra foto fatta a Malibu su un cartoncino azzurro e, con la miglior grafia che sono riuscita a tirar fuori, ho scritto una piccola dedica di auguri. Attacco anche il bigliettino sul pacchetto e lo porto su in camera con me. A questo punto non mi rimane che passare alla fase traumatica: la scelta dei vestiti. Subito mi metto a chiamare Sharon per avere consigli in tempo reale. ‹‹No, quello blu fa schifo.›› dice lei dall’altra parte del telefono. ‹‹Quello rosa è troppo semplice.›› sbuffa ancora. ‹‹I pantaloni sono assolutamente esclusi. Metti un vestitino luccicante o comunque che si veda… qualcosa di bello!›› conclude Sharon. Grazie mille, fin lì ci arrivavo anche io. Dopo lunghi minuti di ricerca, scelgo una gonna lunga fino poco sopra al ginocchio di tulle rosa shocking con un elastico in vita di brillantini dello stesso colore e la abbino ad un top smanicato sempre rosa come la gonna ma brillante come l’elastico. Li ripiego tutti e due e li infilo in quel casino che è la mia borsa della ginnastica. Prima di scegliere le scarpe, chiamo per l’ennesima volta Sharon. ‹‹Sha, che scarpe metto?›› chiedo dopo averle descritto la gonna e il top. ‹‹Non saprei… Io direi qualcosa con il tacco.›› suggerisce la mia amica. ‹‹Ma non so stare sui tacchi!›› la avviso. ‹‹Non è complicato… è peggio fare il salto avanti in trave. Comunque dicevamo, scarpe assolutamente con il tacco. O nere o argento.›› continua Sharon. ‹‹Io ne ho un paio bianche e un paio nere, ma sono troppo eleganti. Ora provo a vedere se la mamma ha lasciato qui qualche scarpa…›› dico dirigendomi nella stanza dei nonni. Con il telefono attaccato all’orecchio, inizio a frugare nell’armadio e trovo varie scarpe. ‹‹Sha, ne ho trovate alcune. Ci sono quattro paia. Un paio sono stivali, quindi li escluderei.›› dico osservando le scarpe. ‹‹Come sono le altre?›› chiede Sharon impaziente. ‹‹Ci sono dei sandali neri con il tacco altissimo, un paio di scarpe argento con il tacco ma sono eleganti e poi un paio di sandali verdi.›› spiego controllando che numero sono tutti i paia di scarpe. ‹‹Bleah, verdi no. Chi è che mette il verde? Ti prego, inceneriscile. Io ti consiglierei quelli neri. Mandami la foto su whatsapp.›› dice Sharon riattaccando. Scatto una foto dei sandali neri con il tacco altissimo e gliela invio. Il messaggio di risposta non ammette repliche: devo mettere quelli.
Quando arrivo in palestra ed entro in spogliatoio, una Taylor super felice mi assale. Durante il riscaldamento, Taylor non fa altro che parlarci del suo nuovo ragazzo. ‹‹E’ bellissimo, è alto, ha i capelli chiari, è bellissimo, ha i capelli corti, è strabello, ha gli occhi scuri e ha un orecchino a forma di piuma e… hey, ho già detto che è meraviglioso?›› racconta Taylor per quella che secondo i miei calcoli è la ventesima volta. ‹‹Come si chiama questo bellissimo ragazzo?›› chiede Sharon per poi rivolgersi a me dicendo che preferirebbe stare per otto mesi in spaccata frontale che a sentire Taylor. ‹‹Taylor!›› risponde Taylor. Un attimo… io lo conosco! È il tipo che mi aveva portato a vedere il litigio di Cam e la Barbie! Taylor e Taylor… suona bene però come coppia. Oggi è il giorno del corpo libero e, fortunatamente, di Patty. Marylin, la sorella di Michelle, dato che è ancora in prova non viene molto spesso. Questo è un bene. Corpo libero mi riesce molto bene e mi piace anche. Mi posiziono sulla pedana e inizio a provare vari salti, rondate, ruote e rovesciate facendo a turno con Sharon e Taylor che, da tanto che è esaltata, riesce a girare “per sbaglio” tre volte il suo salto avanti. Taylor è la maga dei salti, le vengono sempre perfetti. Appena finisce l’allenamento, Patty ci fa sedere sulla trave per darci nuove informazioni riguardo le gare di Huston. ‹‹Ieri sera ho saputo gli attrezzi che ci saranno in gara. Farete corpo libero, volteggio, parallele e trave.›› spiega Patty sfogliando alcuni fogli. Parallele? Siamo pazzi? ‹‹Vorrà dire che in questo mese focalizzeremo l’allenamento su questi attrezzi. Eliminiamo del tutto il trampolino fino a che non passeremo le Nazionali. Va bene?›› si raccomanda l’allenatrice. Tutte e sette annuiamo per poi scappare in spogliatoio.
‹‹Muoviti Sid! Ma quanto sei lenta!›› urla Sharon mentre aspetta che finisca di fare la doccia. ‹‹Fammi risciacquare i capelli e arrivo!›› le dico. ‹‹Anche io vorrei lavarmi, sai com’è.›› si lamenta lei. Dopo aver fatto la doccia più veloce della mia vita, inizio a vestirmi mentre aspetto che anche Sharon finisca di lavarsi. ‹‹Allora? Come sto?›› chiedo facendo un giravolta su me stessa per mostrare a Sharon la gonna con il top. ‹‹Stai da dio! È bellissma la gonna e anche il top! Peccato che ti lascia troppo poco la pancia scoperta…›› dice Sharon squadrandomi per bene. Troppo lungo il top? È già tanto che abbia messo per uscire al di fuori della palestra una cosa che lascia l’ombelico e una parte di pancia scoperta! ‹‹Fa niente, lisciati i capelli con la mia piastra mentre io mi vesto. La piastra è nella borsa.›› mi informa Sharon. Mentre la mia amica si veste e asciuga i suoi capelli scuri con le punte fucsia, piastro i miei che, a causa della lunghezza, mi rubano un quarto d’ora. Passo la piastra a Sharon che fa lo stesso, poi passiamo alla seduta trucco che avrei felicemente rifiutato. Sharon mi mette prima del fondotinta, con una qualche magia mi fa una riga di eyeliner perfetta su entrambi gli occhi, mi mette della matita argentata sulla rima interna dell’occhio e conclude l’opera con del mascara. ‹‹Dimenticavo il rossetto! Rosa o rosso?›› chiede tirando fuori dalla sua borsa di Mary Poppins due rossetti. ‹‹No, ti prego, almeno quello no!›› mi lamento. ‹‹Oh si, invece. Capisco che vorresti baciare Cam e che con il rossetto non è il massimo, però io lo metterei. Scelgo io: quello rosa.›› ribatte Sharon spiazzandomi con la penultima frase. Mi lascio mettere il rossetto rosa e aspetto che anche Sharon si trucchi. ‹‹Okay, ora le scarpe e siamo a posto.›› annuncia Sharon. Tiro fuori dalla borsa i famosi sandali neri col tacco altissimo di prima e mi chiedo se riuscirò a camminarci. Sharon tira fuori dalla borsa a sua volta un paio di scarpe con il tacco a spillo nere, molto più alte delle mie. Almeno i sandali che ho non hanno il tacco a spillo, saranno un pochino più stabili spero. Sharon, indossa le sue scarpe che si intonano alla perfezione al suo vestito attillatissimo rosso scuro dalla schiena di pizzo. Con un po’ di fatica indosso anche io le mie scarpe e allaccio i due cinturini che hanno all’altezza della caviglia.
‹‹Sei assolutamente perfetta, Sid! Certo, se sapevi camminare con i tacchi era meglio, ma non fa niente.›› dice Sharon mentre usciamo dalla palestra tenendoci per mano (soprattutto perché non riesco a stare in piedi con sti cosi che chiamano tacchi). Ad aspettarci nel parcheggio c’è Nash con la sua macchina. ‹‹Che belle che siete stasera!›› dice il ragazzo fischiando alla nostra vista. ‹‹Ciao Sid, ciao Sha!›› ci saluta attirando a sé Sharon per darle un bacio. Per rimanere in piedi senza Sharon devo chiamare a me tutto l’equilibrio che possiedo. Mi continuo a chiedere come farò a stare in piedi stasera. Sharon starà con Nash e io o vado a fare la terza incomoda che si attacca a Sharon per non cadere, o mi appiccico al braccio di Cam e via. Solo quando salgo in macchina, mi accorgo che Nash indossa una camicia bianca a maniche corte molto elegante che però gli sta davvero bene. La macchina di Nash si dirige verso la spiaggia, dove si terrà la festa. In dieci minuti all’incirca, arriviamo davanti all’insegna bianca illuminata da lucine colorate dei bagni “Paradise” dove di solito io e Cam andiamo quando veniamo in spiaggia. Sharon e Nash si fiondano in spiaggia per salutare gli amici e fare gli auguri a Cam lasciandomi da sola sui tacchi. Con cautela passo sotto l’insegna illuminata e mi fermo prima di scendere in spiaggia. Do uno sguardo generale alle persone e alla festa. Gli ombrelloni di paglia sono tutti illuminati e sotto di essi i ragazzi appoggiano i loro bicchieri, uno spiazzo senza ombrelloni è utilizzato come pista da ballo e sopra il chiosco del bar di fianco a me alloggia uno striscione con scritto “Buon compleanno Cam”. Il barman non fa altro che preparare cocktail e bibite varie mentre tutti gli invitati, di cui ne conoscerò si e no dieci, ballano, si divertono o prendono qualcosa da bere o da mangiare dal bancone del bar. Ammetto che l’aria è davvero festosa, divertente e allegra. Non vedo l’ora di buttarmi in pista per ballare e per divertirmi tutta la sera, peccato che non posso muovermi, se non come un dinosauro, a causa dei tacchi.
Prima che possa tentare di muovere qualche passo sulla sabbia, mi vengono incontro i due Taylor, mano nella mano. ‹‹Ciao Sid!›› mi salutano in coro per scambiarsi poi due occhiate perplesse. ‹‹La conosci?›› si chiedono l’uno all’altra all’unisono. ‹‹Si, facciamo ginnastica iniseme.›› dice Taylor femmina. ‹‹Anche io la conosco, lei è quella che sta con Cam, si insomma, la sua amica.›› spiega Taylor maschio sistemandosi la bandana rossa che porta per tenere indietro il ciuffo. ‹‹Sapete dov’è Cam?›› chiedo stringendo il regalo tra le mani. ‹‹Era lì prima.›› dice Taylor femmina mentre Taylor maschio indica un punto astratto vicino alla riva dell’oceano. Dopo averli salutati mi dirigo a passo di lumaca per non cadere verso quel punto.
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RIGHT NOW (in revisione)
Fanfiction"Dear me, one day I'll make you proud". Sidney, una ginnasta sedicenne italo-americana, dopo le mille delusioni avute dal suo sport in Italia, decide di trasferirsi a Los Angeles nella casa dove abitava la madre con la sua famiglia per avere nuove o...