Cpitolo 21

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Guardo l'orologio, sono le 9 ho dormito nove ore, finalmente. Mi faccio una doccia con il mio shampoo, mi era mancato. Infilo la maglietta di mio fratello con il suo odore famigliare, faccio una crocchia disordinata con i capelli e scendo a piedi scalzi e struccata. Trovo tutti a tavola con una pizza in mano, in silenzio tombale.
"Che succede in 4 giorni vi hanno magiaro la lingua?" Vado i cucina e mi preparo le uova.
"Cos'è quello?" Chiede com rabbia Alex indicandomi il succhiotto da dietro, io mi volto
"L'ennesima cosa a cui ho rinunciato per vedere te e l'amico tuo con una scintilla diversa negli occhi" sorrido amara e trono a cucinare.
"Non dirmi che sei stata a letto con quello, era la tua..." lo blocco prima che possa parlare
"Sono ancora vergine se questo ti tranquillizza, ma la mia dignità è andata a farsi benedire" mi siedo al bancone della cucina a mangiare le mie due uova con insalata. Alex mi guarda e non proferisce parola, io alzo lo sguardo
"Che hai fatto?" Io rido
"Divertente come domanda, l'hai chiamata i miei sforzi almeno sono serviti a qualcosa?" Lui a scuote la testa, io mi alzo di scatto, ora basta perché il ho fatto tutto questo per niente col cazzo. Vado in cucina e mi strattonò i capelli.
"Ora basta" sbraito
"Perché non la chiamate?" Urlo contro Kevin e Alex
"Ci vuole più coraggio di quanto sembra" sussurra Kevin
"Che grandissima cazzata. Sentite io per quella ho litigato con tutti voi, sono rimasta mezza nuda davanti ad un ragazzo che mi teneva chiusa in casa con gli allarmi e che tra una settimana mi avrebbe rapita per fare ripicca ad uno di voi, ho chiesto ad una donna incinta di rischiare per me, ho chiesto a Dennis di venire qui solo per me, non ho dormito per tre notti per voi, sono scappata dalla polizia e da uno che in casa ha una pistola, ho quasi ammazzato due persone, mi hanno molestata, ho hakerato un numero e violato la privacy di Sasha. E signorie e signori bravi ho anche pianto per la prima volta per voi. Perché voi adesso mi dicesse che ci vuole troppo coraggio, spate ve lo darò io il coraggio. Dylan sapeva perché Sasha è scappata, era incinta, non so se di te o di lui ma ora ha un bellissimo bambino di tre anni, ed è single, quando hanno fatto il tuo nome(Kevin) è scoppiata a piangere e non aspetta altro che una tua chiamata, quindi adesso voi alzate quel cazzo di telefono e le parlate perché lo meritate voi e lo merita lei" quando ho finto di parlare mi fa male la gola, Kevin è sull'orlo della lacrime e gli altri evitano il mio sguardo.
"E sai Steph avevi proprio ragione sto diventando come mio padre, anzi come ha detto mio padre una puttana, troppo
Buona e debole, incapace in qualsiasi cosa"
"Basta" sussurra Alex
"Smettila, abbiamo capito, ci basta quello che ci hai detto fino adesso, ci hai già ferito abbastanza, abbiamo sbagliato ma basta" dice con calma. Io lo guardo e sorrido sincera
"Buona notte"
Quando sono davanti alla mia stanza una mano mi afferra il polso, voltandomi incontro gli occhi calmi di Kevin, mi guarda e mi dice niente se non tutte le parole che urla un abbraccio.
"Io davvero non capisco come una persona possa essere tanto buona e tanto coraggiosa come lo sei te, davvero non capisco come si possibile" io mi stringo nelle sue braccia.
"La chiamerò promesso, ma purtroppo pochi hanno il tuo coraggio ed è decisamente una dote che mi manca, però la chiamerò" lo guardo negli occhi e sorrido, lui sospira e si allontana. Torno in camera mia e mi guardo allo specchio, dietro di me compare James
"Scusami, io non mi sono fidato di te, ho pensato fossi una Troia, quando i tuoi motivi erano i più umili di tutti" alzo le spalle, lui mi abbraccia da dietro poggiando la testa sulla mia spalla
"Mi perdoni?"
"Ma certo" gli bacio la guancia, in fondo non mi hanno cacciato loro, lo ha fatto Alex per tutti. Entro nella stanza di Steph, lei si volta verso di me
"Senti scusa" Diciamo all'unisono, per poi ridacchiare
"Non volevo farti preoccupare per questo non te l'ho detto" lei annuisce
"Tu sei troppo Buona per essere come tuo padre, ma sei anche una cretina, quei trogloditi non se li meritano tutti i sacrifici che hai fatto tu" ci abbracciamo
"Sarà, ma io vorrei che qualcuno lo avesse fatto per me in passato, mettermi la scintilla negli occhi, quindi era come un senso di dovere da parte mia" dopo aver chiacchierato un po' con Steph faccio un salto in camera si Rose
"Sei stata bravissima a non mandarli da Dylan e non farlo parlare con Micke, e farli smettere di chiamarmi" li sorride dal letto
"Gia a momenti però ero io a chiamare
L'FBI, mi stavo iniziando a preoccupare"
"Mai dubitare di me"
"Buona notte" le mando un bacio veloce ed esco. Entro in camera e mi siedo davanti al pianoforte. Lo guardo adesso dovrei trovare il coraggio, ho cercato la felicità per gli altri perché non riesco a trovare la mia. Chiudo gli occhi e Poggio le mani sui tasti, ma niente la forza di premerli non arriva mai. Il pianoforte inizia a suonare io apro gli occhi, accanto a me è seduto Alex, e mentre suona una delle melodie di Enaudi mi guarda.
"Forza Elizabhet" io guardo le mie mani che tremano, lui smette di suonare, poggia le mani sulle mie e le ferma.
"Perché aiuti gli altri ma uccidi te stessa?" Io scuoto la testa
"Il passato mi uccide non io" riposa le mani sulle mie ed inizia a suonare note a caso
"Non è difficile"
"Questo non è suonare" lui sbuffa e si alza.
"Domani Ti accompagno io?"
"Non mi va di andare a scuola domani"
"Ok. Lizzy lo hai fatto ma nessuno te lo aveva chiesto, perché?" Io sorrido involontariamente
"Due motivi. Se fossi quella ragazza vorrei che non smettessero di cercarmi, mai. E in passato avrei voluto salvassero me dal dolore" Alex mi guarda come a volermi leggere dentro, poi sospira.
"Elizabhet Doson resterai sempre la più bella delle ragazze misteriose" dopo questa frase chiude la porta alle sue spalle. Io mi metto a dormire, oggi non ho fatto altro.
"Papà no nvoglio più suonare" sbatto il piede per terra
"Perché piccolina sei così brava"
"I miei amici mi prendono in giro"
"E tu ignorali, un giorno ti invidieranno tanto"
"E poi anche te non suoni più insegni a me e basta, ma non suoni mai"
"Ti faccio una promessa"
"Quale?"
"Se tu non smetterai mai di suonare un giorno suonerò per te come ho fatto in passato"
"Promesso"
"Se tu Prometti di suonare sempre, sopratutto quando ti sentì persa la musica ti può salvare"
Per la prima volta i miei sogni non si trasformano in incubi. Guardo la sveglia notando che sono le 10, saranno tutti a scuola. In cucina trovo un muffin con una faccina sorridente disegnata sopra ed un bigliettino sotto
Scusami per i pregiudizi, Nick.
Sorrido e lo mangio insieme al mio caffè nero. Salgo in camera, adesso ho capito , la musica non mi riporterà indietro, la musica mi farà voltare pagina. Mi siedo al pianoforte
"Papà, questa è per te" inizio a suonare say something, le mani spingono i tasti spontaneamente, come se non avessero mai smesso, la voce pronuncia le parole che gli avrei urlato ma che una piccola bambina si rimproverava, sento ogni parte di me farsi più leggera, quella meravigliosa sensazione che provavo anche da bambina, le dita mi formicolano ed il cuore mi batte a mille, la testa vola a ciò che rimane dei miei ricordi belli d'infanzia. Mentre finisco con l'ultimo accordo una lacrima mi solca il viso.
"Ho vinto io papà" sussurro, le mani mi tremano, devo bere, apro la porta della stanza e davanti a me c'è Alex
"Chi voleva che tu non suonassi o cantassi più deve essere stato sordo" io lo guardo e non so che dire, non volevo che qualcuno ascoltasse quella era la guerra che dovevo combattere, un momento solo mio.
"Alex per piacere" lo supero e scendo di corsa in giardino per prendere aria.
"Io non capisco cosa c'è di male sei bravissima" io non rispondo.
"Possibile che non riesci ad apprezzare le cose che hai di bello e le distruggi!" Mi urla dietro, io mi volto
"Io non ho niente di bello" Lui avvicina a me
"Non puoi pensarlo davvero" mi guarda sconcertato, io mi volto. Ma lui mi afferra il viso costringendomi a guardarlo
"Tu hai dato degli amici a Rose, hai fatto in modo che Nick diventasse un ragazzo serio ed ora sta con Steph, hai riportato sua sorella a Kevin dopo anni, hai insistito così tanto che James adesso è riuscito a chiamare i suoi. Sei riuscita non so in che modo a farmi sorridere di nuovo, e non solo il viso tu hai portato uno spiraglio di luce nel mio cuore. Davvero non ti rendi conto di tutti questo?" Abbasso lo sguardo,
"Non..." Lui mi posa la mano sulla bocca e mi fa alzare la testa
"Non dire niente" toglie la mano dal mio viso. Incastro i miei occhi nei suoi, e le parole mi muoiono in gola. E di nuovo sento le farfalle nelle stomaco, ma quali farfalle io ciò uno zoo intero. Mi afferra delicatamente i fianchi attirandomi a lui, allaccio le braccia intorno al suo collo.
"Io non sono una delle tante, se giochi con il fuoco ti bruci"
"Non ti ho mai paragonato alle altre, e per fortuna tu sei di ghiaccio" si china su di me poggiando le sue labbra sulle mie, un bacio inizialmente delicato ma ben presto si trasforma in un desiderio infinto. Mi solleva così che io agganci le gambe al suo bacino continuo a baciarlo senza bisogno di respirare, le nostre labbra sembrano completarsi a vicenda. Quando ci stacchiamo lui ha le labbra gonfie e siamo entrambi senza fiato
"Ho temuto di perdere anche te"
"Cosa sarebbe cambiato ne hai tante altre"
"Oh no ti assicuro che l'unica che mi manda fuori di testa sei te" si allunga per baciarmi.

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