Cpitolo 38

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Mi dirigo verso il palazzo accanto al mio e sul citofono cerco il cognome di Kevin trovandolo. Una voce femminile mi risponde
"Chi è?"
"Sasha Scusami sono una amica di Kevin ti ho chiamato qualche settimana fa"
"Certo. Sali terzo piano" le si spezza la voce. Io salgo le scale fini al terzo piano. Ad attendermi con la porta aperta c'è la ragazza più bella che abbia mai visto, ma guardandola si vede che il dolore le sta consumando questa bellezza. Capelli biondi lunghi e ricci, occhi azzurri come il mare. È più alta di me molto magra, con un fisica che farebbe invidia a chiunque.
"Ciao io sono Elizabhet, ma chiamami Lizzy" le stringo la mano. Le mi sorride
"Accomodati. Scusa il disordine non ricevo visite da mesi" ci sono riviste distese ovunque che si mischiano ai giocatoli. La cucina è collegata al salone direttamente senza porte, il salone ha un divano di pelle bianca sporco, un tappeto nero molto elegante con un tavolino di vetro sopra sommerso dai libri dell'università, accanto all'ingresso sono abbandonati un passeggino ed un portatile. La televisione è poggiata sopra una cassettiera bianca. La cucina è piccola, frigorifero,fornelli,lavatrice e lavastoviglie. Accanto al lavandino c'è anche un micoronde. A metà tra salone e cucina c'è un tavolo in ferro nero, sommerso da fogli, con alcuni piatti sporchi e un posacenere pieno, con tre sedie in plastica rosse scuro abbinate alla credenze e i mobili della cucina, ed un seggiolino tutto colorato. Nella parete dietro al divano c'è una porta in legno nero, che da su un corridoio tutto bianco. con tre porte sempre in legno nero. Poggio la valigia accanto al porta ombrelli
"Sei appena arrivata?" Scuoto la testa
"Sto andando via"
"Ma Nick mi ha detto saresti arrivata a breve" sono venuti? Sono fiera di loro
"Hai visto Nick?"
"Si è venuto qualche giorno fa con la sua fidanzata Steph. Mio fratello non mi ha ancora chiamato. Lui mi ha detto di aspettare e che è rimasto sotto sciok alla notizia improvvisa. Mi hanno detto cosa hai fatto per trovarmi. Davvero grazie" mi viene incontro abbracciandomi, io rimango sorpresa ma poi ricambio.
"Mamma" la tenera voce di un bambino piccolo, con i suoi piccoli piedini ci raggiunge stropicciandosi gli occhi, che amore. Sasha lo prende in braccio e appena il piccolo mi sorride non c'è ombra di dubbio di chi sia figlio.
"Dylan ti ha lasciata sola" bisbiglio arrabbiata.
"Lei chi è?" Chiede il bambino
"Una nuova amica"
"Quanti nuovi amici" Io ridacchio guardandolo
"Piacere mi chiamo Lizzy" sorrido.
"Mamma Lizzi è bellissima" dice il bimbo all'orecchio della Madre ma si sente ugualmente
"Già è molto bella, me è troppo grande per te. Forza prendi i giochi e vai in camera appena finisco di parlare andiamo al parco"
"Sii" esulta il bambino.
"Perdonalo è molto diretto" io sorrido
"Dimmi perché sei qui?" Si china a raccogliere le cartacce.
"Che è successo dopo che sei scappata con Dylan? Scusami per l'insensibilità"
"Niente. Be io ero ferita da Alex e pensavo che lui volesse strani accanto e darmi ciò che Alex non mi aveva dato, ma a quanto pare mi sbagliavo. Arrivati qui mi ha sedotta benissimo, e devo ammettere che io non ero più una santa. Ho concepito Zed e lui non ne ha voluto sapere, sai suoi padre..." la blocco
"L'ho conosciuto, e se un giorno avremo l'occasione di conoscerci meglio capirai che mettere due persone come noi in una stanza a scatenato il putiferio. So quanto è insopportabile, e vuole il controllo di tutto" mi guarda divertita
"E i miei genitori mi avrebbero cacciata di casa, per non parlare della reazione che avrebbero avuto Alex e Kevin, non osavo immaginare. Così sono rimasta qui. Ho inviato il certificato di nascita a Dylan, che un anno fa mi è venuto a fra vestita dicendomi che aveva racconto tutto ma che a nessuno importava più di me. E non sai quanto ho ringraziato il cielo che sei arrivata tu. Davvero non te ne sarò mai abbastanza grata. Non so cosa ho fatto di tanto bello per meritarmi quello che hai fatto tu con me, ma ti giuro che proverò a ripagarti. Se hai bisogno di qualcosa chiama" Io mi alzo sorridendo
"Ti ringrazio ma non ti offendere se non lo farò, non sono una ragazza che ci sta con la testa e amo complicarmi la vita rialzandomi da sola. Forse un giorno avrai la sfortuna di conoscermi bene. In questo momento io e tu fratello non siamo in ottimi rapporti quindi non so quando ci rivedremo. Questo è il mio numero e indirizzo, e qui accanto abita mia madre se hai bisogno di qualcosa fatti sentire"
"Che è successo con mio fratello?" Al foglietto aggiungo il numero di suo fratello
"Fattelo raccontare da lui. Ciao Sasha è stato un piacere conserti. Ah volevo chiederle se posso raccontare al signor Ford di questo bambino"
"Rovinerai la vita a Dylan" Io alzo le spalle indifferente e lei ride
"I miei non devono saperlo"
"Oh il signor Ford avrà tanta paura che non oserà dire niente"
"Bene allora arrivederci ed il piacere è stato mio" esco di casa e salgo sul taxi diretta all'aeroporto. Arrivata lì mi fermo a mangiare. Prima di salire chiamato Dennis
"Sto partendo"
"Lo so ero passato a vedere come stavi. Si avvisano gli amici lo sai"
"Scusami. Senti mi devi fare un favore"
"Anche?" Ride
"Convinci Micol ad offrire il suo aiuto a Sasha, falli conoscere, per favore. Lui ha bisogno di essere tirato fuori dall'ombra di mio fratello e lei ha bisogno di compagnia"
"Non sei normale lo sai?"
"Taci. Fai come dico" rido
"Ai suoi ordini piccola guerriera. E buona fortuna qualsiasi casino tu stia per fare"
"Ti richiamo per essere aggiornata" saluto e attacco porta ad imbarcarmi verso New York. Durante il viaggio guardo un film e leggo riviste. Durante l'atterraggio sento l'ansia crescere in me. Incredibile passando da Londra a New York stiamo già al 30 mattina.
"Dove la porto signorina?" Chiede il taxista
"Villa Ford" mi guarda con ammirazione e poi si dirige verso la villa. Nel frattempo chiamo Ethan
"Lizzy, ma come ti salta in mente di farmi spaventare così?"
"Ehi stai calmo, sei partito con James per capodanno, sei andato a visitare la mia amata Londra?" Ethan sbuffa dato che ho ignorato la sua sfuriata
"No sto a New York rimango qui fino al 2 festeggio con gli amici di infanzia"
"E dimmi a casa tua lo ha un posto per una nuova amica?"
"Sei qui?"
"Si prima faccio un salto a parlare con David e poi arrivo"
"Vai a fare cosa?" Urla, ed io allontano il telefono l'autista accanto a me ridacchio.
"Stai calmo. Comunque parto domani sera per Boston, mi fai il favore di non dire agli altri che sono qui. Del resto ne parliamo dopo mandami l'indirizzo"
"Perché ti sopporto? Ma chi me lo fa fare?" Borbotta prima di attaccare
"Ha una vita entusiasmante signorina" mi dice il taxista 
"Già forse troppo" poco dopo annuncia il nostro arrivo
"Mi può aspettare qui. Sarà una discussione breve, credo che uno dei due morirà prima di finirla" lui ride
"Ma certo" scendo e mi dirigo verso il grande cancello di metallo. Citofono
"Chi devo annunciare?" Chiede una voce maschile
"Elizabhet"
"Ha un appuntato?"
"Sono sicura che David non rifiuterà di incontrarmi"
"Aspetti un attimo" rimango a fissare la strada alberata che conduce al giardino principale.
"Prego il signor Ford l'attende" le porte si aprono ed io percorro il vialetto con questi scomodi tacchi. In cima alle scale noto solamente il cameriere. Mi apre la porta e vengo accolta all'ingresso
"Signorina Elizabhet" la cameriera che mi aveva servito gli scorsi giorni
"Salve, devo parlare con il signor Ford"
"Si adesso la annuncio" entra nella sala da pranzo e poco dopo esce
"Prego" mi sorride facendomi l'occhiolino, io entro trovano il signore a pranzare da solo.
"Elizabhet a cosa devo la visita, pensavo avessi capito che la guerra con Alex l'ho vinta io" Io incrocio la braccia sotto al seno
"Punto numero uno non sono qui per rinfacciargli che ho vinto io, perché Alex mi è venuto a parlare e so che finalmente non starà più ai tuoi ordini. E questa la dimostra" Mi sgancio la collanina e gliela faccio vedere. Lui la guarda con malinconia, e per la prima volta vedo u emozione sul volto di quest'uomo
"Ha aggiunto un ciondolo per te? È tradizione aggiungere un ciondolo per la donna che si vuole accanto per il resto della vita. Posso leggere?" Afferra la nota voltandola senza darmi il tempo di rispondere
"Questa passione innata che ha preso da sua madre, non l'ho mai capita" Mi risposa il gioiello.
"Bene e ora che hai dimostrato questo" si alza in piedi.
"Io non ero qui per sbatterti la verità in faccia perché sa io ho capito come sei tu! Sono qui per dirle che adesso suo figlio studierà musica e sarà felice con me o senza di me, per colpa sua io ho passato i 7 gironi più brutti della mia vita, ho rischiato di morire, ed ho litigato con la persona che amo! Mi dica si sente fiero di aver reso tristi le persone accanto a te proprio come sei te?" Lui sbatte un pugno sul tavolo e mi guarda furioso
"Cosa sai tu su di me? Sei solo una ragazzina" urla.
"Stai soffrendo, anche se amavi avere amanti, tu eri perdutamente innamorato di lei e quando è morta per un incidente non ci hai visto più! Hai dedicato la tua vita al lavoro e a tua moglie e lui aveva distrutto una parte del tuo mondo, tu hai pensato di rimediare alla mancanza e contemporaneamente fare un torto a tuo figlio sposando la madre di Dylan, e creando scompiglio nel rapporto dei due ragazzi. E da qui giorno vuoi che tutti intorno a te soffrono come hai sofferto te e imponi le regole tenendo tutto sotto il tuo controllo. Ti voglio dire una cosa, tutto questo non affievolirà il dolore, servirà soltanto a riempire le tue giornate, ma tra qualche hanno quando starai da solo capirai quanto sei stato stupido a rovinare due ragazzi stupendi come erano loro" urlo a mia volta. Mi guarda sconcertato perché sa che ho ragione, ma nessuno glielo aveva mai detto ad alta voce.
"Tu non sai niente" ringhia tra i denti.
"Ti sbagli. Io so che nonostante tutte le regole Tutti in questa casa hanno perseguitato la loro felicità, tua moglie viaggia tanto e non ha tempo per te, Alex anche se glielo hai impedito è venuto da me, ha scelto la vita con me e non quella che avevi scelto te per lui. E anche Dylan il figlio modello, ha messo incinta Sasha che contemporaneamente era la ragazza di Alex, e Sasha è dovuta scappare a Londra per paura tua e di suo padre! Dylan è il capo della gang più pericolosa di tutta l'America ma si è lasciato fregare da una ragazza, come me, una poveraccia di Londra. Sarà il punto debole di famiglia?" Rido acida. Nuovamente il suo sguardo è interdetto.
"I miei figli cosa?" Io sorrido
"Posso darti un consiglio? Smettila di pensare a rovinare la vita altrui e pensa a migliorare la tua. Magari circondandoti di persone che ti amano veramente. Ora Scusami ma mi stanno aspettando. E spero che capisci che non avevo nessuna intenzione di ferirti piuttosto quella di migliorare il tuo futuro. Arrivederci" ormai senza forze si era seduto con lo sguardo fermo in un punto e la mente altrove, poco prima che io chiudessi la porta dietro di me l'ho sentito dire
"Stupida ragazzina hai capito più cose su di me di quanto abbia mai fatto io in tutta la mia vita, grazie" sorrido e raggiungo con calma il taxi.
"Dalla sua espressione deduco che ha vinto la guerra"
"Già ma non la guerra la prima battaglia" gli do l'indirizzo di Ethan e mi faccio portare li.

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